Dalla multi-potenzialità all'integrazione delle passioni, con Sara Santella

Dalla multi-potenzialità all'integrazione delle passioni, con Sara Santella

Quali sono le tue passioni?

Molte persone fanno fatica a rispondere; c'è chi ne ha tante e chi, invece, non sa minimamente quali siano.

È innegabile che le passioni completano la nostra esistenza e averne più di una non fa che potenziare la nostra creatività, definisce le nostre abitudini e quindi il nostro carattere.

Eppure, talvolta, questa multi-potenzialità può creare confusione e frustrazione, perché, ad esempio, abbiamo difficoltà a orientarci verso un lavoro o una nicchia di mercato.

Pertanto, conoscere ciò che ci piace fare può aiutarci a capire dove vogliamo andare e cosa vogliamo ottenere dalla vita.

In questo modo, le nostre passioni diventano il carburante che ci consente di vivere una realtà che abbia un senso profondo per noi.

Dopo aver esplorato il benessere della donna, in questa intervista affrontiamo un nuovo argomento con un’altra delle straordinarie coach LUNA certificate.

Da “ho troppe passioni, non troverò mai un lavoro” a “ho creato il mio lavoro e aiuto le donne a fare altrettanto”: ecco il potere dell’integrazione, con Sara Santella.


Benvenuta Sara!

1. Ci racconti chi sei e cosa fai?

Mi chiamo Sara e mi definisco una Nature Musa.

Per molto tempo ho avuto difficoltà a rispondere a questa domanda…nei miei anni su questa Terra ho messo insieme le competenze più disparate: dalla filosofia all’arte, dal coaching al counseling, dalle attività manuali e artigianali al sapere scientifico. Ma chi ero e cosa facevo era un mistero per me e, di conseguenza, anche per gli altri.

Facevo di tutto un po', mi appassionavano molte cose e facevo fatica a definire me e il mio lavoro…ero un po' come Balto, non è cane, non è lupo, sa solo ciò che non è.

Poi ho capito che tutto ciò che mi appassionava aveva dei fili conduttori: la cultura, il sapere, la Natura e la Bellezza. Da qui la possibilità di una definizione al di là delle etichette standard.

Oggi aiuto donne confuse con molte passioni che vogliono vivere una vita che le soddisfi attraverso un lavoro che sia uno strumento per realizzarla e per mostrare il loro potenziale. Nature Musa, quindi, proprio perché metto a disposizione tutti gli strumenti che ho accumulato per ispirare le donne a riconnettersi alla loro natura più vera e ancestrale così da diventare loro stesse le proprie muse ispiratrici e vivere una vita che è un’opera d’arte, togliendo, come nella scultura, tutto il superfluo, le convinzioni limitanti, le sovrastrutture sociali, i condizionamenti ereditati.

2. Cosa ti ha spinta a diventare coach?

Come per molte altre donne, prima di far uscire il nostro potenziale dobbiamo raggiungere il fondo. Io l’ho toccato dopo una relazione narcisistica con un uomo con un PTSD e dei lavori logoranti al limite dello sfruttamento.

Ho iniziato il mio percorso di crescita personale e ho capito che ciò che avevo vissuto era preziosissimo e non poteva andare sprecato. Ho deciso di condividere la Bellezza degli insegnamenti appresi e di supportare chi si fosse trovata a vivere questi eventi donando una nuova lettura al loro vissuto di sofferenza affinché non andasse sprecato.

Dopo vari anni come counselor ho sentito il bisogno di avvicinarmi ad una dimensione più spirituale. Ci tengo a precisare che non ho scelto di essere coach, ma ho scelto di essere una coach LUNA. Non ero interessata a diventare coach, volevo proprio fare il Master di Anh e apprendere gli strumenti di coaching dell’anima che questo master insegnava. Non ho preso in considerazione nessun’altra scuola di coaching perché il mio obiettivo non era essere coach in generale ma avvicinarmi ad una modalità spirituale e allo stesso tempo pratica e concreta di approccio alle difficoltà.

3. Prima di iniziare la scuola, quali erano le tue eventuali resistenze o paure e come le hai superate?

La mia prima preoccupazione era se sarei riuscita a pagare il master. Non navigavo in ottime acque e avevo già altre spese, vivendo da sola. Inoltre, non avevo soldi da parte.

Ho deciso di rischiare avendo fiducia in ciò che sarebbe giunto, vivendolo come una nuova sfida. Avevo anche paura di trovare l’ennesimo corso con il quale non avrei lavorato.

Poi, ho capito che possiamo acquisire tutti gli strumenti che vogliamo ma se non cambiamo il mindset rimaniamo sempre nella stessa situazione e nel master si lavora molto su questo.

In ultimo, il rapporto interpersonale. Sono sempre stata una persona solitaria e mi sento facilmente invasa quando sono in gruppo mentre, questa volta, ho trovato nelle mie compagne di corso delle sorelle preziose.

4. In che modo aiuti le tue coachee?

La mia missione è aiutare tutte quelle donne che vogliono ri-accogliere sé stesse, coltivare il loro potenziale e vivere una vita ai propri ritmi, attraverso pratiche di consapevolezza e riscoperta di una femminilità ispirata al fine di creare un lavoro che abbia un senso per loro e che sia strumento per manifestare nel mondo la loro missione e creare la vita alla quale aspirano.

Ho creato un percorso chiamato “Cresci il tuo Bosco Interiore” nel quale unisco strumenti di counseling per andare in profondità e di coaching per proseguire in avanti, filosofia classica ed estetica per rimanere ispirate e dare una lettura di senso al quotidiano.

Propongo un ritorno alla frugalità e alla presenza, alla semplicità, alla Natura e ai suoi cicli ed insegnamenti, come forma di saggezza ancestrale e ri-bellione (ritorno al Bello e quindi a noi stesse, alla parte più vera di noi) contro l’accelerazione, la massificazione e la disumanizzazione odierna.

5. Quali sono stati gli ostacoli riscontrati lungo il cammino di coach e come li hai superati?

Gli ostacoli sono stati principalmente di natura personale e di mindset. Più andavo avanti e scoprivo strumenti e tecniche e più si apriva un mondo e mi dicevo: “non ce la farò mai, non riuscirò mai a farlo bene, prima o poi tutti scopriranno che non so fare nulla…dovrei saper fare molto di più e meglio” e altre cose così.

Sinceramente, non l’ho superato perché ogni tanto questi pensieri tornano, semplicemente mi metto in ascolto e li faccio esprimere insieme all’emozione che portano con loro. Oggi mi focalizzo più sull’essere e mi faccio pubblicità dicendo chiaramente cosa sono e faccio e cosa non faccio e non sono.

Ho capito che sono io la prima a dover accettare di non poter essere “una e trina” e metto a disposizione ciò che ho per chi ne ha bisogno, senza pretese.

Un altro ostacolo era il fatto di dover chiedere soldi per la mia prestazione: ora credo sia un mezzo per liberare l’altro da un debito di gratitudine. Non sono la salvatrice di nessuno e non voglio ringraziamenti a vita.

Ho solo dedicato il mio tempo a studiare metodi e ad apprendere strumenti per risolvere situazioni ed esplorare la propria interiorità. Io metto a disposizione questo e l’altro porta la sua esperienza. Insieme facciamo un percorso di condivisione e co-creazione e alla fine l’altro è libero di vivere a pieno la sua vita con indipendenza.

6. Cosa consigli a chi desidera diventare coach?

Di partire da se stesse e fare molto lavoro di crescita personale. Non possiamo portare l’altro dove noi non siamo state per prime.

Puoi trovare Sara su Instagram: @sarasantella_.


Se anche tu vorresti conoscere il coaching come strumento di crescita personale e professionale, fai questo quiz lunare per iniziare a trasformare la tua vita e quella degli altri.

E se vuoi saperne di più sul magico mondo del coaching con le carte, dai un’occhiata al corso gratuito Co-Creazione: Coaching con le Carte d’Ispirazione.

7 falsi miti da sfatare sul marketing online per coach e imprenditrici

Se un marketer digitale (un professionista che opera nel marketing online) analizzasse il mio business, probabilmente non si capaciterebbe di come riesca a prosperare.

Eppure, siamo soltanto a inizio anno e la mia attività in proprio ha già ricevuto più di 100.000€ in soli due mesi (di cui uno l'ho trascorso in vacanza!).

Per chi impara il marketing online tradizionale dai grandi guru internazionali, è inspiegabile ottenere questi risultati con così "poco sforzo".

La verità è che, rispetto alle solite "modalità per avere successo", si può fare marketing online in modo totalmente diverso.

In questo video mi senti sfatare 7 falsi miti sul marketing online, così che tu possa ampliare la tua visione da coach o imprenditrice.


I 7 falsi miti sul marketing online

1. È necessario avere decine di migliaia di followers e di contatti

Per far funzionare il proprio business non è necessario avere una mailing list con innumerevoli iscritti, né un gruppo Facebook o un profilo Instagram con migliaia di followers.

In realtà, lanciare un prodotto o un servizio a un pubblico circoscritto, ripulito e composto da persone realmente interessate al tuo lavoro può rivelarsi la mossa migliore.

Non è tanto la quantità, ma la qualità di allineamento fra te e il tuo pubblico a fare la differenza. E questo è un lavoro di personal branding di cui è necessario occuparsi prima della vendita.

Tieni a mente che la Missione che stai realizzando attraverso il tuo business non deve essere per tutti, ma per le persone là fuori a cui vuoi davvero portare i tuoi prodotti e servizi.

2. La pagina di vendita deve essere lunga e dettagliata

I corsi classici di marketing online ti insegnano che la pagina di vendita è estremamente importante e che bisogna adottare una struttura articolata affinché questa funzioni.

Invece, non è necessario spiegare dettagliatamente tutto ciò che le persone riceveranno da te, né anticipare ogni possibile dubbio o obiezione in chilometri e chilometri di pagina.

Puoi lanciare un nuovo prodotto o servizio anche in anteprima, senza che abbia ancora una pagina di vendita dedicata, magari creando un Documento Google con una descrizione a grandi linee da condividere.

Ciò non significa che la pagina di vendita non serva, ma che le possibilità di fare marketing online sono infinite e ogni suo aspetto può essere adattato a una modalità di vendita diversa rispetto a quello che si vede in giro.

3. Bisogna fare leva sul dolore e la mancanza nella vita delle persone

Un altro falso mito antico sul marketing online narra che c’è bisogno di educare o, meglio, persuadere il tuo cliente ideale ad aver bisogno del tuo prodotto/servizio.

Di per sé non è sbagliato spiegare ciò che porti nel mondo attraverso la tua comunicazione, ma non partire dal presupposto che le persone siano deboli e influenzabili.

In particolare, non fare leva sulle conseguenze negative che avranno luogo nella loro vita se non acquisteranno da te: si tratterebbe di pressione psicologica, che non è di certo la premessa migliore se con i clienti si intende fare un lavoro di trasformazione e di risveglio del proprio potere.

Un'alternativa è quella di sintonizzarti sulla frequenza del desiderio e parlare alla versione migliore degli altri, al loro Sé Superiore, alla loro parte saggia che potenzialmente ha una visione più ampia ed è già in grado di immaginare ciò che potrebbero ottenere e diventare.

4. Occorre mandare un sacco di email per convincere le persone

Mi fa sorridere pensare che anche io un tempo mi ero convinta di dover inviare un sacco di email ai miei contatti per indurli ad acquistare i miei percorsi.

Credevo di dover spiegare loro perché avrebbero dovuto approfittare al più presto dei miei servizi, facendo pressione sulle motivazioni logico-razionali favorite dalla mente.

Questo rumore fastidioso talvolta funziona, sì. Tuttavia, attrae persone motivate da un senso di scarsità che alla lunga si rivela infruttuoso per loro e al tempo stesso per la tua attività.

Piuttosto, dedicati alla stesura di un numero che senti giusto di email e fallo con il Cuore, mirando a trasmettere la gioia e l'entusiasmo per ciò che stai proponendo a chi è davvero pronto a riceverlo a livello energetico.

5. Se stabilisci prezzi bassi, arriveranno più acquirenti

E invece no, non è detto che a un prezzo minore più persone comprino. In realtà, dopo una certa cifra, il processo decisionale che una persona mette in atto quando acquista un prodotto/servizio è sempre lo stesso.

Invece di puntare sul ribasso dei tuoi prezzi, cerca di capire quale potrebbe essere un prezzo adeguato a tutto ciò che stai offrendo.

Non ci sono prezzi giusti a priori e non prendere come oro colato i prezzi del mercato di riferimento, perché ti staresti, ancora una volta, focalizzando su qualcosa di esterno.

Il prezzo dei tuoi prodotti/servizi è un riflesso della tua frequenza energetica: solo lavorando sulla gestione dei tuoi pensieri e delle tue emozioni puoi innalzare la tua energia e attrarre persone disposte e desiderose di investire in determinate cifre.

6. Non svelare un prezzo elevato prima di fare una call di vendita

Quando si ha a che fare con prodotti/servizi di fascia alta, sono tanti i guru del marketing che sostengono la necessità della famigerata "call di vendita" per predisporre le persone a prezzi più elevati.

Se da una parte questa tecnica di vendita talvolta funziona, dall'altra fa riflettere: alla fin fine, è realmente utile per un business costruire delle relazioni con i propri potenziali acquirenti sul presupposto di processi non del tutto trasparenti?

Sulla base della mia esperienza, indicare chiaramente i tuoi prezzi non è solo la scelta migliore, ma funge anche da filtro naturale per chi, al momento, non è allineato ai tuoi prodotti/servizi.

Ciò non vuol dire che tu debba rifiutare le richieste di un confronto da chi ha dubbi o domande, ma che non è necessario che avvenga alcun processo di vendita, convincimento o manipolazione durante la chiamata.

7. Se le persone non comprano subito, non compreranno mai più

Devi sapere che non sono poche le donne che hanno deciso di risparmiare e mettere da parte dei soldi per poter partecipare a LUNA, nonostante il prezzo sia anche aumentato nel corso degli anni.

È vero che, a causa delle tante distrazioni, nella società odierna la soglia di attenzione individuale è molto ridotta. Tuttavia, non è facendo pressione a comprare all'istante che la persona si ricorderà di te o dei tuoi prodotti/servizi.

Le persone decidono di seguirti quando sentono affinità e risonanza con te e con ciò che porti nel mondo. Alcune di loro acquisteranno subito, altre acquisteranno (giustamente) quando il loro livello di coscienza sarà evoluto.

Ciò che è importante è dedicare del tempo a conoscere te stessa e riappropriarti delle varie parti di te. Così, non potrai mai risultare "una delle tante", ma una professionista che lascia un'impronta emotiva ben specifica su chi fa per lei.


E il tuo rapporto con i falsi miti sul marketing online com'è? È capitato anche a te di mettere in atto delle strategie per il tuo business, senza però trovarti bene nel farlo?

Se vuoi parlarne insieme, raggiungici nel gruppo FB Shine - Soul & Business Alchemy rivolto a coach e imprenditrici visionarie che desiderano creare prosperità nella loro vita.

Se invece vuoi davvero metterti in gioco per crescere in maniera ispirata la tua attività di Coaching, scopri di più sulla nuovissima Business Alchemy Academy!

Coaching per il benessere della donna, con Chiara Serafini


Coaching per il benessere della donna, con Chiara Serafini

Si sente parlare di benessere a destra e a manca: consigli su come creare il proprio rituale mattutino, farsi un bel bagno caldo, dedicarsi un momento di relax, bere tisane speziate, attorniarsi di cristalli e oli essenziali, e così via.

Eppure, per molte donne, spesso si tratta più di una cura riparatoria dopo essersi sforzate come matte, piuttosto che mettere il focus sull’accettazione e sull’amore incondizionato verso sé stesse.

Quindi cos’è il vero benessere?

È un’integrazione tra corpo, mente, emozioni e spirito. L’unione del nostro cuore con i nostri pensieri, aprendoci a chi siamo.

Molto spesso, davanti a una gravidanza che non arriva o a un ciclo mestruale doloroso ci si sente vittime, tradite dal proprio corpo, senza la possibilità di poter porre rimedio alla situazione che si sta vivendo.

Tuttavia, è possibile essere fautrici del proprio benessere, prendendosi cura di sé stesse, del proprio mindset e passando dal ruolo di vittima ad essere le protagoniste della propria storia.

La soluzione a molti problemi è già dentro ognuna di noi, spesso si ha solo bisogno di essere accompagnate e sostenute, affinché ci si possa far carico delle proprie responsabilità.

Infatti, grazie al coaching possiamo prenderci cura delle credenze limitanti e delle emozioni. Possiamo sciogliere quei blocchi che non permettono di farci evolvere nelle donne o nelle madri che desideriamo essere.

Quindi, mentre nell'intervista precedente abbiamo visto cosa accade quando la creatività e l'intuito si incontrano, in questo articolo scopriremo l'utilizzo del coaching per il benessere della donna.

Ce ne ha parlato Chiara Serafini, una delle meravigliose coach formatasi nella scuola LUNA che abbiamo intervistato in questo nuovo articolo.


Benvenuta Chiara!

1. Ci racconti chi sei e cosa fai?

Ciao a tutte, sono Chiara, e sono un sacco di cose diverse…sono dolce, sensibile ed empatica, ma anche determinata, decisa, tenace e tanto curiosa.

Nella vita mi prendo cura delle donne: le accompagno nel prendersi cura del proprio ciclo mestruale, le sostengo nella ricerca di gravidanza naturale e le supporto durante il viaggio verso una maternità consapevole. Lo faccio attraverso diversi strumenti che amo e dei quali ho sperimentato gli enormi benefici su di me.

Mi sono laureata in ostetricia 14 anni fa e quasi da subito ho capito che l’ospedale non faceva per me, perché avrei dovuto scendere a compromessi che tradivano i miei valori e le conoscenze che avevo acquisito.

Dopo percorsi di formazione e tirocinio, iniziai la libera professione offrendo la possibilità alle donne che lo desiderano di partorire a casa o di avere un’ostetrica di fiducia accanto in ospedale durante il travaglio.

Sono stati anni intensi, bellissimi ma anche tanto difficili. Ogni donna mi insegnava qualcosa con la sua vita e la sua esperienza. E nonostante diversi master di approfondimento sentivo ancora di non riuscire a offrire alle donne ciò che meritavano.

Grazie ai miei anni di pratica ostetrica ho capito quanto fosse fondamentale un’integrazione tra corpo, mente, emozioni e spirito. Questa consapevolezza mi ha mostrato quale doveva essere la direzione del mio lavoro e dopo tanti anni di studi, esperienze su me stessa, apertura e ascolto, sento di aver la possibilità di offrire questo tipo di percorso alle donne che lo desiderano.

Perché tutto il nostro essere femminile richiede integrazione. Integrazione del nostro cuore con i nostri pensieri, aprendoci a chi siamo, donne cicliche, piene di risorse e consapevolezze che aspettano solo di essere portate alla luce.

2. Cosa ti ha spinta a diventare coach?

Non ho mai pensato che avrei fatto una scuola per diventare coach, ma con Anh e con LUNA Scuola di Coaching per l’Anima, è stato amore a prima vista.

Ho sentito che era la scuola per me, nonostante non sapessi nulla di cos’era una coach. Da tempo cercavo uno strumento per migliorare la comunicazione con le mie clienti e ho percepito subito che mi avrebbe fornito gli strumenti che cercavo.

Da circa 14 anni ho iniziato un mio percorso personale di consapevolezza e pensavo che LUNA mi potesse far fare un bel salto di qualità nel rapporto con me stessa. Sono stata molto felice di aver scelto questo percorso. È stato uno dei viaggi più belli che ho fatto.

3. Prima di iniziare la scuola, quali erano le tue eventuali resistenze o paure e come le hai superate?

Ho subito sentito una sinergia con LUNA quindi, la mia prima paura fu di non essere idonea a partecipare al corso.

In più, tra un bimbo piccolo, altri master di formazione che stavo frequentando e un lavoro piuttosto impegnativo, avevo paura di non riuscire a far fronte alla mole di lavoro che il corso prevedeva.

Quando mi hanno scelta, tutte le paure si sono dissipate e l’ho interpretato come un messaggio dell’universo…Se mi avevano scelta significava che la vita mi avrebbe dato le risorse per far fronte all’impegno. Non è stato semplice, ma sicuramente è stato un viaggio meraviglioso che rifarei altre mille volte .

4. In che modo aiuti le tue coachee?

Nei percorsi che svolgo insieme alle mie coachee si lavora affinché ogni parte del loro essere possa cooperare a raggiungere l’obbiettivo che desiderano. Il lavoro si svolge sul corpo, attraverso l’insegnamento dell’automassaggio, con la scheda sintotermica e attraverso i trattamenti energetici.

Grazie al coaching ci si prende cura delle credenze limitanti, delle emozioni e si vanno a sciogliere i blocchi che non permettono di far evolvere le coachee nelle donne o nelle madri che le desiderano essere.

Molto spesso davanti a una gravidanza che non arriva o a un ciclo mestruale doloroso ci si sente vittime, tradite dal proprio corpo, senza la possibilità di poter porre rimedio alla situazione che si sta vivendo.

Tuttavia, è possibile essere fautrici del proprio benessere, prendendosi cura di sé stesse, del proprio mindset e passando dal ruolo di vittima ad essere le protagoniste della propria storia. La soluzione ai propri problemi è già dentro ognuna di noi. Spesso, si ha solo bisogno di essere accompagnate e sostenute affinché ci si possa far carico delle proprie responsabilità, consapevoli che le proprie risorse potranno fiorire e portare frutto.

5. Quali sono stati gli ostacoli riscontrati lungo il cammino di coach e come li hai superati?

L’ostacolo più grande che ho sentito è stato l’integrare le nuove competenze di coach con il lavoro che già svolgevo e che amavo immensamente. Ho trovato negli strumenti di coaching delle risorse eccezionali che desideravo poter integrare nel mio lavoro, tuttavia avevo molta paura.

Mi sentivo frustrata e in colpa all’idea di lasciare il mio lavoro da ostetrica, ma volevo poter manifestare pienamente chi sentivo di essere, portando al servizio delle donne le mie nuove risorse.

Autorizzarmi a unire la separazione che sentivo, è stato un viaggio durato quasi tutto l’anno di scuola. A ogni sessione di esercitazione con le mie compagne finivo sempre a trattare diverse sfaccettature che questo tema porta con sé.

Quindi, alla fine, la più grande risorsa è stato il coaching stesso e le mie compagne di corso che mi hanno sempre fatta sentire supportata e accolta.

Grazie alla scuola ho potuto prendermi cura con dolcezza di questa mia difficoltà, perdonandomi per le colpe che mi davo ma anche facendo emergere la consapevolezza che non avrei perso nulla, ma anzi sarei stata sempre io, ancora più arricchita perché integra.

È una consapevolezza che ancora oggi nelle giornate “difficili” ricontatto per aiutarmi a far fronte alle difficoltà

6. Cosa consigli a chi desidera diventare coach?

Fai un bel respiro e segui il tuo cuore. Se ti senti chiamata a intraprendere questo viaggio ascolta la tua voce interiore e buttati…tutto il resto troverà lo spazio per manifestarsi.

Puoi trovare Chiara in questi canali:
– Sito web: chiaraserafini.it
– Instagram: @chiara_levatricedellanima


Se anche a te piace aiutare gli altri e ti piacerebbe conoscere il coaching come strumento di crescita personale e professionale, fai questo quiz lunare per iniziare a trasformare la tua vita e quella degli altri.

E se vuoi saperne di più sul magico mondo del coaching con le carte, dai un’occhiata al corso gratuito Co-Creazione: Coaching con le Carte d’Ispirazione.

Quando la creatività e l’intuito si incontrano nel coaching, con Petra Rossi


Creatività e intuito nel coaching, con Petra Rossi

La creatività è un aspetto inscindibile dell'essenza umana.

Non si tratta solo di saper dipingere un quadro, realizzare qualcosa a mano, scrivere poesie o comporre musiche indimenticabili.

“Noi siamo stati creati e, di conseguenza, noi possiamo creare.”

Dunque, portando la creatività a un livello più pratico e quotidiano, possiamo dire che è tutto ciò che ci permette di rimanere collegati alla nostra parte bambina, all’intuito, alla parte che sogna e comprende il fatto che possono esserci tante possibilità e strade diverse per una stessa situazione.

Questa parte accoglie chi siamo nel profondo e che non giudica, perché sa che ci sono azioni dettate dal cuore, e non solo dalla mente, per poter creare cambiamento nelle nostre vite.

Ed ecco che il coaching unito al coraggio della creatività e dell’intuito può realmente cambiare il mondo e rendere la nostra vita ricca e abbondante di Bellezza.

Ce ne ha parlato Petra Rossi, una delle meravigliose coach formatasi nella scuola LUNA che abbiamo intervistato in questo nuovo articolo in cui osserviamo cosa accade quando la creatività e l’intuito si incontrano nel coaching.


Benvenuta Petra!

1. Ci racconti chi sei e cosa fai?

Ciao, sono Petra, 35 anni e sono una Art healer e Coach intuitiva certificata nella splendida LUNA Scuola di Coaching per l'Anima.

Il coaching che sogno e che porto nel mondo è un coaching intuitivo, profondo e che desidera risvegliare la parte creativa dentro di noi.

Quando dico “creativa”, spesso le persone storcono il naso e dicono “io la creatività l'ho lasciata indietro da tanti anni!” oppure “non sono creativa!” oppure “non ho idee”.

Io voglio smentire proprio questo!

La creatività non è solo saper fare un dipinto, una ceramica, realizzare qualcosa a mano, scrivere poesie. La creatività è un aspetto inscindibile dell'essenza umana. È ciò che prima di tutto ci ha permesso di essere qui sulla Terra. Noi siamo stati creati, e di conseguenza, noi possiamo creare.

Ma rimanendo in una concezione più quotidiana e più semplice, posso dire che la creatività è tutto ciò che ci permette di rimanere collegati alla nostra parte bambina, alla nostra parte animica, alla parte che sogna e che intuisce, che sa che possono esserci tante possibilità, tante strade per una stessa situazione. Una parte, quindi, che accoglie chi siamo nel profondo e che non giudica perchè è libera, che sa che ci possono essere azioni precise dettate dal cuore, e non solo dalla mente, per poter creare cambiamento nelle nostre vite.

Ecco, ciò che sogno è che chi si affida a me possa recuperare quella fiducia nel suo essere una persona che crea, avvalendosi del proprio intuito.

Creare cosa? La sua vita! Che magari immagina da tanto! Il suo sogno! Una nuova routine! Un'azione che pensava infattibile! Un cambio lavorativo! Qualsiasi cosa sente e che ora le farebbe dire: “no, non riesco.”

In quel “non riesco” io percepisco un'anima, una persona, sicuramente bloccata da convinzioni ed episodi che hanno rinchiuso quella sua capacità creante in soffitta, sia a livello di pensiero, sia a livello emozionale, che a livello materiale.

Entrando nel mio mondo desidero portare la cliente a ricontattare quella fiamma perduta, quella che fa vedere il mondo nelle sue infinite possibilità, non tanto col mero positivismo ormai obsoleto, ma nell'accezione magica della parola “possibilità”.

Come ci spiega il dizionario Treccani: “Il fatto di esser possibile, la caratteristica di ciò che può esistere, realizzarsi, avvenire.” ; “La condizione, la facoltà, il potere di fare una cosa” ; “Capacità, forze, mezzi di cui si dispone, e che mettono in grado di fare qualcosa”.

Ho desiderato riportare il significato specifico della parola “possibilità” perché, nel mio sentire, è affine a “creatività”: se dico queste parole, sento il cuore che si espande, non è più chiuso, si apre all'azione non pensata in precedenza; si apre al cambiamento, al dirsi che forse si può modificare, trasformare, quel pensiero o quella situazione, in ciò che è meglio per noi.

Il secondo aspetto, quello intuitivo, è ciò che desidero “reiniettare” nella cliente come effetto collaterale del lavoro insieme: altro aspetto nascosto e incompreso ai più, l'intuito è il grande enigma del mondo di oggi.

Se sei intuitivo sei appeso alle nuvole! Ecco, io non lo credo. Se sei intuitivo sei appeso al cuore. E io voglio che ogni persona che incontrerò nel mio cammino lavorativo (e non) possa riacquisire fiducia e dimestichezza con quella favolosa voce interiore che fa percepire le cose prima, che ti fa capire se dire si o no a qualcosa, che ti fa sognare in grande e non a ribasso.

Voglio vedere donne e uomini appagati, perché una Terra appagata è una Terra sana che sa amare e portare Bellezza al tutto.

E qui non ho mezzi concreti per riaccendere l'intuito, ma “solo” l'ascolto, la comprensione e il portare sottobraccio, convalidare il sentire della mia cliente mentre mi racconta i suoi sogni e la sua storia personale, ciò che prova e ciò che dice, silenziando la mente giudicante, zittendo le voci di altri, e portandola all'ascolto intimo di sé stessa.

2. Cosa ti ha spinta a diventare coach?

Volevo unire dei puntini sospesi da troppo tempo nella mia vita. Ho sempre sentito la gioia e la vera realizzazione quando, sostenendo un'amica o qualsiasi persona avesse bisogno, il mio essere con lei portava miglioramento nella sua situazione, portando una visione aperta, una mente veloce e una buona capacità di ascolto.

Per anni ho fatto volontariato per adolescenti e quell'essere accanto nel vedere quei ragazzi felici nel momento in cui venivano accolti e supportati per andare verso sé stessi e i loro sogni, mi ha sempre fatto sentire viva.

Ma non trovavo nulla che centrasse così perfettamente come il coaching! E in realtà non conoscevo questa figura professionale fino a qualche mese prima dell'iscrizione!

Il fatto che coach significhi “allenatore” mi piace un sacco! Non sei uno che indaga il trauma, né tantomeno il ricordo doloroso, sei uno che allena alla voglia di vivere, al raggiungere ciò che sogni!

Io, nel mio caso, alleno alla creatività e all'intuito, al sentirti potente nella tua bellissima vita che attende di essere portata a un'espansione nuova, che meriti!

Quando, grazie a un percorso con una coach appunto, capii che era quella la strada, ho esitato poco a decidere! Mandai la candidatura, fui presa e lì partii il tutto. Il sogno di esserci nella realizzazione della vita dell'altro finalmente era arrivato.

3. Prima di iniziare la scuola, quali erano le tue eventuali resistenze o paure e come le hai superate?

Ce ne sono state tante! E meno male, dico io! Significa che c'era della crescita per me, e così è stato!

La paura principale era se fossi stata in grado di fare “bene” (e ora come coach chiederei “ma, in che senso fare bene?” haha). Cosa che ora è sparita, perché ho imparato che non sono io a creare il risultato, ma è una sinergia tra me e la cliente, un arrendersi all'intuito, un affidarsi a qualcosa che agisce di molto più potente di me (e il secondo “menomale” lo metto qui, haha). La paura ora non c'è più; è rimasta solo la voglia di esserci, per l'altro.

La seconda paura era economica, è stata una bellissima sfida per me: ho messo in piedi una struttura organizzata e precisa che mi ha permesso di completare tutto, sentendomi molto forte, sentendo che davvero le possibilità ci sono sempre se mettiamo in campo la volontà di arrivare, quel desiderio potente di ottenere ciò che sogniamo tanto! Una potente iniezione di fiducia per me su un aspetto della mia vita che è sempre stato critico! Lezione dentro alla lezione, stupendo 🙂

La terza paura era sulla mia costanza: vedere un anno molto intenso davanti a me, per come sono fatta io, mi spaventava, avevo paura di perdere forza e interesse durante. Niente fu più sbagliato! Se fai ciò che ami trovi energia, motivazione e forza, sempre! Non voglio apparire una Wonder Woman che non sono: la stanchezza c'è stata, eccome! Ma non vinceva sul piacere e sulla voglia di imparare che invece mi hanno sempre accompagnata.

4. In che modo aiuti le tue coachee?

La formazione in LUNA che ho scelto mi permette di portare la cliente verso la sua realizzazione, riabbracciando la creatività e l'intuito proprio attraverso l'impostazione che ci è stata data e attraverso le tecniche imparate (tutte stupende e potenti!), perché è una scuola che parte dal presupposto che per creare cambiamento fuori di noi dobbiamo prima osservare il dentro e portare il cambiamento lì.

In questo percorso ci è stato insegnato a osservare, ovviamente nei limiti del nostro codice etico, le parti “bloccate”, impaurite dal cambiamento, portarle alla luce e creare l'azione sospesa da tempo sostenendo la cliente nel processo di realizzazione concreta del suo obiettivo.

Poi, essendo laureata all'accademia di belle arti ed essendomi formata negli anni sul mezzo artistico come sostegno alla trasformazione, utilizzo anche la pittura intuitiva, dove al suo interno troviamo tanti mezzi, tanti input, tante “possibilità” appunto (pittura, collage, argilla, matite, corpo e visualizzazione).

In questo caso, supporto gruppi di pittura intuitiva dal vivo da diversi anni, ma ora grazie agli strumenti del coaching sento che si è creato quel salto in più che mancava! Il mezzo creativo aiuta l'accesso alla creatività: il mezzo giustifica e aiuta il fine, in questo caso!

Dal gesto creativo recupero il gesto dimenticato, l'azione inespressa, che si cela spesso nel dipinto e che è solitamente la parte che non esce (e che insieme poi si farà vedere), e la portiamo insieme nel mondo. Per portare quel cambiamento di cui la Terra ha tanto bisogno.

Poi, se alle volte si vuole estrarre anche una carta oracolo per acquisire un occhio allegorico e intuitivo sul proprio obiettivo, io sono la prima a proporlo! Le carte sono un mezzo potente, che svalica la mente, e ci portano direttamente sul piano immaginale e simbolico che adoro e che spesso, nelle mie sessioni, arriva in superficie come un altro mezzo principale di interazione tra me e la coachee.

Sto sognando tanto per il mio lavoro, e mi sto organizzando, per portare tantissimi altri strumenti nelle mie sessioni. Sono disponibile per percorsi liberi, per cui accolgo ogni argomento ed obiettivo che viene portato supportando il tutto con il mio accento personale: acquisire di nuovo quel potere creativo e intuitivo per raggiungere l'obiettivo che si vuole, per rendere la vita più magica e appagante. Quindi, chi sente che nella propria situazione non c'è più creatività e intuito e vuole sbloccare questi super poteri (magari mettendo le mani nei colori e nella simbologia personale) per andare verso il proprio obiettivo, io ci sono.

5. Quali sono stati gli ostacoli riscontrati lungo il cammino di coach e come li hai superati?

L'ostacolo più grande che ho affrontato è quello dell'allentare la tensione quando mi viene presentata la questione dalla cliente. Al primo ascolto mi sembrava sempre tutto molto grande, troppo intenso e importante, perché ho premura e rispetto per la vita di chi ho di fronte.

Poi, grazie alla centratura, all'affidamento della sessione e del mio essere qui, la tensione piano piano svanisce e arriva la presenza. Quell'aspetto che nella scuola viene insegnato come prima cosa. E che infatti, ti rende fattibile il tutto. Con la presenza sei lì, accogli, e la questione diventa piano piano affrontabile insieme, grazie alla definizione dell'obiettivo, che restringe il campo e porta il focus su un punto preciso. Grazie a questo ho superato questo scoglio molto importante!

Un altro ostacolo è stato quello di avere delle volte paura di essere “spigolosa”, magari dicendo alla cliente che non si stava avanzando. È accaduto proprio con una cliente che, dicendole che parlando di tutt'altro c'era dispersione nella sessione, e che lo dicevo per lei essendo quello il suo tempo, la volta dopo mi ringraziò dicendo che le aveva fatto bene sentirsi dire questa cosa. Le sessioni andarono meglio da lì in poi. Quindi da quel momento non ho timore di essere integra, di portare chiarezza anche sembrando scomoda.

6. Cosa consigli a chi desidera diventare coach?

Consiglio un gesto potente e semplice allo stesso tempo: mettersi una mano sul cuore e chiedersi “voglio esserci davvero per l'altro?” e sentire la risposta.

È un lavoro che non può prescindere l'amore per l'essere umano. Nel vederlo realizzato, pronto, in piena fiducia delle sue capacità, vedendolo aperto a vedere ogni possibilità gli si possono presentare davanti, tu come coach avrai il cuore a mille! Sarai un suo compagno di viaggio, uno che crede in lui.

E spesso noterai che nessuna tecnica sarà mai così potente come il semplice fatto di accoglierlo. Questa è la grande sfida di essere una coach: vedere già l'altro nella sua completezza quando ancora si vede solo come un piccolo seme perduto. Farai la differenza se lo vedrai già come un albero fiorito. Sia per lui che per il mondo intero.

Puoi trovare Petra in questi canali:

– Instagram: @petrartcoaching


Se anche tu senti di avere bisogno di usare più creatività nella tua vita e ti incuriosisce il coaching come strumento di crescita personale e professionale, fai questo quiz per iniziare a trasformare la tua vita e quella degli altri.

E se vuoi saperne di più sul magico mondo del coaching con le carte, dai un’occhiata al corso gratuito Co-Creazione: Coaching con le Carte d’Ispirazione.

Fare pace con l'Ombra per incarnare appieno la Verità

Se non l’hai già incontrata nel tuo percorso, è arrivato il momento di fare la sua conoscenza: l’Ombra è un tema molto importante per la propria crescita personale e professionale. Non a caso è il modulo che alle coach che si formano in LUNA rimane più impresso, in assoluto.

Che tu sia coach o aspirante tale, non importa. La riflessione di oggi è rivolta alle imprenditrici visionarie che vogliono volgere lo sguardo ai propri aspetti nascosti. Esattamente quelli che compromettono la propria capacità di agire, inter-agire e fare business in totale libertà, esprimendo appieno la propria Verità.

Dato che “il lavoro più profondo è di solito il più buio”, non ti resta che fare spazio ad un momento di contatto con te stessa in cui dedicarti alla pratica.

Ti fornirò io gli strumenti necessari: un particolare insieme di domande-chiave con cui illuminare ed integrare tutte le parti di te, per incarnare veramente chi sei.


Dall'Ombra verso la tua Verità

L’Ombra rappresenta, di per sé, tutto ciò che reprimiamo di noi stesse, vale a dire quegli aspetti che non ci piacciono e che giudichiamo sbagliati, e quelle caratteristiche che abbiamo imparato, già in tenera età, a non esprimere, per paura di perdere l’amore e la connessione di cui tanto abbiamo bisogno.

È come se, a causa di particolari condizionamenti esterni, ci convincessimo che ci sono parti di noi che vanno bene e parti che invece non possiamo assolutamente mostrare.

Così, finiamo appunto per relegarle in un angolo buio della nostra psiche, chiudendo la porta e buttando via la (domanda)chiave.

Lì loro rimangono, senza smettere di esistere. Al contrario, irrompono prepotentemente nella nostra vita di tutti i giorni, spesso impedendoci di abbracciare totalmente chi siamo e di fiorire in ciò che abbiamo il potenziale di diventare.

Questo fino a quando non ci fermiamo a guardarle alla luce.

1. Cosa ti dà particolarmente fastidio degli altri?

Alcune ombre sono talmente oscure da riuscire a vederle proiettate solo sugli altri.

Perciò ti invito a ragionare, in primo luogo, sugli aspetti che ti danno particolarmente fastidio delle altre persone: quei comportamenti, quei trigger che scatenano in te una reazione di forte disturbo o disagio.

Può aiutarti pensare all’ultima volta che hai giudicato negativamente l’agire di qualcuno che conosci, reputandolo scorretto o inopportuno.

Quando ci accorgiamo della presenza del giudizio, o della critica, sappiamo di essere al cospetto dell’Ombra: è uno dei possibili modi in cui essa si esprime. 

2. Come si manifesta (o non si manifesta) questa caratteristica in te?

Chiaramente, quando qualcosa dell’altro ci dà fortemente fastidio, guai ad ammettere che quella caratteristica appartiene anche a noi!

Non è facile rendersi conto che quegli aspetti che abbiamo sempre creduto di non possedere in alcun modo, in realtà, sono parti di noi che abbiamo soppresso negli anni.

Ebbene, bisogna tenersela cara questa immagine.

Solo creando la presenza per vedere una certa parte, possiamo sviluppare la consapevolezza (non della mente, ma del Cuore) per andare oltre, integrando e pacificandoci con gli aspetti che non ci permettiamo di esprimere.

Sennò l’Ombra, è risaputo, tornerà sempre a sondare se siamo “sveglie”.

3. Cosa penseresti di te, se tu fossi come chi ti dà fastidio?

Cosa succederebbe se, invece, la possedessi davvero quella caratteristica che non riconosci in te stessa e ti infastidisce fortemente negli altri?

Questa è la terza domanda-chiave. E ti avviso, alla mente non piacerà.

Faranno irruzione tutta una serie di convinzioni limitanti legate al caso. Ma è proprio questo il lavoro: riconoscere ciò che, in fondo, ti sta privando della libertà di essere totalmente chi sei.

Si tratta di (sorpresa, sorpresa!) LA credenza-delle-credenze che esista un “giusto” e uno “sbagliato” a priori. E che, su questo principio, ci sia un modello di “brava persona” da seguire.

Beh, ti racconto una cosa...

Se io avessi continuato ad autoimpormi delle regole per assicurarmi l’amore, l’apprezzamento e l’accettazione delle persone, avrei continuato a giocare in piccolo, limitando l’espressione della mia Verità.

E oggi, probabilmente, non mi troverei qui, a celebrare la bellezza di ciò che c’è nella mia vita.

4. Cosa vuoi celebrare oggi di quello che sei, hai e hai fatto finora? 

Invece di preoccuparti di come potrebbero agire le persone e di quello che la gente potrebbe pensare se tu incarnassi appieno il tuo potenziale, ti invito a cambiare prospettiva.

E se, invece, entrando nel pieno del tuo potere e facendo brillare tutta la tua Luce, ispirassi gli altri a fare lo stesso?

Esprimere la propria Verità, con centratura e fermezza, può essere scomodo per alcuni e di grande ispirazione per altri.

Ma se sei qui, imparare a farlo è indispensabile per te. È il richiamo profondo di quell’energia potente che vuole andare oltre nel proprio percorso di crescita ed evoluzione. Va protetta, con tutta te stessa.

Che, quindi, questo possa essere un reminder per te (e per me) di celebrare ciò che sei adesso, in questo momento, lasciando andare la credenza che non sia nulla di speciale, l’auto-giudizio della mente e la convinzione che tu debba fare o dare di più.

Andando oltre tutto ciò, puoi liberarti dalle maschere rigide e senza vita e abbracciare tutte le tue parti: ombre, specialmente, comprese.

Non mi resta che augurarti una buona esplorazione interiore e darti appuntamento alla prossima puntata.

A presto!


E tu hai individuato i tuoi trigger? Come ti senti a celebrare i tuoi successi e le varie parti del tuo Essere? Ti senti libera di incarnare ed esprimere appieno la tua Verità?

Puoi raggiungerci nel gruppo Facebook Shine - Soul & Business Alchemy per parlarne insieme.

Inoltre, ti ricordo che sono rimasti pochissimi posti per accedere alla 7ima edizione della Certificazione di Coaching dell'Anima.

Ti aspettiamo!

Conti chiari, amicizia lunga. Scoprire l’altra “faccia” del denaro grazie al coaching, con Olessia Rudenko


Conti chiari, amicizia lunga. Scoprire l’altra “faccia” del denaro grazie al coaching, con Olessia Rudenko

Il denaro non fa la felicità. Indubbiamente no, ma la sua mancanza ancora meno!

Anzi, le preoccupazioni legate al denaro sono una delle principali cause di stress e di frustrazione. Inoltre, le nostre convinzioni limitanti legate ai soldi spesso non aiutano a risolvere i problemi.

Il fatto è che il nostro rapporto con il denaro è come uno specchio; è un riflesso fedele del livello di chiarezza o confusione che abbiamo verso il nostro vissuto, il sistema familiare e verso di noi.

Noi donne spesso siamo convinte che la finanza non faccia per noi, che siamo troppo creative per guardare i numeri. Invece, se desideriamo la libertà e la nostra indipendenza, i soldi sono uno dei mezzi che possono facilitare questo processo, per cui è bene imparare a usarli e averli come alleati nella nostra cassetta degli attrezzi.

E se ti dicessi che anche questa volta il coaching è il nostro alleato, ci crederesti?

Ebbene sì!

Mentre nella scorsa intervista abbiamo parlato di come liberarsi dalla paura del giudizio, in questo articolo esploriamo l'altra “faccia” del denaro con l’aiuto del coaching.

E lo faremo con Olessia Rudenko, una delle fantastiche coach formatasi nella scuola LUNA.


Benvenuta Olessia!

1. Ci racconti chi sei e cosa fai?

Ecco, questa è una domanda che ogni volta mi coglie un po’ in difficoltà per rispondere e trovare una definizione breve.

Direi che sono un’anima in continua evoluzione e trasformazione. Sono una “multipotentialite”. La mia innata curiosità e vari eventi della mia vita mi hanno portata ad approfondire delle tematiche molto diverse tra loro, fra cui le Arti applicative, il Graphic Design, il Marketing & Comunicazione, le Biocostellazioni, le 5 Leggi Biologiche, Reiki, Numerologia, Trading, Finanza Personale e Comportamentale… e tutte sono unite da unico filo conduttore: Energia e Amore.

Mi chiamo Olessia (si scrive con la O ma si pronuncia con la A, come Alessia, così è più facile!) Sono di origine russa ma nata in Kazakistan, e dal 2000 vivo a Rimini.

Mi piace definirmi una Curandera Angelica.

Sono una donna che vuole riscoprire il proprio potere personale, la propria determinazione, l’amore e il rispetto per se stessa. Soprattutto sono alla ricerca dell’essenza della mia anima. La vita è la mia maestra e sono consapevole di essere sempre sua allieva.

Ciò che mi trovo ad affrontare è forse la più difficile delle prove: l’incontro con le mie stesse paure, faccia a faccia. Grazie a questo, comprendo che la forza interiore è più forte di ogni condizionamento.

Ogni Curandera è disposta ad aiutare chiunque desidera intraprendere un cammino di conoscenza di sé, a patto, però, che si affidi all’insegnamento della maestra, colei che precedentemente ha percorso gli stessi passi.

Per 8 anni ho vissuto a Mosca per studiare prima le Arti applicative, in particolare il tombolo (merletto fatto con i bastoncini di legno) e poi Graphic Design.

Per più di 20 anni ho fatto la graphic designer prevalentemente nell’ambito della finanza. Influenzata da questo ambiente, ho cominciato a interessarmi al trading e agli investimenti, e più imparavo e più questo grande settore mi affascinava.

Ora uso il denaro come strumento per la crescita personale. In quanto il nostro rapporto con il denaro è come uno specchio, è un riflesso fedele del livello di chiarezza o confusione che abbiamo verso il nostro vissuto, il sistema familiare e verso di noi. Il denaro rivela anche il valore che diamo a noi stessi, la nostra autostima oltre alla nostra emotività.

2. Cosa ti ha spinta a diventare coach?

Direi l’Intuizione Alchemica!

Ho voluto apprendere e approfondire una modalità professionale diversa da quelle tecnico-finanziarie che stavo già usando. Desideravo una professione che fosse più centrata sull’ascolto attivo, grazie alla quale potessi arricchire il mio bagaglio di conoscenza e che, a mia volta, potessi mettere a disposizione nella relazione d’aiuto alla persona. 

3. Prima di iniziare la scuola, quali erano le tue eventuali resistenze o paure e come le hai superate?

La cosa più buffa è che detesto la parola “Coach”!

Molto prima di conoscere Anh, mi è capitato di partecipare a un evento di empowerment femminile di tre giorni e, durante alcuni momenti di networking, alla domanda «Cosa fai?», nove volte su dieci le partecipanti rispondevano «Faccio la coach!» e io, da perfetta ignorante in materia, guardavo con un sorriso la mia interlocutrice e dentro di me pensavo «ok, ma che cavolo vuol dire?».

Al terzo giorno, dopo aver sentito «Faccio la coach!» centinaia di volte, ero nauseata da quella parola e nella mia testa si era formata l'idea che tutta quella gente fosse troppo... sprezzante e megalomane e che non sapesse cosa fare nella vita per cui “fanno la coach” solo perché è di moda e suona “figo”. Potete immaginare la mia resistenza a iscrivermi a una scuola di coaching…

Poi ho conosciuto Anh in un percorso che è durato un anno, in cui ho trovato tante affinità di pensiero, e mi affascinava quel particolare modo di porsi. Il programma di studio proposto era in perfetta armonia con la parte Curandera di me stessa.

Durante il percorso mi sono resa conto di quanto studio ci fosse alla base, e del livello di serietà di questa professione.

Inoltre, percepivo una profonda trasformazione che stava avvenendo piano piano anche dentro di me, notavo un cambiamento nel mio modo di fare e di relazionarmi, soprattutto con i miei figli, che erano e sono tuttora nel periodo delicato dell’adolescenza con i loro tormenti nella ricerca di sé stessi. 

4. In che modo aiuti le tue coachee?

Credo che i soldi non facciano la felicità, ma la loro mancanza ancora meno! E direi di più: le preoccupazioni legate al denaro sono la prima causa di stress, infelicità e insoddisfazione.

Credo anche che tutto quello su cui poniamo la nostra amorevole attenzione fiorisca e cresca. Invece, ignorare i problemi, come possono essere appunto i problemi con i soldi, non aiuta a risolverli.

Credo nella libertà e nell’indipendenza, e i soldi sono solo uno dei mezzi che facilita ad acquisirle, per cui è bene imparare a usarli e averli come alleati nella nostra cassetta di attrezzi. Disporre di tanti soldi ci permette anche di aiutare qualcuno che ne ha meno di noi.

Credo che noi donne spesso siamo troppo convinte che la finanza non faccia per noi, che siamo troppo creative per guardare i numeri e che comprendere la finanza e fare investimenti non sia alla nostra portata. Non mi sta bene che la donna si sottovaluti così e che non sfrutti le possibilità che può offrire il mercato finanziario.

Credo che, se fino adesso non siamo riuscite ad avere i risultati o il tenore di vita desiderati, sia solo perché non sapevamo come fare e nessuno ci ha mai insegnato come tracciare la strada per arrivarci.

Tutti vogliono diventare ricchi dall’oggi al domani senza fare nulla, e sono pochissime le persone disposte a guardare con coraggio e costanza i propri numeri! Un lavoro del genere richiede di tracciare le proprie entrate e uscite, cioè le proprie spese. Richiede di fare le azioni giuste, facendo un passo alla volta nel tempo necessario per raggiungere i propri obiettivi, che per ognuno possono essere molto diversi e bisogna essere disposti anche a cambiare obiettivi strada facendo.

Attraverso un questionario preliminare viene individuato il piano d'azione personalizzato che verrà svolto in 5 sessioni e andrà a lavorare su due tematiche:

Conti chiari, amicizia lunga: dove finiscono i miei soldi?

Impariamo a tracciare le spese acquisendo consapevolezza di quello che entra ed esce dalla tasca. Trascrivendo le cifre su dei fogli Excel, le mettiamo sotto una lente di ingrandimento e poniamo l’attenzione sul perché di quelle spese, utilizzando le domande potenti del coaching che accompagna la trasformazione.

Facciamo il Check-up Enereconomico, cioè guardiamo dove va indirizzata la nostra energia economica trovando equilibrio tra le necessità pratiche, i desideri dell'anima e la mente reattiva.

Iniziamo a pianificare con attenzione per non trovarci con "l'acqua alla gola" o il conto in rosso a sorpresa, e inoltre, impariamo sia a fare ottimizzazione, sia il dreaming, che ci aiuta ad avere più chiarezza, a conquistare sempre di più la nostra indipendenza, la serenità economica ed emotiva, e ad avere più libertà di scelta.

L’altra faccia della moneta. Aspetto emotivo: anche i soldi hanno l’anima.

Andiamo a cambiare lo stato negativo, le nostre ombre e le credenze poco funzionali, riguardo ai soldi, che ci sono stati insegnati da chi ci circonda. Perché il passato, che ne conserviamo la memoria oppure no, giace dentro di noi e condiziona la nostra vita anche se dimentichiamo alcuni eventi.

Scopriremmo di essere meritevoli dell'abbondanza e andremmo a sanare i legami invisibili che ci impediscono il benessere nella nostra vita attraverso tecniche di coaching come Meta Model o con aiuto delle carte Magia Interiore.

In seguito, si è pronti a fare un ulteriore terzo passo: Sfida dell'Abbondanza: Trading per il sociale.

Oggi viviamo in un periodo storico estremamente complesso, pieno di incertezze per il lavoro, per la salute e per il proprio futuro. Avere un piano “B”, “C” e forse anche “D” e non dipendere da un’unica fonte di entrate sta diventando sempre più urgente. Il bisogno di aumentare le proprie entrate cresce, ma come si fa senza aumentare le ore di lavoro?

Con questo percorso, teorico e pratico, si impara a fare il trading sui mercati finanziari partendo completamente da zero, superando la paura di perdere i soldi in Borsa e allo stesso tempo aiutando chi è più sfortunato di noi. Poiché l’abbondanza da più gioia quando è condivisa.

5. Quali sono stati gli ostacoli riscontrati lungo il cammino di coach e come li hai superati?

La cosa più difficile è stata smettere il ruolo di “salvatrice”, che era quasi diventata un’abitudine nociva, e uscire quindi dal “triangolo drammatico”. Inoltre, smettere di voler dare consigli e risolvere la questione della coachee a tutti costi, cancellare l’ansia di prestazione, interrompere la ricerca della domanda giusta da fare nel momento giusto

Ho superato tutto questo e altro ancora, dando più valore al silenzio, all’osservazione e all’ascolto attivo, dando più fiducia a me stessa, ascoltando il mio intuito e lasciandomi andare alla danza alchemica con la coachee.

6. Cosa consigli a chi desidera diventare coach?

Di non aver paura di mettersi in gioco, di essere disposte a scendere in profondità, negli inferi delle proprie ombre, per poi rinascere e risplendere più che mai, di non smettere mai di lavorare su se stesse e di fare tanta pratica.

Puoi trovare Olessia in questi canali:

– Sito: www.moneyqueeninthecity.com
– Sito: www.lissarossa.com
– Profilo Facebook: www.facebook.com/olessia.rudenko

– Pagina Facebook: www.facebook.com/Olessia.Roudenko.pp


Se anche tu sei un una fase di riflessione, senti di avere bisogno di trovare l’ispirazione nella tua vita, e ti incuriosisce il coaching come strumento di crescita personale e professionale, fai questo quiz per iniziare a trasformare la tua vita e quella degli altri.

E se vuoi saperne di più sul magico mondo del coaching con le carte, dai un’occhiata al corso gratuito Co-Creazione: Coaching con le Carte d’Ispirazione.

Liberarsi dalla paura del giudizio grazie al coaching, con Ghita Montalto


Liberarsi dalla paura del giudizio, con Ghita Montalto

Essere criticate e subire il giudizio altrui non è un’esperienza piacevole e, ahimè, diventa spesso uno dei nostri blocchi peggiori a vivere la vita che desideriamo.

O forse sei tu stessa il giudice più temibile, auto-sabotandoti così nel raggiungimento dei tuoi obiettivi?

Quello che devi sapere è che il giudizio crea separazione, distanza, intralcia la nostra serenità e pace interiore, scatenando tutta una serie di situazioni che portano ad emozioni spiacevoli, insoddisfazione e infelicità.

Ma liberarsi dal giudizio è davvero possibile? Ce ne ha parlato Ghita Montalto, una delle fantastiche coach, formatasi nella scuola LUNA che abbiamo intervistato in questo nuovo blog post.

Dunque, nell’intervista precedente abbiamo parlato di riscoprire il valore del proprio corpo, in questo post, invece, ti spieghiamo come liberarsi del giudizio grazie al coaching.


Benvenuta Ghita!

1. Ci racconti chi sei e cosa fai?

Mi chiamo Ghita e mi definisco Art & Visionary Coach. Nel mio lavoro uso la Creatività, le Energie, le Arti Visive e il Coaching per aiutare le Donne ad uscire dalla loro comfort zone e superare i limiti imposti dalla mente e dall'Ego.

Nasco come Giornalista, sono laureata in Scienze della Comunicazione e specializzata in Storia e Critica del Cinema. Amo la Scrittura Creativa e scrivo poesie e storie sin da bambina. Nel tempo, ho trasformato questa mia passione, facendola diventare parte integrante del mio lavoro.

Sono anche Master Reiki del Metodo di guarigione energetica Atlantideo, che uso ed integro con il Coaching, per favorire il riequilibrio e la guarigione del corpo fisico ed energetico.

La mia missione è quella di motivare le Donne ad andare oltre la loro visione del mondo, oltre la visione che hanno di sé stesse, spingendole ad andare al di là dei loro limiti, al di là delle loro convinzioni limitanti, dei loro blocchi emotivi e, soprattutto, della loro comfort zone, per raggiungere la Visione più alta di sé stesse ed abbracciare il cambiamento senza paura.

Aiutarle a "vedere oltre”, ad "andare oltre" e a liberarsi dalla paura del giudizio, sia quello che gli altri hanno su di noi ma soprattutto dal giudizio che noi stesse spesso abbiamo su di noi, auto sabotandoci così nei nostri cambiamenti e nel raggiungimento dei nostri obiettivi e desideri.

Ecco perché il mio motto è: "libere senza giudizio”, perché desidero un mondo nel quale le Donne sono finalmente libere da ogni forma di giudizio, libere dal pregiudizio, libere di essere semplicemente se stesse, disinibite, sensuali, spregiudicate e in potere, fiere della bellezza che hanno dentro e che manifestano fuori.

E so che tutto ciò è possibile. Il mio compito come Coach è quello di aiutarle a tirar fuori da sé stesse tutta la bellezza nascosta che le contraddistingue e a mostrarla al mondo con orgoglio e senza alcuna paura.

Tutto questo grazie all'Arte e al Coaching.

2. Cosa ti ha spinta a diventare coach?

Credo che tutto sia semplicemente arrivato al momento giusto, con le tempistiche e le sincronicità giuste, che mi hanno spinta e condotta per mano a fare questa scelta così importante per me, anche se non ne ero ancora consapevole.

Anni fa, infatti, mi ero imbattuta in un post scritto da Anh, nel quale parlava delle imminenti nuove iscrizioni a LUNA, spiegando il senso profondo del fare Coaching con l'Anima e dell'essere Coach.

Quello però, per me, forse non era il momento giusto per iniziare qualcosa di così importante al quale dover dedicare spazio, tempo, concentrazione e soprattutto energie.

A distanza di circa tre anni, un giorno, rivedo "per caso" un post simile, scritto da Anh, nel quale comunicava che presto si sarebbero concluse le selezioni per la nuova edizione del corso di Coaching. Subito qualcosa è scattato in me e istintivamente mi sono detta che forse quello era il momento giusto per provare, e che se avessi rinunciato forse me ne sarei pentita, perché quella, per me, era davvero un’opportunità unica e irripetibile per voltare pagina e ricominciare da capo la mia vita, dandogli un senso e una direzione nuova.

Però c'era sempre una vocina dentro di me che sentivo e che mi frenava nel buttarmi: "Perché dovrebbero mai prendere me?" "Ci sono soltanto tre posti liberi rimasti e sono già arrivate tantissime richieste, figurati se prendono me?"

Se oggi sono qui a fare il lavoro che amo e a farlo con passione e con gioia, svegliandomi felice ogni mattina, se sono diventata una Coach e se ho trasformato e cambiato radicalmente me stessa e la mia vita, avvicinandomi sempre di più alla versione migliore di me stessa, il merito è soltanto di una persona alla quale voglio molto bene e verso la quale ho una profonda gratitudine per non aver mai smesso, nei giorni in cui ero presa dai dubbi, di credere in me, di motivarmi, spronarmi ed insistere tantissimo affinché io rispondessi alle domande di quel test d'ammissione e inviassi la mia candidatura.

Probabilmente se non avesse insistito così tanto quella sera, non avrei mai spedito quella mail.

3. Prima di iniziare la scuola, quali erano le tue eventuali resistenze o paure e come le hai superate?

Prima che tutto avesse inizio non avevo assolutamente idea di cosa mi aspettasse, di cosa avremmo fatto nel concreto, di come si sarebbero svolte le lezioni, ma soprattutto non avevo minimamente idea della potenza e della capacità trasformativa del Coaching e delle sue tecniche mirate. Fino a quando non ho iniziato a sperimentarle su me stessa e a vedere la profonda trasformazione che stava avvenendo in me sin da subito.

Non ho mai avuto né mostrato resistenze nei confronti di questa nuova esperienza, anche perché desideravo farla già da tempo. Mi sono aperta a questo cambiamento e l'ho accettato completamente, anche se non sapevo ancora dove mi avrebbe portata e soprattutto cosa avrei dovuto vivere, sperimentare ed affrontare in prima persona per arrivare a quella rinascita tanto attesa, che mi ritrovo a vivere oggi che sono diventata una Coach.

Non ho mai avuto paura di scavare a fondo dentro me stessa, anche quando sapevo benissimo dove quel cercare mi avrebbe portata, non mi sono mai tirata indietro ma ho sempre affrontato "i miei demoni”, le mie domande, i miei perché, i miei dubbi, i miei pensieri limitanti ma soprattutto le mie emozioni, guardando sempre in faccia il mio dolore.

Ad oggi lo rifarei ancora, esattamente nello stesso modo, senza risparmiarmi né perdere mai l'opportunità di migliorarmi, perché ciò che trovi alla fine di quel viaggio che fai con te stessa grazie al Coaching, è qualcosa di unico che non ha prezzo, perché ti permette di ritrovare te stessa nella tua essenza più vera.

4. In che modo aiuti le tue coachee?

Partendo dall'ascolto e dalla pratica di presenza che, per me, sono gli aspetti più importanti e fondamentali del Coaching, i punti necessari da cui partire per svolgere al meglio una sessione, perché ti permettono di mettere al centro la Coachee con le sue esigenze, i suoi pensieri, i suoi silenzi necessari.

Farla sentire a suo agio, libera di esprimersi emotivamente e nei pensieri, in uno spazio sacro e protetto creato apposta per lei e lontano da ogni forma di giudizio. La potenza del silenzio, dell'accogliere, della presenza silenziosa, che può esprimersi anche solo attraverso gli occhi, che sembrano dirti: "Va tutto bene, io sono qui con te. Ti ascolto. Ti sento".

Ho avuto modo di sperimentare questa sensazione durante il nostro Retreat in Umbria, fatto quest'estate. L'ho sperimentato su me stessa e l'ho vissuto intensamente con una mia collega Coach con la quale ho condotto una sessione e vi assicuro che la potenza del silenzio, la potenza dell'ascolto e dell'esserci, semplicemente, per l'altra persona, senza per forza dover procedere con tecniche precise o con domande mirate, è un'esperienza bellissima e altamente trasformativa. Perché in quel momento ci si parla davvero con l'anima, con gli occhi, con il cuore e a bassa voce, sussurrando appena quelle poche frasi necessarie per accompagnare la Coachee verso le sue nuove consapevolezze.

Le tecniche di Coaching utilizzate all'interno di LUNA Scuola di Coaching per l'Anima sono tantissime e sono tutte straordinarie e potenti, ma io ne amo alcune in modo particolare e cerco di usarle il più possibile, se e quando necessario, perché credo fortemente che aiutino tantissimo la Coachee ad andare oltre se stessa, oltre le sue paure, oltre le sue emozioni e i suoi pensieri limitanti, e raggiungere nuove consapevolezze e pensieri più premianti per lei.

Mi riferisco al Metodo R.A.I.N., ideato da Tara Brach, che ci permette di entrare in connessione profonda con le nostre emozioni, saperle riconoscere dandogli un nome e soprattutto imparare a dialogarci, per poi trasformarle in emozioni nuove.

Infine, le "Posizioni percettive”, due in particolar modo: la Posizione percettiva dell'Eroe modello e la Posizione percettiva dell'Io futuro.

Due tecniche molto potenti che ci permettono, attraverso l'uso della visualizzazione, di entrare in contatto con la parte più nascosta di noi e guardare le cose, i pensieri e le situazioni con occhi nuovi e da punti di vista diversi.

5. Quali sono stati gli ostacoli riscontrati lungo il cammino di coach e come li hai superati?

Ricordo come fosse ieri il modo in cui mi sentivo durante le prime lezioni di Coaching, quando inizi a comprendere a pieno il meccanismo e sai che ora "ti tocca”, adesso devi esporti, devi incominciare a condurre tu una sessione di Coaching, facendo tu le domande e utilizzando le diverse tecniche che hai a tua disposizione e che hai appena imparato.

Ecco, ricordo ancora il terrore che provavo solo all'idea di dover fare io quelle cose, di dover ripetere certe pratiche e pormi nella veste di Coach.

In quel momento mi sentivo come l'alunna a scuola durante le interrogazioni. "Sarò in grado? Ricorderò tutto quello che devo dire? Farò le domande giuste? E se poi sbaglio? E se non ricordo più cosa devo dire e come devo procedere?".

Quella vocina spaventata dentro di me continuava a ripetermi sempre la stessa cosa e confesso che in alcuni momenti avrei voluto fare come si faceva a scuola prima dell'interrogazione, sapendo di essere impreparati: trovare una scusa per uscire fuori dalla classe.

Si, mi sentivo "impreparata”, non in grado di riuscire a fare mai una cosa del genere, tenere un'intera sessione di Coaching di 45 minuti, tenendo conto di tutto ciò che avevo imparato.

Mi sentivo insicura e questa mia paura spesso mi bloccava, senza far venir fuori le mie vere potenzialità, che poi ho scoperto essere tante.

In realtà, dovevo solo darmi il permesso di lasciarmi andare, di provare e riprovare, di sbagliare e di cadere, senza giudicarmi io per prima, senza essere troppo severa con me stessa, senza pretendere da me la perfezione su una cosa, su un processo, che invece aveva soltanto bisogno di fluire, dei suoi tempi, di andare come era giusto che andasse, senza schemi fissi da seguire ne' rigidità da parte mia.

Sicuramente la pratica costante e il provare e riprovare sempre è stato ciò che mi ha aiutata a superare questi miei momenti di insicurezza.

Infatti, notavo che più mi mettevo alla prova e mi esercitavo, più la mia sicurezza aumentava, facendomi capire che, in realtà, la paura che provavo era immotivata, perché io ero in grado di fare quelle cose ed essere una Coach.

6. Cosa consigli a chi desidera diventare coach?

Di ascoltare sempre il cuore e il proprio intuito, perché sono due alleati fedeli che non mentono mai, mostrandoci sempre quale strada seguire.

Se il desiderio di diventare Coach è così forte, l'unica cosa da fare è quella di dare ascolto a quella vocina dentro di noi, che ci spinge a compiere quel passo, perché quello sarà ciò che darà inizio alla versione migliore di noi stesse.

Quindi, non perdete per nessuna ragione al mondo questa bellissima opportunità di crescita e realizzazione personale, afferratela al volo nel momento in cui vi si presenta, un po' come è accaduto a me, perché ogni cosa arriva sempre al momento giusto per noi, quando siamo pronte ad accoglierla.

Siate disposte a mettervi in gioco, a non tirarvi mai indietro, neanche davanti alle difficoltà o alle lacrime che potranno nascere o ai momenti di crisi, a volte inevitabili ma necessari, perché sono quelli che precedono la rinascita.

Consiglio di mettersi a nudo con sé stesse, come davanti ad uno specchio, e di farlo senza remore, senza censurare mai nulla di ciò che verrà fuori durante quel processo di crescita personale ed imparare a conoscersi, riconoscersi, ritrovarsi, comprendersi, scoprirsi ed infine accogliersi in ogni piccola sfumatura, per imparare ad amarsi totalmente e completamente, con piena e totale fiducia e compassione verso se stesse, verso chi siamo state un tempo ma soprattutto verso chi siamo oggi.

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Se anche a te piace aiutare gli altri e ti piacerebbe conoscere il coaching come strumento di crescita personale e professionale, fai questo quiz lunare per iniziare a trasformare la tua vita e quella degli altri.

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La Ruota dell’Anno: 12 mesi in compagnia delle carte Magia Interiore

Ruota dell'Anno con carte Magia Interiore

La Ruota dell’Anno: 12 mesi in compagnia delle carte Magia Interiore

Abbiamo da poco salutato l’inizio di un nuovo anno, dando il benvenuto al mese di Gennaio.

Spesso i giorni di passaggio tra un anno e l’altro o, più in generale, tra la chiusura e l’apertura di un nuovo ciclo, portano con sé un’energia davvero particolare.

Da un lato abbiamo la possibilità di celebrare il rilascio di ciò che non ci rappresenta più e di cui desideriamo liberarci, manifestando allo stesso tempo gratitudine per ciò che è stato.

Dall’altro ci approcciamo a cogliere una preziosa occasione per seminare le nostre intenzioni per il futuro.

In particolare, se desideri accogliere il nuovo anno immergendoti nelle profondità del tuo universo interiore ricercando le sensazioni e le emozioni che desideri provare nei mesi a venire, continua a leggere questo articolo.

Nelle prossime righe, infatti, ti suggeriremo una splendida pratica per accompagnare questa tua esplorazione: la Ruota dell’Anno.

Non ti serviranno nient’altro che il tuo mazzo di carte d’ispirazione preferito, meglio ancora se Magia Interiore, e del tempo di qualità da dedicare a te stessa.


Le carte come percorso di evoluzione personale

La Ruota dell’Anno è una stesa di carte che puoi fare per te stessa e che puoi anche scegliere di proporre ai tuoi clienti.

Nello specifico, questa stesa è composta da 13 carte, delle quali una viene posta in posizione centrale, mentre le restanti 12 le ruotano attorno come a formare, per l’appunto, una ruota.

La carta centrale rappresenta il tema su cui per te può essere utile lavorare nell’arco dell’anno dal punto di vista del tuo viaggio di crescita interiore.

Le altre 12 carte, invece, vengono estratte come rappresentative dell’energia su cui sei invitata a portare l’attenzione di mese in mese. Ad ogni mese dell’anno a venire, dunque, corrisponderà una specifica carta.

Ecco un esempio tratto dalle condivisioni su Instagram delle splendide donne che hanno esplorato la Ruota dell’Anno con le carte Magia Interiore.
Se vuoi immergerti in tutte le loro stese, clicca qui.”

Se lo desideri, una volta conclusa l’estrazione delle 13 carte puoi scattare una foto della stesa e appenderla alla tua vision board. Oppure puoi riportare sulla tua agenda preferita le carte che hai estratto per ciascun mese, come a creare una sorta di percorso a tappe da percorrere nell’arco dell’anno.

Per ciascuna carta osserva quali sono gli stimoli e le riflessioni che essa suscita in te.

Per esempio, all’inizio di ogni mese puoi porre la carta corrispondente in un luogo in cui sia per te facilmente visibile, quasi come fosse un’energia a cui fare riferimento, uno spunto di riflessione e di consapevolezza da portare nella tua vita.

In tal senso, ogni carta può divenire un vero e proprio stimolo alla meditazione e all’integrazione di quegli aspetti che essa fa emergere in te.

E, nella loro interezza, questo ciclo di carte nell’arco di un anno riassumeranno il tuo percorso di crescita ed evoluzione personale.

Meraviglioso, non trovi?


Se non conosci le carte Magia Interiore e vuoi scoprire come usare questo potente strumento di introspezione per te o per i tuoi clienti, iscriviti al corso gratuito Co-Creazione cliccando qui.

Avrai modo di sperimentare un metodo semplice ed intuitivo che ti aiuta a risvegliare la tua magia interiore, accedere alle risorse nascoste e trovare soluzioni inaspettate.

Ti aspettiamo!

Concorrenza? In che modo distinguerti dalla massa come coach

Se sei una coach o un’imprenditrice alla prime armi, probabilmente la tua situazione è la seguente.

Ti stai avventurando nel mondo del marketing e non sai ancora come fare per distinguerti dalla concorrenza.

Ouch! Argomento spinoso, lo so. Su cosa puntare in questi casi? Lascia che te lo sveli in questa puntata.


Distinguersi dalla concorrenza nel coaching

Perché proprio te?

Non sei la sola. Sono molte le coach alle prime armi che si confrontano con la difficoltà di trovare clienti.

Se lo osservi con attenzione, è probabile che il rimugino che occupa la tua mente sia attraversato da frasi come:

Niente di strano. Sono tutte convinzioni che in un modo o nell’altro si risvegliano proprio quando ci sono meno utili.

Da te alla trasformazione

Il coaching e la professione del coach è un mondo fantastico proprio perché mette la trasformazione al centro.

Le persone arrivano da te non solo per quello che offri o per come lo proponi, ma soprattutto per chi sei e ciò che incarni.

Mi riferisco alla tua energia, alla coerenza del tuo messaggio, alle tue scelte di vita, ai tuoi valori e alla tua visione.

Universalmente, le persone cercano persone con cui sentono un'affinità e una risonanza a livello sottile, energetico, animico.

Punta sulla tua unicità!

Sebbene ognuno di noi sia un essere unico, in questa società la tendenza è inversa: ci si sforza per conformarsi l’uno all’altro.

Qui è la Mente a metterci lo zampino, facendoti credere che per avere successo tu debba seguire degli step che qualcuno ha predefinito per te.

Invece l’Anima sa. Conosce, sente e vede che, in realtà, sei qui per sperimentare e per portare il tuo dono unico al mondo.

Dunque, mentre ti do appuntamento alla prossima, ti invito a porti una domanda potente che ti aiuterà a differenziarti come coach:

Qual è un aspetto (almeno uno) che hai già integrato nella tua vita e che ti rende chi sei? 


Hai saputo? È nato "Vita da Coach: Vivere e Prosperare con il Coaching", un workshop gratuito di 4 giorni per creare impatto nel mondo e prosperare nel tuo business di coaching.

Abbiamo iniziato lunedì 9 gennaio e staremo assieme per 4 giorni di fila, concludendo con un incontro di integrazione per rispondere a tutte le tue domande (anche quelle che mi avete già fatto).

Se non hai potuto partecipare live, nessun problema. Trovi ogni giorno i replay e potrai accedervi per una settimana dall'inizio del workshop: ti aspettiamo!