Dalla multi-potenzialità all'integrazione delle passioni, con Sara Santella

Dalla multi-potenzialità all'integrazione delle passioni, con Sara Santella

Quali sono le tue passioni?

Molte persone fanno fatica a rispondere; c'è chi ne ha tante e chi, invece, non sa minimamente quali siano.

È innegabile che le passioni completano la nostra esistenza e averne più di una non fa che potenziare la nostra creatività, definisce le nostre abitudini e quindi il nostro carattere.

Eppure, talvolta, questa multi-potenzialità può creare confusione e frustrazione, perché, ad esempio, abbiamo difficoltà a orientarci verso un lavoro o una nicchia di mercato.

Pertanto, conoscere ciò che ci piace fare può aiutarci a capire dove vogliamo andare e cosa vogliamo ottenere dalla vita.

In questo modo, le nostre passioni diventano il carburante che ci consente di vivere una realtà che abbia un senso profondo per noi.

Dopo aver esplorato il benessere della donna, in questa intervista affrontiamo un nuovo argomento con un’altra delle straordinarie coach LUNA certificate.

Da “ho troppe passioni, non troverò mai un lavoro” a “ho creato il mio lavoro e aiuto le donne a fare altrettanto”: ecco il potere dell’integrazione, con Sara Santella.


Benvenuta Sara!

1. Ci racconti chi sei e cosa fai?

Mi chiamo Sara e mi definisco una Nature Musa.

Per molto tempo ho avuto difficoltà a rispondere a questa domanda…nei miei anni su questa Terra ho messo insieme le competenze più disparate: dalla filosofia all’arte, dal coaching al counseling, dalle attività manuali e artigianali al sapere scientifico. Ma chi ero e cosa facevo era un mistero per me e, di conseguenza, anche per gli altri.

Facevo di tutto un po', mi appassionavano molte cose e facevo fatica a definire me e il mio lavoro…ero un po' come Balto, non è cane, non è lupo, sa solo ciò che non è.

Poi ho capito che tutto ciò che mi appassionava aveva dei fili conduttori: la cultura, il sapere, la Natura e la Bellezza. Da qui la possibilità di una definizione al di là delle etichette standard.

Oggi aiuto donne confuse con molte passioni che vogliono vivere una vita che le soddisfi attraverso un lavoro che sia uno strumento per realizzarla e per mostrare il loro potenziale. Nature Musa, quindi, proprio perché metto a disposizione tutti gli strumenti che ho accumulato per ispirare le donne a riconnettersi alla loro natura più vera e ancestrale così da diventare loro stesse le proprie muse ispiratrici e vivere una vita che è un’opera d’arte, togliendo, come nella scultura, tutto il superfluo, le convinzioni limitanti, le sovrastrutture sociali, i condizionamenti ereditati.

2. Cosa ti ha spinta a diventare coach?

Come per molte altre donne, prima di far uscire il nostro potenziale dobbiamo raggiungere il fondo. Io l’ho toccato dopo una relazione narcisistica con un uomo con un PTSD e dei lavori logoranti al limite dello sfruttamento.

Ho iniziato il mio percorso di crescita personale e ho capito che ciò che avevo vissuto era preziosissimo e non poteva andare sprecato. Ho deciso di condividere la Bellezza degli insegnamenti appresi e di supportare chi si fosse trovata a vivere questi eventi donando una nuova lettura al loro vissuto di sofferenza affinché non andasse sprecato.

Dopo vari anni come counselor ho sentito il bisogno di avvicinarmi ad una dimensione più spirituale. Ci tengo a precisare che non ho scelto di essere coach, ma ho scelto di essere una coach LUNA. Non ero interessata a diventare coach, volevo proprio fare il Master di Anh e apprendere gli strumenti di coaching dell’anima che questo master insegnava. Non ho preso in considerazione nessun’altra scuola di coaching perché il mio obiettivo non era essere coach in generale ma avvicinarmi ad una modalità spirituale e allo stesso tempo pratica e concreta di approccio alle difficoltà.

3. Prima di iniziare la scuola, quali erano le tue eventuali resistenze o paure e come le hai superate?

La mia prima preoccupazione era se sarei riuscita a pagare il master. Non navigavo in ottime acque e avevo già altre spese, vivendo da sola. Inoltre, non avevo soldi da parte.

Ho deciso di rischiare avendo fiducia in ciò che sarebbe giunto, vivendolo come una nuova sfida. Avevo anche paura di trovare l’ennesimo corso con il quale non avrei lavorato.

Poi, ho capito che possiamo acquisire tutti gli strumenti che vogliamo ma se non cambiamo il mindset rimaniamo sempre nella stessa situazione e nel master si lavora molto su questo.

In ultimo, il rapporto interpersonale. Sono sempre stata una persona solitaria e mi sento facilmente invasa quando sono in gruppo mentre, questa volta, ho trovato nelle mie compagne di corso delle sorelle preziose.

4. In che modo aiuti le tue coachee?

La mia missione è aiutare tutte quelle donne che vogliono ri-accogliere sé stesse, coltivare il loro potenziale e vivere una vita ai propri ritmi, attraverso pratiche di consapevolezza e riscoperta di una femminilità ispirata al fine di creare un lavoro che abbia un senso per loro e che sia strumento per manifestare nel mondo la loro missione e creare la vita alla quale aspirano.

Ho creato un percorso chiamato “Cresci il tuo Bosco Interiore” nel quale unisco strumenti di counseling per andare in profondità e di coaching per proseguire in avanti, filosofia classica ed estetica per rimanere ispirate e dare una lettura di senso al quotidiano.

Propongo un ritorno alla frugalità e alla presenza, alla semplicità, alla Natura e ai suoi cicli ed insegnamenti, come forma di saggezza ancestrale e ri-bellione (ritorno al Bello e quindi a noi stesse, alla parte più vera di noi) contro l’accelerazione, la massificazione e la disumanizzazione odierna.

5. Quali sono stati gli ostacoli riscontrati lungo il cammino di coach e come li hai superati?

Gli ostacoli sono stati principalmente di natura personale e di mindset. Più andavo avanti e scoprivo strumenti e tecniche e più si apriva un mondo e mi dicevo: “non ce la farò mai, non riuscirò mai a farlo bene, prima o poi tutti scopriranno che non so fare nulla…dovrei saper fare molto di più e meglio” e altre cose così.

Sinceramente, non l’ho superato perché ogni tanto questi pensieri tornano, semplicemente mi metto in ascolto e li faccio esprimere insieme all’emozione che portano con loro. Oggi mi focalizzo più sull’essere e mi faccio pubblicità dicendo chiaramente cosa sono e faccio e cosa non faccio e non sono.

Ho capito che sono io la prima a dover accettare di non poter essere “una e trina” e metto a disposizione ciò che ho per chi ne ha bisogno, senza pretese.

Un altro ostacolo era il fatto di dover chiedere soldi per la mia prestazione: ora credo sia un mezzo per liberare l’altro da un debito di gratitudine. Non sono la salvatrice di nessuno e non voglio ringraziamenti a vita.

Ho solo dedicato il mio tempo a studiare metodi e ad apprendere strumenti per risolvere situazioni ed esplorare la propria interiorità. Io metto a disposizione questo e l’altro porta la sua esperienza. Insieme facciamo un percorso di condivisione e co-creazione e alla fine l’altro è libero di vivere a pieno la sua vita con indipendenza.

6. Cosa consigli a chi desidera diventare coach?

Di partire da se stesse e fare molto lavoro di crescita personale. Non possiamo portare l’altro dove noi non siamo state per prime.

Puoi trovare Sara su Instagram:


Se anche tu vorresti conoscere il coaching come strumento di crescita personale e professionale, fai questo quiz lunare per iniziare a trasformare la tua vita e quella degli altri.

E se vuoi saperne di più sul magico mondo del coaching con le carte, dai un’occhiata al corso gratuito Co-Creazione: Coaching con le Carte d’Ispirazione.

Coaching per il benessere della donna, con Chiara Serafini

Coaching per il benessere della donna, con Chiara Serafini

Si sente parlare di benessere a destra e a manca: consigli su come creare il proprio rituale mattutino, farsi un bel bagno caldo, dedicarsi un momento di relax, bere tisane speziate, attorniarsi di cristalli e oli essenziali, e così via.

Eppure, per molte donne, spesso si tratta più di una cura riparatoria dopo essersi sforzate come matte, piuttosto che mettere il focus sull’accettazione e sull’amore incondizionato verso sé stesse.

Quindi cos’è il vero benessere?

È un’integrazione tra corpo, mente, emozioni e spirito. L’unione del nostro cuore con i nostri pensieri, aprendoci a chi siamo.

Molto spesso, davanti a una gravidanza che non arriva o a un ciclo mestruale doloroso ci si sente vittime, tradite dal proprio corpo, senza la possibilità di poter porre rimedio alla situazione che si sta vivendo.

Tuttavia, è possibile essere fautrici del proprio benessere, prendendosi cura di sé stesse, del proprio mindset e passando dal ruolo di vittima a protagonista della propria storia.

La soluzione a molti problemi è già dentro ognuna di noi, spesso si ha solo bisogno di essere accompagnate e sostenute, affinché ci si possa far carico delle proprie responsabilità.

Infatti, grazie al coaching possiamo prenderci cura delle credenze limitanti e delle emozioni. Possiamo sciogliere quei blocchi che non permettono di farci evolvere nelle donne o nelle madri che desideriamo essere.

Quindi, mentre nell'intervista precedente abbiamo visto cosa accade quando la creatività e l'intuito si incontrano, in questo articolo scopriremo l'utilizzo del coaching per il benessere della donna.

Ce ne ha parlato Chiara Serafini, una delle meravigliose coach formatasi nella scuola LUNA che abbiamo intervistato in questo nuovo articolo.


Benvenuta Chiara!

1. Ci racconti chi sei e cosa fai?

Ciao a tutte, sono Chiara, e sono un sacco di cose diverse…sono dolce, sensibile ed empatica, ma anche determinata, decisa, tenace e tanto curiosa.

Nella vita mi prendo cura delle donne: le accompagno nel prendersi cura del proprio ciclo mestruale, le sostengo nella ricerca di gravidanza naturale e le supporto durante il viaggio verso una maternità consapevole. Lo faccio attraverso diversi strumenti che amo e dei quali ho sperimentato gli enormi benefici su di me.

Mi sono laureata in ostetricia 14 anni fa e quasi da subito ho capito che l’ospedale non faceva per me, perché avrei dovuto scendere a compromessi che tradivano i miei valori e le conoscenze che avevo acquisito.

Dopo percorsi di formazione e tirocinio, iniziai la libera professione offrendo la possibilità alle donne che lo desiderano di partorire a casa o di avere un’ostetrica di fiducia accanto in ospedale durante il travaglio.

Sono stati anni intensi, bellissimi ma anche tanto difficili. Ogni donna mi insegnava qualcosa con la sua vita e la sua esperienza. E nonostante diversi master di approfondimento sentivo ancora di non riuscire a offrire alle donne ciò che meritavano.

Grazie ai miei anni di pratica ostetrica ho capito quanto fosse fondamentale un’integrazione tra corpo, mente, emozioni e spirito. Questa consapevolezza mi ha mostrato quale doveva essere la direzione del mio lavoro e dopo tanti anni di studi, esperienze su me stessa, apertura e ascolto, sento di aver la possibilità di offrire questo tipo di percorso alle donne che lo desiderano.

Perché tutto il nostro essere femminile richiede integrazione. Integrazione del nostro cuore con i nostri pensieri, aprendoci a chi siamo, donne cicliche, piene di risorse e consapevolezze che aspettano solo di essere portate alla luce.

2. Cosa ti ha spinta a diventare coach?

Non ho mai pensato che avrei fatto una scuola per diventare coach, ma con Anh e con LUNA Scuola di Coaching per l’Anima, è stato amore a prima vista.

Ho sentito che era la scuola per me, nonostante non sapessi nulla di cos’era una coach. Da tempo cercavo uno strumento per migliorare la comunicazione con le mie clienti e ho percepito subito che mi avrebbe fornito gli strumenti che cercavo.

Da circa 14 anni ho iniziato un mio percorso personale di consapevolezza e pensavo che LUNA mi potesse far fare un bel salto di qualità nel rapporto con me stessa. Sono stata molto felice di aver scelto questo percorso. È stato uno dei viaggi più belli che ho fatto.

3. Prima di iniziare la scuola, quali erano le tue eventuali resistenze o paure e come le hai superate?

Ho subito sentito una sinergia con LUNA quindi, la mia prima paura fu di non essere idonea a partecipare al corso.

In più, tra un bimbo piccolo, altri master di formazione che stavo frequentando e un lavoro piuttosto impegnativo, avevo paura di non riuscire a far fronte alla mole di lavoro che il corso prevedeva.

Quando mi hanno scelta, tutte le paure si sono dissipate e l’ho interpretato come un messaggio dell’universo…Se mi avevano scelta significava che la vita mi avrebbe dato le risorse per far fronte all’impegno. Non è stato semplice, ma sicuramente è stato un viaggio meraviglioso che rifarei altre mille volte .

4. In che modo aiuti le tue coachee?

Nei percorsi che svolgo insieme alle mie coachee si lavora affinché ogni parte del loro essere possa cooperare a raggiungere l’obbiettivo che desiderano. Il lavoro si svolge sul corpo, attraverso l’insegnamento dell’automassaggio, con la scheda sintotermica e attraverso i trattamenti energetici.

Grazie al coaching ci si prende cura delle credenze limitanti, delle emozioni e si vanno a sciogliere i blocchi che non permettono di far evolvere le coachee nelle donne o nelle madri che le desiderano essere.

Molto spesso davanti a una gravidanza che non arriva o a un ciclo mestruale doloroso ci si sente vittime, tradite dal proprio corpo, senza la possibilità di poter porre rimedio alla situazione che si sta vivendo.

Tuttavia, è possibile essere fautrici del proprio benessere, prendendosi cura di sé stesse, del proprio mindset e passando dal ruolo di vittima ad essere le protagoniste della propria storia. La soluzione ai propri problemi è già dentro ognuna di noi. Spesso, si ha solo bisogno di essere accompagnate e sostenute affinché ci si possa far carico delle proprie responsabilità, consapevoli che le proprie risorse potranno fiorire e portare frutto.

5. Quali sono stati gli ostacoli riscontrati lungo il cammino di coach e come li hai superati?

L’ostacolo più grande che ho sentito è stato l’integrare le nuove competenze di coach con il lavoro che già svolgevo e che amavo immensamente. Ho trovato negli strumenti di coaching delle risorse eccezionali che desideravo poter integrare nel mio lavoro, tuttavia avevo molta paura.

Mi sentivo frustrata e in colpa all’idea di lasciare il mio lavoro da ostetrica, ma volevo poter manifestare pienamente chi sentivo di essere, portando al servizio delle donne le mie nuove risorse.

Autorizzarmi a unire la separazione che sentivo, è stato un viaggio durato quasi tutto l’anno di scuola. A ogni sessione di esercitazione con le mie compagne finivo sempre a trattare diverse sfaccettature che questo tema porta con sé.

Quindi, alla fine, la più grande risorsa è stato il coaching stesso e le mie compagne di corso che mi hanno sempre fatta sentire supportata e accolta.

Grazie alla scuola ho potuto prendermi cura con dolcezza di questa mia difficoltà, perdonandomi per le colpe che mi davo ma anche facendo emergere la consapevolezza che non avrei perso nulla, ma anzi sarei stata sempre io, ancora più arricchita perché integra.

È una consapevolezza che ancora oggi nelle giornate “difficili” ricontatto per aiutarmi a far fronte alle difficoltà

6. Cosa consigli a chi desidera diventare coach?

Fai un bel respiro e segui il tuo cuore. Se ti senti chiamata a intraprendere questo viaggio ascolta la tua voce interiore e buttati…tutto il resto troverà lo spazio per manifestarsi.

Puoi trovare Chiara in questi canali:
– Sito web: chiaraserafini.it
– Instagram: @chiara_levatricedellanima


Se anche a te piace aiutare gli altri e ti piacerebbe conoscere il coaching come strumento di crescita personale e professionale, fai questo quiz lunare per iniziare a trasformare la tua vita e quella degli altri.

E se vuoi saperne di più sul magico mondo del coaching con le carte, dai un’occhiata al corso gratuito Co-Creazione: Coaching con le Carte d’Ispirazione.

Quando la creatività e l’intuito si incontrano nel coaching, con Petra Rossi

Quando la creatività e l’intuito si incontrano nel coaching, con Petra Rossi

La creatività è un aspetto inscindibile dell'essenza umana.

Non si tratta solo di saper dipingere un quadro, realizzare qualcosa a mano, scrivere poesie o comporre musiche indimenticabili.

“Noi siamo stati creati e, di conseguenza, noi possiamo creare.”

Dunque, portando la creatività a un livello più pratico e quotidiano, possiamo dire che è tutto ciò che ci permette di rimanere collegati alla nostra parte bambina, all’intuito, alla parte che sogna e comprende il fatto che possono esserci tante possibilità e strade diverse per una stessa situazione.

Questa parte accoglie chi siamo nel profondo e non giudica, perché sa che ci sono azioni dettate dal cuore, e non solo dalla mente, per poter creare cambiamento nelle nostre vite.

Ed ecco che il coaching unito al coraggio della creatività e dell’intuito può realmente cambiare il mondo e rendere la nostra vita ricca e abbondante di Bellezza.

Ce ne ha parlato Petra Rossi, una delle meravigliose coach formatasi nella scuola LUNA che abbiamo intervistato in questo nuovo articolo in cui osserviamo cosa accade quando la creatività e l’intuito si incontrano nel coaching.


Benvenuta Petra!

1. Ci racconti chi sei e cosa fai?

Ciao, sono Petra, 35 anni e sono una Art healer e Coach intuitiva certificata nella splendida LUNA Scuola di Coaching per l'Anima.

Il coaching che sogno e che porto nel mondo è un coaching intuitivo, profondo e che desidera risvegliare la parte creativa dentro di noi.

Quando dico “creativa”, spesso le persone storcono il naso e dicono “io la creatività l'ho lasciata indietro da tanti anni!” oppure “non sono creativa!” oppure “non ho idee”.

Io voglio smentire proprio questo!

La creatività non è solo saper fare un dipinto, una ceramica, realizzare qualcosa a mano, scrivere poesie. La creatività è un aspetto inscindibile dell'essenza umana. È ciò che prima di tutto ci ha permesso di essere qui sulla Terra. Noi siamo stati creati, e di conseguenza, noi possiamo creare.

Ma rimanendo in una concezione più quotidiana e più semplice, posso dire che la creatività è tutto ciò che ci permette di rimanere collegati alla nostra parte bambina, alla nostra parte animica, alla parte che sogna e che intuisce, che sa che possono esserci tante possibilità, tante strade per una stessa situazione. Una parte, quindi, che accoglie chi siamo nel profondo e che non giudica perchè è libera, che sa che ci possono essere azioni precise dettate dal cuore, e non solo dalla mente, per poter creare cambiamento nelle nostre vite.

Ecco, ciò che sogno è che chi si affida a me possa recuperare quella fiducia nel suo essere una persona che crea, avvalendosi del proprio intuito.

Creare cosa? La sua vita! Che magari immagina da tanto! Il suo sogno! Una nuova routine! Un'azione che pensava infattibile! Un cambio lavorativo! Qualsiasi cosa sente e che ora le farebbe dire: “no, non riesco.”

In quel “non riesco” io percepisco un'anima, una persona, sicuramente bloccata da convinzioni ed episodi che hanno rinchiuso quella sua capacità creante in soffitta, sia a livello di pensiero, sia a livello emozionale, che a livello materiale.

Entrando nel mio mondo desidero portare la cliente a ricontattare quella fiamma perduta, quella che fa vedere il mondo nelle sue infinite possibilità, non tanto col mero positivismo ormai obsoleto, ma nell'accezione magica della parola “possibilità”.

Come ci spiega il dizionario Treccani: “Il fatto di esser possibile, la caratteristica di ciò che può esistere, realizzarsi, avvenire.” ; “La condizione, la facoltà, il potere di fare una cosa” ; “Capacità, forze, mezzi di cui si dispone, e che mettono in grado di fare qualcosa”.

Ho desiderato riportare il significato specifico della parola “possibilità” perché, nel mio sentire, è affine a “creatività”: se dico queste parole, sento il cuore che si espande, non è più chiuso, si apre all'azione non pensata in precedenza; si apre al cambiamento, al dirsi che forse si può modificare, trasformare, quel pensiero o quella situazione, in ciò che è meglio per noi.

Il secondo aspetto, quello intuitivo, è ciò che desidero “reiniettare” nella cliente come effetto collaterale del lavoro insieme: altro aspetto nascosto e incompreso ai più, l'intuito è il grande enigma del mondo di oggi.

Se sei intuitivo sei appeso alle nuvole! Ecco, io non lo credo. Se sei intuitivo sei appeso al cuore. E io voglio che ogni persona che incontrerò nel mio cammino lavorativo (e non) possa riacquisire fiducia e dimestichezza con quella favolosa voce interiore che fa percepire le cose prima, che ti fa capire se dire si o no a qualcosa, che ti fa sognare in grande e non a ribasso.

Voglio vedere donne e uomini appagati, perché una Terra appagata è una Terra sana che sa amare e portare Bellezza al tutto.

E qui non ho mezzi concreti per riaccendere l'intuito, ma “solo” l'ascolto, la comprensione e il portare sottobraccio, convalidare il sentire della mia cliente mentre mi racconta i suoi sogni e la sua storia personale, ciò che prova e ciò che dice, silenziando la mente giudicante, zittendo le voci di altri, e portandola all'ascolto intimo di sé stessa.

2. Cosa ti ha spinta a diventare coach?

Volevo unire dei puntini sospesi da troppo tempo nella mia vita. Ho sempre sentito la gioia e la vera realizzazione quando, sostenendo un'amica o qualsiasi persona avesse bisogno, il mio essere con lei portava miglioramento nella sua situazione, portando una visione aperta, una mente veloce e una buona capacità di ascolto.

Per anni ho fatto volontariato per adolescenti e quell'essere accanto nel vedere quei ragazzi felici nel momento in cui venivano accolti e supportati per andare verso sé stessi e i loro sogni, mi ha sempre fatto sentire viva.

Ma non trovavo nulla che centrasse così perfettamente come il coaching! E in realtà non conoscevo questa figura professionale fino a qualche mese prima dell'iscrizione!

Il fatto che coach significhi “allenatore” mi piace un sacco! Non sei uno che indaga il trauma, né tantomeno il ricordo doloroso, sei uno che allena alla voglia di vivere, al raggiungere ciò che sogni!

Io, nel mio caso, alleno alla creatività e all'intuito, al sentirti potente nella tua bellissima vita che attende di essere portata a un'espansione nuova, che meriti!

Quando, grazie a un percorso con una coach appunto, capii che era quella la strada, ho esitato poco a decidere! Mandai la candidatura, fui presa e lì partii il tutto. Il sogno di esserci nella realizzazione della vita dell'altro finalmente era arrivato.

3. Prima di iniziare la scuola, quali erano le tue eventuali resistenze o paure e come le hai superate?

Ce ne sono state tante! E meno male, dico io! Significa che c'era della crescita per me, e così è stato!

La paura principale era se fossi stata in grado di fare “bene” (e ora come coach chiederei “ma, in che senso fare bene?” haha). Cosa che ora è sparita, perché ho imparato che non sono io a creare il risultato, ma è una sinergia tra me e la cliente, un arrendersi all'intuito, un affidarsi a qualcosa che agisce di molto più potente di me (e il secondo “menomale” lo metto qui, haha). La paura ora non c'è più; è rimasta solo la voglia di esserci, per l'altro.

La seconda paura era economica, è stata una bellissima sfida per me: ho messo in piedi una struttura organizzata e precisa che mi ha permesso di completare tutto, sentendomi molto forte, sentendo che davvero le possibilità ci sono sempre se mettiamo in campo la volontà di arrivare, quel desiderio potente di ottenere ciò che sogniamo tanto! Una potente iniezione di fiducia per me su un aspetto della mia vita che è sempre stato critico! Lezione dentro alla lezione, stupendo 🙂

La terza paura era sulla mia costanza: vedere un anno molto intenso davanti a me, per come sono fatta io, mi spaventava, avevo paura di perdere forza e interesse durante. Niente fu più sbagliato! Se fai ciò che ami trovi energia, motivazione e forza, sempre! Non voglio apparire una Wonder Woman che non sono: la stanchezza c'è stata, eccome! Ma non vinceva sul piacere e sulla voglia di imparare che invece mi hanno sempre accompagnata.

4. In che modo aiuti le tue coachee?

La formazione in LUNA che ho scelto mi permette di portare la cliente verso la sua realizzazione, riabbracciando la creatività e l'intuito proprio attraverso l'impostazione che ci è stata data e attraverso le tecniche imparate (tutte stupende e potenti!), perché è una scuola che parte dal presupposto che per creare cambiamento fuori di noi dobbiamo prima osservare il dentro e portare il cambiamento lì.

In questo percorso ci è stato insegnato a osservare, ovviamente nei limiti del nostro codice etico, le parti “bloccate”, impaurite dal cambiamento, portarle alla luce e creare l'azione sospesa da tempo sostenendo la cliente nel processo di realizzazione concreta del suo obiettivo.

Poi, essendo laureata all'accademia di belle arti ed essendomi formata negli anni sul mezzo artistico come sostegno alla trasformazione, utilizzo anche la pittura intuitiva, dove al suo interno troviamo tanti mezzi, tanti input, tante “possibilità” appunto (pittura, collage, argilla, matite, corpo e visualizzazione).

In questo caso, supporto gruppi di pittura intuitiva dal vivo da diversi anni, ma ora grazie agli strumenti del coaching sento che si è creato quel salto in più che mancava! Il mezzo creativo aiuta l'accesso alla creatività: il mezzo giustifica e aiuta il fine, in questo caso!

Dal gesto creativo recupero il gesto dimenticato, l'azione inespressa, che si cela spesso nel dipinto e che è solitamente la parte che non esce (e che insieme poi si farà vedere), e la portiamo insieme nel mondo. Per portare quel cambiamento di cui la Terra ha tanto bisogno.

Poi, se alle volte si vuole estrarre anche una carta oracolo per acquisire un occhio allegorico e intuitivo sul proprio obiettivo, io sono la prima a proporlo! Le carte sono un mezzo potente, che svalica la mente, e ci portano direttamente sul piano immaginale e simbolico che adoro e che spesso, nelle mie sessioni, arriva in superficie come un altro mezzo principale di interazione tra me e la coachee.

Sto sognando tanto per il mio lavoro, e mi sto organizzando, per portare tantissimi altri strumenti nelle mie sessioni. Sono disponibile per percorsi liberi, per cui accolgo ogni argomento ed obiettivo che viene portato supportando il tutto con il mio accento personale: acquisire di nuovo quel potere creativo e intuitivo per raggiungere l'obiettivo che si vuole, per rendere la vita più magica e appagante. Quindi, chi sente che nella propria situazione non c'è più creatività e intuito e vuole sbloccare questi super poteri (magari mettendo le mani nei colori e nella simbologia personale) per andare verso il proprio obiettivo, io ci sono.

5. Quali sono stati gli ostacoli riscontrati lungo il cammino di coach e come li hai superati?

L'ostacolo più grande che ho affrontato è quello dell'allentare la tensione quando mi viene presentata la questione dalla cliente. Al primo ascolto mi sembrava sempre tutto molto grande, troppo intenso e importante, perché ho premura e rispetto per la vita di chi ho di fronte.

Poi, grazie alla centratura, all'affidamento della sessione e del mio essere qui, la tensione piano piano svanisce e arriva la presenza. Quell'aspetto che nella scuola viene insegnato come prima cosa. E che infatti, ti rende fattibile il tutto. Con la presenza sei lì, accogli, e la questione diventa piano piano affrontabile insieme, grazie alla definizione dell'obiettivo, che restringe il campo e porta il focus su un punto preciso. Grazie a questo ho superato questo scoglio molto importante!

Un altro ostacolo è stato quello di avere delle volte paura di essere “spigolosa”, magari dicendo alla cliente che non si stava avanzando. È accaduto proprio con una cliente che, dicendole che parlando di tutt'altro c'era dispersione nella sessione, e che lo dicevo per lei essendo quello il suo tempo, la volta dopo mi ringraziò dicendo che le aveva fatto bene sentirsi dire questa cosa. Le sessioni andarono meglio da lì in poi. Quindi da quel momento non ho timore di essere integra, di portare chiarezza anche sembrando scomoda.

6. Cosa consigli a chi desidera diventare coach?

Consiglio un gesto potente e semplice allo stesso tempo: mettersi una mano sul cuore e chiedersi “voglio esserci davvero per l'altro?” e sentire la risposta.

È un lavoro che non può prescindere l'amore per l'essere umano. Nel vederlo realizzato, pronto, in piena fiducia delle sue capacità, vedendolo aperto a vedere ogni possibilità gli si possono presentare davanti, tu come coach avrai il cuore a mille! Sarai un suo compagno di viaggio, uno che crede in lui.

E spesso noterai che nessuna tecnica sarà mai così potente come il semplice fatto di accoglierlo. Questa è la grande sfida di essere una coach: vedere già l'altro nella sua completezza quando ancora si vede solo come un piccolo seme perduto. Farai la differenza se lo vedrai già come un albero fiorito. Sia per lui che per il mondo intero.

Puoi trovare Petra su Instagram: @petrartcoaching.


Se anche tu senti il bisogno di liberare la tua creatività e ti incuriosisce il coaching come strumento di crescita personale e professionale, fai questo quiz per iniziare a trasformare la tua vita e quella degli altri.

E se vuoi saperne di più sul magico mondo del coaching con le carte, dai un’occhiata al corso gratuito Co-Creazione: Coaching con le Carte d’Ispirazione.

Conti chiari, amicizia lunga. Scoprire l’altra “faccia” del denaro grazie al coaching, con Olessia Rudenko

Conti chiari, amicizia lunga. Scoprire l’altra “faccia” del denaro grazie al coaching, con Olessia Rudenko

Il denaro non fa la felicità. Indubbiamente no, ma la sua mancanza ancora meno!

Anzi, le preoccupazioni legate al denaro sono una delle principali cause di stress e di frustrazione. Inoltre, le nostre convinzioni limitanti legate ai soldi spesso non aiutano a risolvere i problemi.

Il fatto è che il nostro rapporto con il denaro è come uno specchio; è un riflesso fedele del livello di chiarezza o confusione che abbiamo verso il nostro vissuto, il sistema familiare e verso di noi.

Noi donne spesso siamo convinte che la finanza non faccia per noi, che siamo troppo creative per guardare i numeri. Invece, se desideriamo la libertà e la nostra indipendenza, i soldi sono uno dei mezzi che possono facilitare questo processo.

E se ti dicessimo che anche questa volta il coaching è il nostro alleato, ci crederesti?

Ebbene sì!

Mentre nella scorsa intervista abbiamo parlato di come liberarsi dalla paura del giudizio, in questo articolo esploriamo l'altra “faccia” del denaro con l’aiuto del coaching.

E lo faremo con Olessia Rudenko, una delle fantastiche coach formatasi nella scuola LUNA.


Benvenuta Olessia!

1. Ci racconti chi sei e cosa fai?

Ecco, questa è una domanda che ogni volta mi coglie un po’ in difficoltà per rispondere e trovare una definizione breve.

Direi che sono un’anima in continua evoluzione e trasformazione. Sono una “multipotentialite”. La mia innata curiosità e vari eventi della mia vita mi hanno portata ad approfondire delle tematiche molto diverse tra loro, fra cui le Arti applicative, il Graphic Design, il Marketing & Comunicazione, le Biocostellazioni, le 5 Leggi Biologiche, Reiki, Numerologia, Trading, Finanza Personale e Comportamentale… e tutte sono unite da unico filo conduttore: Energia e Amore.

Mi chiamo Olessia (si scrive con la O ma si pronuncia con la A, come Alessia, così è più facile!) Sono di origine russa ma nata in Kazakistan, e dal 2000 vivo a Rimini.

Mi piace definirmi una Curandera Angelica.

Sono una donna che vuole riscoprire il proprio potere personale, la propria determinazione, l’amore e il rispetto per se stessa. Soprattutto sono alla ricerca dell’essenza della mia anima. La vita è la mia maestra e sono consapevole di essere sempre sua allieva.

Ciò che mi trovo ad affrontare è forse la più difficile delle prove: l’incontro con le mie stesse paure, faccia a faccia. Grazie a questo, comprendo che la forza interiore è più forte di ogni condizionamento.

Ogni Curandera è disposta ad aiutare chiunque desidera intraprendere un cammino di conoscenza di sé, a patto, però, che si affidi all’insegnamento della maestra, colei che precedentemente ha percorso gli stessi passi.

Per 8 anni ho vissuto a Mosca per studiare prima le Arti applicative, in particolare il tombolo (merletto fatto con i bastoncini di legno) e poi Graphic Design.

Per più di 20 anni ho fatto la graphic designer prevalentemente nell’ambito della finanza. Influenzata da questo ambiente, ho cominciato a interessarmi al trading e agli investimenti, e più imparavo e più questo grande settore mi affascinava.

Ora uso il denaro come strumento per la crescita personale. In quanto il nostro rapporto con il denaro è come uno specchio, è un riflesso fedele del livello di chiarezza o confusione che abbiamo verso il nostro vissuto, il sistema familiare e verso di noi. Il denaro rivela anche il valore che diamo a noi stessi, la nostra autostima oltre alla nostra emotività.

2. Cosa ti ha spinta a diventare coach?

Direi l’Intuizione Alchemica!

Ho voluto apprendere e approfondire una modalità professionale diversa da quelle tecnico-finanziarie che stavo già usando. Desideravo una professione che fosse più centrata sull’ascolto attivo, grazie alla quale potessi arricchire il mio bagaglio di conoscenza e che, a mia volta, potessi mettere a disposizione nella relazione d’aiuto alla persona. 

3. Prima di iniziare la scuola, quali erano le tue eventuali resistenze o paure e come le hai superate?

La cosa più buffa è che detesto la parola “Coach”!

Molto prima di conoscere Anh, mi è capitato di partecipare a un evento di empowerment femminile di tre giorni e, durante alcuni momenti di networking, alla domanda «Cosa fai?», nove volte su dieci le partecipanti rispondevano «Faccio la coach!» e io, da perfetta ignorante in materia, guardavo con un sorriso la mia interlocutrice e dentro di me pensavo «ok, ma che cavolo vuol dire?».

Al terzo giorno, dopo aver sentito «Faccio la coach!» centinaia di volte, ero nauseata da quella parola e nella mia testa si era formata l'idea che tutta quella gente fosse troppo... sprezzante e megalomane e che non sapesse cosa fare nella vita per cui “fanno la coach” solo perché è di moda e suona “figo”. Potete immaginare la mia resistenza a iscrivermi a una scuola di coaching…

Poi ho conosciuto Anh in un percorso che è durato un anno, in cui ho trovato tante affinità di pensiero, e mi affascinava quel particolare modo di porsi. Il programma di studio proposto era in perfetta armonia con la parte Curandera di me stessa.

Durante il percorso mi sono resa conto di quanto studio ci fosse alla base, e del livello di serietà di questa professione.

Inoltre, percepivo una profonda trasformazione che stava avvenendo piano piano anche dentro di me, notavo un cambiamento nel mio modo di fare e di relazionarmi, soprattutto con i miei figli, che erano e sono tuttora nel periodo delicato dell’adolescenza con i loro tormenti nella ricerca di sé stessi. 

4. In che modo aiuti le tue coachee?

Credo che i soldi non facciano la felicità, ma la loro mancanza ancora meno! E direi di più: le preoccupazioni legate al denaro sono la prima causa di stress, infelicità e insoddisfazione.

Credo anche che tutto quello su cui poniamo la nostra amorevole attenzione fiorisca e cresca. Invece, ignorare i problemi, come possono essere appunto i problemi con i soldi, non aiuta a risolverli.

Credo nella libertà e nell’indipendenza, e i soldi sono solo uno dei mezzi che facilita ad acquisirle, per cui è bene imparare a usarli e averli come alleati nella nostra cassetta di attrezzi. Disporre di tanti soldi ci permette anche di aiutare qualcuno che ne ha meno di noi.

Credo che noi donne spesso siamo troppo convinte che la finanza non faccia per noi, che siamo troppo creative per guardare i numeri e che comprendere la finanza e fare investimenti non sia alla nostra portata. Non mi sta bene che la donna si sottovaluti così e che non sfrutti le possibilità che può offrire il mercato finanziario.

Credo che, se fino adesso non siamo riuscite ad avere i risultati o il tenore di vita desiderati, sia solo perché non sapevamo come fare e nessuno ci ha mai insegnato come tracciare la strada per arrivarci.

Tutti vogliono diventare ricchi dall’oggi al domani senza fare nulla, e sono pochissime le persone disposte a guardare con coraggio e costanza i propri numeri! Un lavoro del genere richiede di tracciare le proprie entrate e uscite, cioè le proprie spese. Richiede di fare le azioni giuste, facendo un passo alla volta nel tempo necessario per raggiungere i propri obiettivi, che per ognuno possono essere molto diversi e bisogna essere disposti anche a cambiare obiettivi strada facendo.

Attraverso un questionario preliminare viene individuato il piano d'azione personalizzato che verrà svolto in 5 sessioni e andrà a lavorare su due tematiche:

Conti chiari, amicizia lunga: dove finiscono i miei soldi?

Impariamo a tracciare le spese acquisendo consapevolezza di quello che entra ed esce dalla tasca. Trascrivendo le cifre su dei fogli Excel, le mettiamo sotto una lente di ingrandimento e poniamo l’attenzione sul perché di quelle spese, utilizzando le domande potenti del coaching che accompagna la trasformazione.

Facciamo il Check-up Enereconomico, cioè guardiamo dove va indirizzata la nostra energia economica trovando equilibrio tra le necessità pratiche, i desideri dell'anima e la mente reattiva.

Iniziamo a pianificare con attenzione per non trovarci con "l'acqua alla gola" o il conto in rosso a sorpresa, e inoltre, impariamo sia a fare ottimizzazione, sia il dreaming, che ci aiuta ad avere più chiarezza, a conquistare sempre di più la nostra indipendenza, la serenità economica ed emotiva, e ad avere più libertà di scelta.

L’altra faccia della moneta. Aspetto emotivo: anche i soldi hanno l’anima.

Andiamo a cambiare lo stato negativo, le nostre ombre e le credenze poco funzionali, riguardo ai soldi, che ci sono stati insegnati da chi ci circonda. Perché il passato, che ne conserviamo la memoria oppure no, giace dentro di noi e condiziona la nostra vita anche se dimentichiamo alcuni eventi.

Scopriremmo di essere meritevoli dell'abbondanza e andremmo a sanare i legami invisibili che ci impediscono il benessere nella nostra vita attraverso tecniche di coaching come Meta Model o con aiuto delle carte Magia Interiore.

In seguito, si è pronti a fare un ulteriore terzo passo: Sfida dell'Abbondanza: Trading per il sociale.

Oggi viviamo in un periodo storico estremamente complesso, pieno di incertezze per il lavoro, per la salute e per il proprio futuro. Avere un piano “B”, “C” e forse anche “D” e non dipendere da un’unica fonte di entrate sta diventando sempre più urgente. Il bisogno di aumentare le proprie entrate cresce, ma come si fa senza aumentare le ore di lavoro?

Con questo percorso, teorico e pratico, si impara a fare il trading sui mercati finanziari partendo completamente da zero, superando la paura di perdere i soldi in Borsa e allo stesso tempo aiutando chi è più sfortunato di noi. Poiché l’abbondanza da più gioia quando è condivisa.

5. Quali sono stati gli ostacoli riscontrati lungo il cammino di coach e come li hai superati?

La cosa più difficile è stata smettere il ruolo di “salvatrice”, che era quasi diventata un’abitudine nociva, e uscire quindi dal “triangolo drammatico”. Inoltre, smettere di voler dare consigli e risolvere la questione della coachee a tutti costi, cancellare l’ansia di prestazione, interrompere la ricerca della domanda giusta da fare nel momento giusto

Ho superato tutto questo e altro ancora, dando più valore al silenzio, all’osservazione e all’ascolto attivo, dando più fiducia a me stessa, ascoltando il mio intuito e lasciandomi andare alla danza alchemica con la coachee.

6. Cosa consigli a chi desidera diventare coach?

Di non aver paura di mettersi in gioco, di essere disposte a scendere in profondità, negli inferi delle proprie ombre, per poi rinascere e risplendere più che mai, di non smettere mai di lavorare su se stesse e di fare tanta pratica.

Puoi trovare Olessia in questi canali:


Se anche tu sei in fase di riflessione, senti di avere bisogno di trovare l’ispirazione nella tua vita e ti incuriosisce il coaching come strumento di crescita personale e professionale, fai questo quiz per iniziare a trasformare la tua vita e quella degli altri.

E se vuoi saperne di più sul magico mondo del coaching con le carte, dai un’occhiata al corso gratuito Co-Creazione: Coaching con le Carte d’Ispirazione.

Liberarsi dalla paura del giudizio grazie al coaching, con Ghita Montalto

Liberarsi dalla paura del giudizio, con Ghita Montalto

Essere criticate e subire il giudizio altrui non è un’esperienza piacevole e diventa spesso un blocco nel vivere la vita che desideriamo davvero.

O forse sei tu stessa il giudice più temibile, auto-sabotandoti così nel raggiungimento dei tuoi obiettivi?

Il giudizio crea separazione, distanza, intralcia la nostra serenità e pace interiore, scatenando tutta una serie di situazioni che portano a emozioni spiacevoli, insoddisfazione e infelicità.

Ma liberarsi dal giudizio è davvero possibile?

Ce ne ha parlato Ghita Montalto, una delle fantastiche coach LUNA certificate che abbiamo intervistato in questo articolo.

Dunque, nell’intervista precedente abbiamo parlato di riscoprire il valore del proprio corpo, in questo post, invece, parliamo di come liberarsi del giudizio grazie al coaching.


Benvenuta Ghita!

1. Ci racconti chi sei e cosa fai?

Mi chiamo Ghita e mi definisco Art & Visionary Coach. Nel mio lavoro uso la Creatività, le Energie, le Arti Visive e il Coaching per aiutare le Donne ad uscire dalla loro comfort zone e superare i limiti imposti dalla mente e dall'Ego.

Nasco come Giornalista, sono laureata in Scienze della Comunicazione e specializzata in Storia e Critica del Cinema. Amo la Scrittura Creativa e scrivo poesie e storie sin da bambina. Nel tempo, ho trasformato questa mia passione, facendola diventare parte integrante del mio lavoro.

Sono anche Master Reiki del Metodo di guarigione energetica Atlantideo, che uso ed integro con il Coaching, per favorire il riequilibrio e la guarigione del corpo fisico ed energetico.

La mia missione è quella di motivare le Donne ad andare oltre la loro visione del mondo, oltre la visione che hanno di sé stesse, spingendole ad andare al di là dei loro limiti, al di là delle loro convinzioni limitanti, dei loro blocchi emotivi e, soprattutto, della loro comfort zone, per raggiungere la Visione più alta di sé stesse ed abbracciare il cambiamento senza paura.

Aiutarle a "vedere oltre”, ad "andare oltre" e a liberarsi dalla paura del giudizio, sia quello che gli altri hanno su di noi ma soprattutto dal giudizio che noi stesse spesso abbiamo su di noi, auto sabotandoci così nei nostri cambiamenti e nel raggiungimento dei nostri obiettivi e desideri.

Ecco perché il mio motto è: "libere senza giudizio”, perché desidero un mondo nel quale le Donne sono finalmente libere da ogni forma di giudizio, libere dal pregiudizio, libere di essere semplicemente se stesse, disinibite, sensuali, spregiudicate e in potere, fiere della bellezza che hanno dentro e che manifestano fuori.

E so che tutto ciò è possibile. Il mio compito come Coach è quello di aiutarle a tirar fuori da sé stesse tutta la bellezza nascosta che le contraddistingue e a mostrarla al mondo con orgoglio e senza alcuna paura.

Tutto questo grazie all'Arte e al Coaching.

2. Cosa ti ha spinta a diventare coach?

Credo che tutto sia semplicemente arrivato al momento giusto, con le tempistiche e le sincronicità giuste, che mi hanno spinta e condotta per mano a fare questa scelta così importante per me, anche se non ne ero ancora consapevole.

Anni fa, infatti, mi ero imbattuta in un post scritto da Anh, nel quale parlava delle imminenti nuove iscrizioni a LUNA, spiegando il senso profondo del fare Coaching con l'Anima e dell'essere Coach.

Quello però, per me, forse non era il momento giusto per iniziare qualcosa di così importante al quale dover dedicare spazio, tempo, concentrazione e soprattutto energie.

A distanza di circa tre anni, un giorno, rivedo "per caso" un post simile, scritto da Anh, nel quale comunicava che presto si sarebbero concluse le selezioni per la nuova edizione del corso di Coaching. Subito qualcosa è scattato in me e istintivamente mi sono detta che forse quello era il momento giusto per provare, e che se avessi rinunciato forse me ne sarei pentita, perché quella, per me, era davvero un’opportunità unica e irripetibile per voltare pagina e ricominciare da capo la mia vita, dandogli un senso e una direzione nuova.

Però c'era sempre una vocina dentro di me che sentivo e che mi frenava nel buttarmi: "Perché dovrebbero mai prendere me?" "Ci sono soltanto tre posti liberi rimasti e sono già arrivate tantissime richieste, figurati se prendono me?"

Se oggi sono qui a fare il lavoro che amo e a farlo con passione e con gioia, svegliandomi felice ogni mattina, se sono diventata una Coach e se ho trasformato e cambiato radicalmente me stessa e la mia vita, avvicinandomi sempre di più alla versione migliore di me stessa, il merito è soltanto di una persona alla quale voglio molto bene e verso la quale ho una profonda gratitudine per non aver mai smesso, nei giorni in cui ero presa dai dubbi, di credere in me, di motivarmi, spronarmi ed insistere tantissimo affinché io rispondessi alle domande di quel test d'ammissione e inviassi la mia candidatura.

Probabilmente se non avesse insistito così tanto quella sera, non avrei mai spedito quella mail.

3. Prima di iniziare la scuola, quali erano le tue eventuali resistenze o paure e come le hai superate?

Prima che tutto avesse inizio non avevo assolutamente idea di cosa mi aspettasse, di cosa avremmo fatto nel concreto, di come si sarebbero svolte le lezioni, ma soprattutto non avevo minimamente idea della potenza e della capacità trasformativa del Coaching e delle sue tecniche mirate. Fino a quando non ho iniziato a sperimentarle su me stessa e a vedere la profonda trasformazione che stava avvenendo in me sin da subito.

Non ho mai avuto né mostrato resistenze nei confronti di questa nuova esperienza, anche perché desideravo farla già da tempo. Mi sono aperta a questo cambiamento e l'ho accettato completamente, anche se non sapevo ancora dove mi avrebbe portata e soprattutto cosa avrei dovuto vivere, sperimentare ed affrontare in prima persona per arrivare a quella rinascita tanto attesa, che mi ritrovo a vivere oggi che sono diventata una Coach.

Non ho mai avuto paura di scavare a fondo dentro me stessa, anche quando sapevo benissimo dove quel cercare mi avrebbe portata, non mi sono mai tirata indietro ma ho sempre affrontato "i miei demoni”, le mie domande, i miei perché, i miei dubbi, i miei pensieri limitanti ma soprattutto le mie emozioni, guardando sempre in faccia il mio dolore.

Ad oggi lo rifarei ancora, esattamente nello stesso modo, senza risparmiarmi né perdere mai l'opportunità di migliorarmi, perché ciò che trovi alla fine di quel viaggio che fai con te stessa grazie al Coaching, è qualcosa di unico che non ha prezzo, perché ti permette di ritrovare te stessa nella tua essenza più vera.

4. In che modo aiuti le tue coachee?

Partendo dall'ascolto e dalla pratica di presenza che, per me, sono gli aspetti più importanti e fondamentali del Coaching, i punti necessari da cui partire per svolgere al meglio una sessione, perché ti permettono di mettere al centro la Coachee con le sue esigenze, i suoi pensieri, i suoi silenzi necessari.

Farla sentire a suo agio, libera di esprimersi emotivamente e nei pensieri, in uno spazio sacro e protetto creato apposta per lei e lontano da ogni forma di giudizio. La potenza del silenzio, dell'accogliere, della presenza silenziosa, che può esprimersi anche solo attraverso gli occhi, che sembrano dirti: "Va tutto bene, io sono qui con te. Ti ascolto. Ti sento".

Ho avuto modo di sperimentare questa sensazione durante il nostro Retreat in Umbria, fatto quest'estate. L'ho sperimentato su me stessa e l'ho vissuto intensamente con una mia collega Coach con la quale ho condotto una sessione e vi assicuro che la potenza del silenzio, la potenza dell'ascolto e dell'esserci, semplicemente, per l'altra persona, senza per forza dover procedere con tecniche precise o con domande mirate, è un'esperienza bellissima e altamente trasformativa. Perché in quel momento ci si parla davvero con l'anima, con gli occhi, con il cuore e a bassa voce, sussurrando appena quelle poche frasi necessarie per accompagnare la Coachee verso le sue nuove consapevolezze.

Le tecniche di Coaching utilizzate all'interno di LUNA Scuola di Coaching per l'Anima sono tantissime e sono tutte straordinarie e potenti, ma io ne amo alcune in modo particolare e cerco di usarle il più possibile, se e quando necessario, perché credo fortemente che aiutino tantissimo la Coachee ad andare oltre se stessa, oltre le sue paure, oltre le sue emozioni e i suoi pensieri limitanti, e raggiungere nuove consapevolezze e pensieri più premianti per lei.

Mi riferisco al Metodo R.A.I.N., ideato da Tara Brach, che ci permette di entrare in connessione profonda con le nostre emozioni, saperle riconoscere dandogli un nome e soprattutto imparare a dialogarci, per poi trasformarle in emozioni nuove.

Infine, le "Posizioni percettive”, due in particolar modo: la Posizione percettiva dell'Eroe modello e la Posizione percettiva dell'Io futuro.

Due tecniche molto potenti che ci permettono, attraverso l'uso della visualizzazione, di entrare in contatto con la parte più nascosta di noi e guardare le cose, i pensieri e le situazioni con occhi nuovi e da punti di vista diversi.

5. Quali sono stati gli ostacoli riscontrati lungo il cammino di coach e come li hai superati?

Ricordo come fosse ieri il modo in cui mi sentivo durante le prime lezioni di Coaching, quando inizi a comprendere a pieno il meccanismo e sai che ora "ti tocca”, adesso devi esporti, devi incominciare a condurre tu una sessione di Coaching, facendo tu le domande e utilizzando le diverse tecniche che hai a tua disposizione e che hai appena imparato.

Ecco, ricordo ancora il terrore che provavo solo all'idea di dover fare io quelle cose, di dover ripetere certe pratiche e pormi nella veste di Coach.

In quel momento mi sentivo come l'alunna a scuola durante le interrogazioni. "Sarò in grado? Ricorderò tutto quello che devo dire? Farò le domande giuste? E se poi sbaglio? E se non ricordo più cosa devo dire e come devo procedere?".

Quella vocina spaventata dentro di me continuava a ripetermi sempre la stessa cosa e confesso che in alcuni momenti avrei voluto fare come si faceva a scuola prima dell'interrogazione, sapendo di essere impreparati: trovare una scusa per uscire fuori dalla classe.

Si, mi sentivo "impreparata”, non in grado di riuscire a fare mai una cosa del genere, tenere un'intera sessione di Coaching di 45 minuti, tenendo conto di tutto ciò che avevo imparato.

Mi sentivo insicura e questa mia paura spesso mi bloccava, senza far venir fuori le mie vere potenzialità, che poi ho scoperto essere tante.

In realtà, dovevo solo darmi il permesso di lasciarmi andare, di provare e riprovare, di sbagliare e di cadere, senza giudicarmi io per prima, senza essere troppo severa con me stessa, senza pretendere da me la perfezione su una cosa, su un processo, che invece aveva soltanto bisogno di fluire, dei suoi tempi, di andare come era giusto che andasse, senza schemi fissi da seguire ne' rigidità da parte mia.

Sicuramente la pratica costante e il provare e riprovare sempre è stato ciò che mi ha aiutata a superare questi miei momenti di insicurezza.

Infatti, notavo che più mi mettevo alla prova e mi esercitavo, più la mia sicurezza aumentava, facendomi capire che, in realtà, la paura che provavo era immotivata, perché io ero in grado di fare quelle cose ed essere una Coach.

6. Cosa consigli a chi desidera diventare coach?

Di ascoltare sempre il cuore e il proprio intuito, perché sono due alleati fedeli che non mentono mai, mostrandoci sempre quale strada seguire.

Se il desiderio di diventare Coach è così forte, l'unica cosa da fare è quella di dare ascolto a quella vocina dentro di noi, che ci spinge a compiere quel passo, perché quello sarà ciò che darà inizio alla versione migliore di noi stesse.

Quindi, non perdete per nessuna ragione al mondo questa bellissima opportunità di crescita e realizzazione personale, afferratela al volo nel momento in cui vi si presenta, un po' come è accaduto a me, perché ogni cosa arriva sempre al momento giusto per noi, quando siamo pronte ad accoglierla.

Siate disposte a mettervi in gioco, a non tirarvi mai indietro, neanche davanti alle difficoltà o alle lacrime che potranno nascere o ai momenti di crisi, a volte inevitabili ma necessari, perché sono quelli che precedono la rinascita.

Consiglio di mettersi a nudo con sé stesse, come davanti ad uno specchio, e di farlo senza remore, senza censurare mai nulla di ciò che verrà fuori durante quel processo di crescita personale ed imparare a conoscersi, riconoscersi, ritrovarsi, comprendersi, scoprirsi ed infine accogliersi in ogni piccola sfumatura, per imparare ad amarsi totalmente e completamente, con piena e totale fiducia e compassione verso se stesse, verso chi siamo state un tempo ma soprattutto verso chi siamo oggi.

Puoi trovare Ghita in questi canali:


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Concorrenza? In che modo distinguerti dalla massa come coach

Se sei una coach o un’imprenditrice alla prime armi, probabilmente la tua situazione è la seguente.

Ti stai avventurando nel mondo del marketing e non sai ancora come fare per distinguerti dalla concorrenza.

Ouch! Argomento spinoso, lo so. Su cosa puntare in questi casi? Lascia che te lo sveli in questo video.


Perché proprio te?

Non sei la sola. Sono molte le coach alle prime armi che si confrontano con la difficoltà di trovare clienti.

Se lo osservi con attenzione, è probabile che il rimugino che occupa la tua mente sia attraversato da frasi come:

Niente di strano. Sono tutte convinzioni che in un modo o nell’altro si risvegliano quando vengono "stuzzicate".

Da te alla trasformazione

Il coaching è una professione fantastica proprio perché mette la trasformazione al centro.

Le persone arrivano da te non solo per quello che offri o per come lo proponi, ma soprattutto per chi sei e ciò che incarni.

Mi riferisco alla tua energia, alla coerenza del tuo messaggio, alle tue scelte di vita, ai tuoi valori e alla tua visione.

Universalmente, le persone cercano persone con cui sentono un'affinità, una risonanza a livello sottile, energetico, animico.

Punta sulla tua unicità!

Sebbene ognuno di noi sia un essere unico, in questa società la tendenza è inversa: ci si sforza per conformarsi l’uno con l'altro.

Qui è la Mente a metterci lo zampino, facendoti credere che per avere successo tu debba seguire degli step che qualcuno ha predefinito per te.

Invece l’Anima sa. Lei conosce, sente e vede che, in realtà, sei qui per sperimentare e per portare il tuo dono unico al mondo.

Dunque, ti invito a porti una domanda potente che ti aiuterà a differenziarti come coach:

Qual è un aspetto (almeno uno) che hai già integrato nella tua vita e che ti rende chi sei? 


Hai saputo? È nato Vita da Coach: Vivere e Prosperare con il Coaching, un corso gratuito per creare impatto nel mondo e prosperare nel tuo business di coaching.

Riscopri il tuo corpo con il coaching, con Claudia Addario

Riscopri il tuo corpo con il coaching, con Claudia Addario

Il nostro corpo è fatto di sensazioni, energie, sensibilità e intelligenze.

Quando siamo connesse con la nostra parte fisica, possiamo scorgere l’entità delle nostre preziose emozioni, come si muovono dentro di noi e, nello specifico, quali parti del nostro corpo vanno ad attivare.

Pian piano, prendendo consapevolezza di queste sensazioni, possiamo imparare a riprendere contatto con uno strumento per noi fondamentale, che è proprio il corpo, ricchissimo di segnali e di informazioni utili per il nostro benessere quotidiano.

Sì, perché vivere la spiritualità non significa solo occuparsi dello spirito, ma prendersi cura anche del proprio corpo e di trattarlo con rispetto.⁠

Quindi, mentre nel precedente articolo abbiamo visto come esplorare la propria essenza e le emozioni, in questo post riscopriamo la relazione con il nostro corpo grazie al coaching.

Ce ne ha parlato Claudia Addario, una delle meravigliose coach formatasi nella scuola LUNA che abbiamo intervistato in questo nuovo articolo.


Benvenuta Claudia!

1. Ci racconti chi sei e cosa fai?

Sono Claudia, una body coach e personal trainer in formazione.

Accompagno le donne a prendersi cura del proprio corpo, ad essere in salute e avere una relazione di stima e di potere con sé stesse.

Da sempre sono attenta ai temi di benessere fisico ed emotivo e alla prevenzione del proprio corpo, perché credo che la promozione della salute sia il processo che permette alle persone di aumentare lo stato di salute e di migliorarlo.

Un corpo in salute lo vedo anche come “casa” di una ricca interiorità che favorisce un dialogo sereno e fiducioso con sé stessi.  

Allenare il proprio corpo a sentire i cambiamenti fisiologici, soprattutto quando si vive un’emozione, è il primo step da attivare per creare una buona consapevolezza corporea.

Nel mio percorso di coaching, mi sintonizzo con la cliente per raggiungere frequenze di trasformazione del proprio corpo, passando dalla coreografia delle proprie emozioni per arrivare ad allenare tutto il corpo con circuiti adatti alla specificità della persona.

La parola emozione deriva dal verbo latino “emovere”, che significa rimuovere, trasportare fuori, scuotere. Dunque, l’emozione è qualcosa che ci scuote dal nostro stato abituale e che ci fa muovere verso una direzione.

Grazie al movimento riusciamo a trascendere ciò che ci limita e ci blocca e possiamo dargli una forma senza giudizio.

2. Cosa ti ha spinta a diventare coach?

Quando ho intrapreso la formazione di LUNA Scuola di Coaching per l'Anima, non avevo bene chiaro se fossi diventata una coach e quali erano le mie reali possibilità in questo ambito così ampio.

Il mio lavoro precedente era assistente sociale e le mie risorse principali sono l’empatia e l’ascolto attivo, ma negli ultimi anni, non sentivo più mio questo ruolo, poiché qualcosa era cambiato in me.

Sentivo il desiderio di iniziare un percorso che potesse davvero trasformare la vita delle persone, sapendo che vi sono figure professionali come l* psicolog* o counselor, che portano valore e consapevolezze, alla vita delle persone.

Ma ho scelto il coaching perché lo considero, più focalizzato, intenso e diretto, ed io mi sento più allineata a questa modalità di intervento.

La concretizzazione del coaching corporeo è arrivata cammin facendo, proprio dalla mia esperienza personale.

Mentre lavoravo su me stessa e soprattutto sulle mie emozioni, mi allenavo con circuiti ad alta intensità, seguita da un personal trainer.

Giorno dopo giorno diventavo più attiva, più concentrata su ciò che facevo, con più desiderio di fare e di stare insieme alle persone più proattive, stimolanti e solari.

Soprattutto ciò che mi ha fatto comprendere la mia missione è stato percepirmi di fronte a persone con pochissima percezione corporea e conoscenza del proprio corpo e constatare una resa della propria responsabilità della salute del corpo.

Questo clima di irresponsabilità e di smarrimento, mi ha spinta a voler essere invece un esempio di costanza, perseveranza, consapevolezza e responsabilità e di attivarmi attraverso il coaching a creare una metodologia di trasformazione del proprio corpo.

3. Prima di iniziare la scuola, quali erano le tue eventuali resistenze o paure e come le hai superate?

Le mie principali resistenze erano causate da convinzioni limitanti che creavano rigidità nel pensiero, nello specifico pensavo che per essere una professionista bisognasse formarsi tantissimo e non considerare invece il valore dell’esperienza soggettiva, sentendomi inadatta a qualsiasi azione.

Per tantissimo tempo mi sono detta “chi sono io per dire così o cosà” oppure “non hai abbastanza titoli accademici per poter dire o fare qualcosa di diverso”.

La sindrome dell’impostare era molto attiva in me, ma grazie anche alle posizioni di potere che quotidianamente sperimento, riesco a darle voce e ad incanalarle in energia proattiva.

Un altro grande blocco è stato l’assenza di una direzione e mi mancava fare chiarezza, ciò che poi ho potuto fare grazie al coaching con l’aiuto di Anh e delle docenti della scuola.

Ho superato queste mie difficoltà anche affidandomi ad una coach LUNA, brillante e bravissima, con un percorso guidato proprio sull’obiettivo di voler comprendere la mia missione.

È stato meraviglioso e ricordo ancora l’emozione che ho provato al termine di esso per aver finalmente visualizzato e progettato il mio futuro professionale.

Desidero tantissimo che ogni donna possa provare la gioia e l’empowerment che ho provato io nel trovare la mia direzione. Più donne consapevoli e felici, più vibrazioni alte si raggiungono, più si crea un mondo sereno ed evoluto.

4. In che modo aiuti le tue coachee?

Il percorso di coaching che ho idealizzato per le mie coachee è suddiviso in due fasi.

La prima fase ci si focalizza sul linguaggio emozionale del corpo.

Durante le prime sessioni, insieme alla coachee, esploriamo la percezione corporea con propri movimenti, piccoli o ampi, liberi da tecnicismi affiancandoli alla manifestazione degli elementi della natura

In seguito, porteremo il focus all’emozioni, attraverso un’indagine più dettagliata con l’ausilio di una ruota dell’emozione, esploreremo il movimento come espressione dell’emozione stessa.

L’obiettivo è rendere più visibile e concreto il cambiamento fisiologico che un’emozione crea nel nostro organismo. Questa pratica ci conduce verso l’auto-affermazione e ad esprimere il migliore sé autentico e ad essere presenti a sé stessi, prerogativa essenziale dell’autonomia e dell’auto-efficacia.

Manifestare con gesti e movimenti la propria realtà interiore aiuta anche a creare il nostro spazio nel mondo e a trasformare in risorsa, ciò che ci crea fastidio e ci blocca nel benessere.

La neuroscienza, attraverso le sue ricerche, sottolinea l’importanza della vita emotiva, non solo per i processi mentali, ma anche per il corpo, poiché l’emozione ha ripercussione sulla salute fisica, sul funzionamento del sistema respiratorio, immunitario, cardiovascolare, gastrointestinale ed endocrino.

Dopo questi step, passiamo alla seconda fase inerente l’attività motoria.

Al momento attuale, collaboro con un personal trainer (mio docente) poiché sono in formazione, il quale si concentra, attraverso un’anamnesi dettagliata, sulla soggettività e programmerà un percorso di allenamento fisico, per migliorare la struttura muscolare e rinforzare ciò che negli anni si è lasciato trascurare.

La metodologia che utilizzo si basa sul modello di LUNA coaching, su assunti della bioenergetica, su tecniche di respirazione e power poses, ed infine, sulle competenze professionali del personal trainer.

5. Quali sono stati gli ostacoli riscontrati lungo il cammino di coach e come li hai superati?

Come ho accennato precedentemente, ho riscontrato diversi ostacoli e momenti di sconforto soprattutto all’inizio della formazione e, allo stesso tempo, al termine poiché significava per me attivarsi.

Ed è stato impegnativo, perché era come uscire dalla propria zona confort.

Ho accolto questi attimi e passaggi ascoltandomi profondamente e mettendo in atto le mie risorse. Il movimento e la creazione della coreografia delle mie emozioni sono stati fondamentali,

Meditare in movimento è stato un altro importante tassello della mia rinascita.

Ogni giorno cerco di fare dialogare le parti di me, in un’ottica di miglioramento e sostegno per chi mi è vicino e per chi decide di farsi seguire da me.

Supero le mie incertezze e insicurezze attraverso la pratica costante e quotidiana, di allenamento fisico e praticando meditazione, seguendo una routine mattutina che mi dona pace e presenza.

Il coaching mi ha permesso di creare il puzzle della mia missione, mi ha dato la spinta a dare forma ad una visione che sembrava molto astratta.

6. Cosa consigli a chi desidera diventare coach?

Consiglio ovviamente di farlo, perché se ha questo desiderio è perché la sua anima sa che quella è la strada giusta per lei o lui, e così potrà far brillare la propria luce manifestando il proprio essere e le proprie specificità.

Il coaching è, per me, un processo di rinascita, perché permette di crearsi il proprio spazio nel mondo e di abitarlo con le risorse che hai e di viverlo come desideri.

Inoltre, consiglio di fare prima su stessi un percorso di coaching per comprendere meglio e, soprattutto, fare chiarezza sul proprio scopo della vita.

Quando si ha ben chiaro quale è la propria visione e la propria missione, il cammino è sicuramente più piacevole e scorrevole.

E poi il mio consiglio finale è di fare sport sincronizzato all’anima

Nulla dies sine linea; nessun giorno senza una linea;

Il celebre pittore Apelle non lasciava passar nessun giorno senza tratteggiare col pennello qualche linea.

Puoi trovare Claudia in questi canali:
– Facebook: Claudia Addario
– Instagram: @addario_claudia


Se anche a te piace aiutare gli altri e vorresti conoscere il coaching come strumento di crescita personale e professionale, fai questo quiz lunare per iniziare a trasformare la tua vita e quella degli altri.

E se vuoi saperne di più sul magico mondo del coaching con le carte, dai un’occhiata al corso gratuito Co-Creazione: Coaching con le Carte d’Ispirazione.

Missione vs. auto-sacrificio: stai dando troppo come coach?

Sono sempre di più le persone che scelgono di diventare coach perché spinte da una missione di vita che le anima da dentro.

Eppure, se non si fa attenzione durante il percorso, nell'ambito del coaching è un attimo perdere di vista la propria missione e sprofondare nell'auto-sacrificio.

A cosa mi riferisco? In questa puntata di Shine scopri cosa intendo nello specifico e come comportarti per evitare che questo accada nella tua attività di coach.


Una missione di vita al servizio del mondo

Il coaching è uno strumento potente per portare trasformazione e aiutare le persone a crescere e a raggiungere i propri obiettivi. Non a caso molte donne si incamminano in questo percorso.

In particolare, c'è chi percepisce una forte chiamata interiore, un profondo senso di missione al servizio per gli altri, o ancora una vocazione a portare cambiamento nel mondo.

Tuttavia, nel coaching, il rischio di confondere la propria missione con uno spirito di auto-sacrificio è alto. Soprattutto se si è abituate a mettere in primo piano i bisogni degli altri, a discapito del proprio benessere.

La trappola? Cadere nel ruolo della salvatrice

Può succedere, infatti, di ritrovarsi a vestire i panni della salvatrice, ovvero di colei che crede di valere solo nel momento in cui si sente utile a qualcuno o a qualcosa.

Di certo non aiuta il fatto che questo sia anche un valore sociale ben radicato nella nostra cultura. Ricordiamoci, però, che tu sei l'esempio che porti agli altri. Sei il cambiamento che vuoi portare nel mondo.

Dunque, it invito a riflettere su come stai vivendo la tua vita:


Se vuoi raggiungerci per parlare insieme della tua esperienza in questo campo, ti aspettiamo nel gruppo gratuito Shine su Facebook.

È un ambiente per splendide coach, facilitatrici di trasformazione, imprenditrici consapevoli e visionarie, co-creatrici di magie!

Se invece desideri conoscere come prosperare nel tuo business di coaching creando impatto nel mondo, dai un'occhiata al corso gratuito Vita da Coach.

Confini tra coach e cliente: come stabilirli e farli rispettare

Essere coach e fare coaching è indubbiamente un mestiere straordinario, perché ti permette di aiutare tante persone ad accedere al proprio potenziale.

Cosa fare, però, quando queste persone iniziano a cercarti in ogni momento della giornata, 24/24, 7 giorni su 7 e non ti lasciano più tregua?

In questa puntata di Shine impari a stabilire i giusti confini con le tue clienti e a farli rispettare, così da preservare ciò che è prezioso: la tua salute mentale.


La relazione coach-cliente è una co-creazione

Sebbene il desiderio di aiutare al massimo la tua cliente ti faccia onore, allo stesso tempo è necessario riconoscere l'importanza di stabilire dei confini nella vostra relazione, onde evitare di lavorare 24/7, ma non solo.

Non dimenticare che quella tra coach e cliente è una co-creazione: in quanto coach, è tua missione e cura contribuire al 50% allo sviluppo ed esito della collaborazione; il restante 50% è di responsabilità della cliente.

In altre parole, tu puoi mettere a disposizione le tue competenze e abilità di facilitazione per aiutare la tua cliente a risvegliare le proprie risorse, ma è essenziale che sia lei stessa a essere responsabile di creare i propri risultati.

Attenzione all'ego, dunque!

Non lasciare che l'ego prenda il sopravvento nel tuo lavoro di coach: va bene essere felice ed esultare per i risultati della tua cliente, ma senza prenderti carico di tutto o darti tutto il merito.

Questo è rischioso perché entreresti nel ruolo di salvatrice, rendendo la tua cliente, di riflesso, vittima della sua vita, nonché bisognosa di essere salvata da qualcuno.

Così facendo, le toglieresti il suo potere personale. Mentre un percorso di coaching realmente efficace non crea dipendenza, ma genera libertà e consente alla persona di diventare autonoma e capace di procedere anche senza la coach.

Ecco perché i confini coach-cliente sono indispensabili...

Per creare tutto ciò, è necessario definire in modo chiaro, fin dall'inizio, nel contratto di collaborazione e nel tuo modo di porti con la cliente, come si svolgerà la vostra relazione e interazione.

Ovvero:

E se, nonostante ciò, queste condizioni non dovessero venire rispettate, semplicemente ti impegni a rispettarle tu stessa in primo luogo (non rispondendo nel weekend o dopo le 18 di sera, ad esempio, anche se l'altra persona continua a scriverti).

Ricorda: non puoi controllare come gli altri si comportano, ma puoi rimanere in ascolto dei tuoi bisogni personali, onorandoli e valutando, al contempo, la specificità di ogni situazione.


la tua esperienza con i confini tra coach e cliente qual è? Anche tu stai imparando a metterli in chiaro nelle tue collaborazioni?

Se vuoi raggiungerci per parlarne insieme, ti aspettiamo a braccia aperte nel gruppo gratuito Shine – Coaching per l’Anima su Facebook.

Se invece desideri scoprire come diventare una coach visionaria che crea trasformazione nel mondo, dai un'occhiata al corso gratuito Vita da Coach.