Esplora la tua essenza con il coaching, con Michela Lo Bello
Esplora la tua essenza con il coaching, con Michela Lo Bello
Come possiamo esplorare la nostra essenza?
Prima di tutto, non possiamo fingere con le emozioni! Se proviamo a reprimerle, ritorneranno da noi come un boomerang, portando con sé tutto ciò che non vogliamo o che non ci fa stare bene.
Ma se, invece, impariamo ad ascoltarle, quando le guardiamo con onestà e le accogliamo per quelle che sono, possiamo riconoscere che dietro di loro si celano dei bisogni individuali, delle richieste di guardarci dentro e coltivare la nostra serenità.
È questa la via per riconnetterci con la nostra essenza, con la parte più saggia e fiduciosa di noi stesse.
Il coaching conosce molte tecniche in grado di aiutarci a esplorare la nostra essenza, a dialogare con le emozioni, ad accoglierle e guarirle.
Nell'articolo precedente abbiamo parlato di come diventare regina della tua vita, invece, in questa intervista, parliamo di come esplorare la propria essenza con il coaching.
Lo facciamo con Michela Lo Bello, una delle splendide coach formatasi nella nostra scuola LUNA – Scuola di Coaching per l’Anima.
Benvenuta Michela!
1. Ci racconti chi sei e cosa fai?
Sono Michela, ho 40 anni e sono una coach emozionale.
Sono profondamente convinta che, se non si lavora sulle emozioni, entrando in contatto con loro, difficilmente si può avere un cambiamento concreto e duraturo.
2. Cosa ti ha spinta a diventare coach?
Ho sempre avuto dentro di me la forte voglia di aiutare le donne a comprendere che le circostanze e i pensieri limitanti possono essere cambiate, ma non avevo gli strumenti necessari per farlo.
Grazie a LUNA Scuola di Coaching per l’Anima (motivo per cui ho scelto questa scuola), adesso ho tutte le competenze per poterlo fare.
Luna è una scuola meravigliosa perché, mentre studi per diventare coach, lezione dopo lezione, inizi a lavorare su di te, portando alla luce il tuo potenziale e tutto quel fardello fatto di blocchi e pensieri limitanti che, sinceramente, non pensavo assolutamente di avere.
3. Prima di iniziare la scuola, quali erano le tue eventuali resistenze o paure e come le hai superate?
Ammetto che all'inizio ero restia all'iscrizione, perché pensavo che il coach fosse solo una persona che aveva il ruolo di motivare le persone. Avevo paura di non essere capace, di non avere il potenziale e di non essere presa in considerazione.
Del resto sul web è molto facile trovare persone che si professano coach senza esserlo; quindi, mi chiedevo: "Come potrò creare fiducia nelle persone?".
Grazie ad Anh e alla scuola ho imparato chi è una coach e che cos'è il coaching. È stato un percorso meraviglioso che lezione dopo lezione mi ha dato la consapevolezza che questo è il lavoro che ho sempre voluto fare, senza saperlo.
4. In che modo aiuti le tue coachee?
Le clienti che seguo sono donne che hanno voglia di cambiare la loro vita liberandosi da blocchi e pensieri limitanti che giorno dopo giorno le costringono a vivere una vita in cui non si sentono loro stesse.
Per supportarle al meglio in questo meraviglioso percorso ho unito al coaching le fasi lunari, così da poterle aiutare ad ascoltarsi e comprendere al meglio la loro energia, i loro bisogni, e riportarle alla loro essenza ciclica e ad essere più autentiche possibili.
5. Quali sono stati gli ostacoli riscontrati lungo il cammino di coach e come li hai superati?
LUNA scuola di Coaching mi ha molto aiutato nel mio percorso, proprio perché il modello a cui è ispirato (come condurre una sessione di coaching) è ispirato alle fasi lunari. A tutte le persone indecise se iscriversi o no a questa meravigliosa scuola mi sento di dire: "Fatelo ad occhi chiusi!".
6. Cosa consigli a chi desidera diventare coach?
Questa scuola è meravigliosa perché ti insegna ad ascoltarti e ad ascoltare, ti fa lavorare in modo profondo su te stessa e ti dà la possibilità di fare, fin da subito, il tirocinio per mettere in pratica ciò che hai imparato. Anh e tutte le Moontutor sono persone disponibili, accoglienti e sono pronte ad aiutarti. Insomma, non sei mai lasciata da sola. LUNA è sul serio una scuola di coach per l'anima.
Se anche tu vuoi esplorare la tua essenza e ti incuriosisce il coaching come strumento di crescita personale e professionale, fai questo quiz lunareper iniziare a trasformare la tua vita e quella degli altri.
Coaching e psicoterapia: l’importanza di riconoscere il proprio campo di competenza
La professione di coach è relativamente nuova, in particolare nel contesto sociale italiano.
A riprova di ciò, la legislazione italiana non ha definito in modo univoco questo tipo di mestiere che, ad oggi, risulta ancora poco regolamentato.
Ciò non solo ha permesso a molte persone di avvalersi del titolo di coach senza avere acquisito le competenze necessarie, ma ha anche creato delle zone d’ombra che, purtroppo, delle volte sfociano in veri e propri abusi di professione.
In questo articolo ci proponiamo dunque di fare un po’ di chiarezza in merito alle differenze che intercorrono tra il ruolo di coach e quello di psicoterapeuta, traendo spunto dalle linee guida divulgate dall’International Coaching Federation (ICF), la più grande associazione professionale internazionale di coach (con oltre 70.000 membri in più di 141 nazioni).
Coaching e psicoterapia: l’importanza di riconoscere il proprio campo di competenza
LUNA Scuola di Coaching per l’Anima, infatti, è un corso professionalizzante accreditato ACTP (Accredited Coach Training Program) di Livello 2 da ICF e forma professionisti nell’ambito del coaching che, una volta ottenuta la certificazione LUNA, possono richiedere una credenziale ICF (il che significa attribuire uno standard di qualità per la tua professione di coach, attestando che il tuo business segue criteri di settore elevati, come ti abbiamo raccontato in questo articolo).
Una delle principali responsabilità etiche di un coach consiste nell’essere consapevole dei limiti del proprio campo d’azione, riconoscendo quando un cliente ha bisogno di più di quello che il coaching stesso può fornire.
Questo è uno dei motivi per cui il Codice Etico di ICF sottolinea l’importanza del definire un preciso e dettagliato accordo di coaching tra coach e cliente prima di avviare questo tipo di collaborazione professionale: al di là degli aspetti legali e fiscali, l’accordo di coaching è uno strumento di fondamentale importanza per informare i clienti di ciò che può e non può essere affrontato nel coaching.
Differenze tra coaching e psicoterapia
L'International Coaching Federation (ICF) definisce il coaching come una "collaborazione con i clienti in un processo creativo e stimolante che li ispira a massimizzare il proprio potenziale personale e professionale".
All’atto pratico, ciò significa che il coaching si concentra sugli aspetti di sviluppo e diviene uno strumento di supporto nell’accompagnare le persone a evolvere ulteriormente rispetto al livello di consapevolezza e di auto-efficacia attuale.
Non si va in alcun modo ad indagare aspetti di psicopatologia, quali depressione, attacchi di panico, ansia generalizzata, PTSD o altre condizioni di questo tipo, poiché vanno oltre il campo d'azione del coaching.
Il coaching punta a massimizzare il potenziale, il che significa lavorare con coachee (ossia coloro che ricevono il coaching) in piena salute mentale, capaci di raggiungere gli obiettivi da loro prefissati in quanto custodi di tutte le risorse necessarie per raggiungere il proprio successo.
Ecco perché, fondamentalmente, il coaching lavora per obiettivi e, di conseguenza, un percorso di coaching ha in generale una durata circoscritta nel tempo.
Nella relazione di coaching, è il cliente stesso a definire il traguardo che desidera raggiungere e si avvale della figura del coach in quanto facilitatore e catalizzatore della propria trasformazione.
Certo, può accadere che il coach esplori assieme al proprio cliente dinamiche legate al suo passato, alle relazioni e alle sue emozioni, ma con un’intenzione orientata verso la crescita e la trasformazione desiderata.
Il fine del coach, infatti, non è quello di comprendere l’origine di tali dinamiche né di lavorare per risolvere o curare determinate disfunzioni e disturbi, bensì consiste nel portare il focus sul presente in virtù degli obiettivi posti per il futuro a breve e lungo termine.
Come dichiarato nel documento divulgato da ICF “Referring a Client to Therapy”, lo scopo del coaching riguarda il miglioramento di prestazioni, l'apprendimento o lo sviluppo nelle aree funzionali della propria vita, mentre la terapia affronta anche dinamiche emotive e questioni personali profonde al fine di innescare un processo di guarigione.
Inoltre, un coach è in grado di definire e rispettare il limite delle proprie competenze, riconoscendo i casi in cui il cliente possa aver bisogno di un supporto che esula dalle sue qualifiche ed esperienza.
Come indicato dal Codice Etico e dalle linee guida di ICF, nel caso in cui un coach dovesse rendersi conto che la dinamica trattata con il cliente:
è al di fuori del proprio campo di competenza;
interferisce con le attività quotidiane del cliente (personali e professionali);
è di natura psicologica e riguarda emozioni profonde;
è compito e dovere del coach rimandare al cliente con rispetto e delicatezza la possibilità di riferirsi a un altro tipo di professionista.
Ricorda: in quanto coach, l’autoriflessione e l’autoconsapevolezza sono strumenti importanti non solo per facilitare al meglio i nostri clienti, ma anche per riconoscere quando un problema va oltre la nostra portata e competenza.
E la tua esperienza con il coaching e psicoterapia qual è? Anche tu ti sei mai domandata o hai sentito la necessità di documentarti in merito alle differenze che intercorrono tra il ruolo di coach e quello di psicoterapeuta?
Se invece il coaching ti ispira parecchio, ma ti stai ancora domandando se sia davvero la strada giusta per te, clicca qui e corri subito a fare il quiz gratuito per scoprire se sei pronta a diventare coach.
Come diventare regina della tua vita, con Katia Caterino
Come diventare regina della tua vita, con Katia Caterino
Diventare regina della propria vita significa risvegliare il fuoco interiore e creare una sana relazione con noi stesse. E non si può parlare di una relazione vera senza coinvolgere il nostro corpo.
Il nostro corpo è l’unico che è sempre stato davvero con noi in ogni singolo momento. Ci accompagna in ogni istante della nostra vita, sostenendoci nei momenti più banali come quelli più importanti.
Ogni tanto gli abbiamo negato le cure di cui ha bisogno, quando non abbiamo ascoltato le sue richieste, quando ci siamo arrabbiate con lui. Ma in tutto questo, il nostro corpo è rimasto comunque con noi.
Infatti, occuparci del corpo è un modo più diretto per risvegliare il piacere della vita, la nostra femminilità, la sensualità. E per compiere questo viaggio possiamo affidarci ancora una volta al coaching, abbinato alle numerose tecniche corporee, come meditazioni, respirazioni e danze, ecc.
Nella precedente intervista abbiamo parlato dello spazio e dell’organizzazione, in questo articolo, invece, ti spieghiamo come diventare regina della tua vita, attraverso il coaching e le tecniche corporee.
Lo faremo con Katia Caterino, la coach formata nella nostra scuola LUNA – Scuola di Coaching per l’Anima.
Benvenuta Katia!
1. Ci racconti chi sei e cosa fai?
Ciao, sono Katia Caterino e sono una Luna Coach da poco diplomata con LUNA scuola di Coaching per l'Anima di Anh.
Il coaching, in realtà, è stato il mio ultimo approccio in questo mio viaggio iniziato da tanto tempo. In tutti questi anni, infatti, ho dedicato molta attenzione al corpo, specializzandomi nel risveglio del corpo, del piacere, del femminile, del maschile e soprattutto delle dee/donne interiori/archetipi presenti in noi, per portare armonia nella nostra vita e relazioni.
Lo scopo è quello di accompagnare le donne, attraverso il coaching, stanche di relazioni malsane, ad intermittenza, e non soddisfacenti, a risvegliare il proprio fuoco interiore per diventare regine della propria vita, creando, in primis, una relazione sana e d'amore con sé stesse.
E per questo, con il coaching, e tecniche corporee specifiche, come meditazioni, respirazioni e danze, ho creato quattro percorsi: regina della tua vita, il risveglio del piacere, il risveglio del femminile e il risveglio della coppia interna sacra, con cui accompagno le donne nel loro viaggio per diventare regine della loro vita.
Ho scelto di lavorare con il corpo perché parto dalla mia esperienza in cui non sentivo più il mio corpo, il mio piacere, la mia femminilità e la mia sensualità, e attraverso il coaching e le tecniche corporee, possiamo davvero ritornare ad essere regine della nostra vita, consapevoli del nostro potere personale e magnetismo.
2. Cosa ti ha spinta a diventare coach?
Ciò che mi ha spinto a diventare Coach e, in particolar modo, con la scuola di Anh, è stato il desiderio di facilitare le donne in una profonda trasformazione.
Accanto alle tecniche corporee era importante per me facilitare, attraverso il coaching, una trasformazione anche più emotiva, energetica e mentale, oltre che corporea, e ho sentito il desiderio di aggiungere questo approccio del Coaching di Anh, che ho sentito sin da subito molto trasformativo e potente, e che davvero poteva aiutare le donne a cambiare la loro vita.
3. Prima di iniziare la scuola, quali erano le tue eventuali resistenze o paure e come le hai superate?
Prima di iniziare LUNA Scuola di Coaching per l'Anima, ho avuto diverse paure e resistenze, legate al tempo e alla parte economica, pensavo di non farcela, visto che avevo preso altri impegni.
È stato molto importante il percorso che stavo seguendo con Anh in quel momento, Alchimia dell'Anima, dove, in un esercizio durante la lezione, ho portato proprio questo mio dubbio, paure e resistenze sulla mia partecipazione alla scuola di coaching, e fare quel lavoro in quella lezione mi ha permesso di lavorare sulla fiducia in me e mi ha permesso di prendere consapevolezza che con questa fiducia potevo superare qualunque cosa e così è stato.
Nel percorso, infatti, dopo aver sciolto le mie paure, ogni cosa si è predisposta in modo tale che la parte del tempo e la parte economica non fossero più un problema.
Oggi sono felicissima di aver partecipato a LUNA con Anh e tutte le Moon Tutor, in quanto è stato un viaggio, dal punto di vista umano e professionale, che mi ha permesso di crescere tanto e di portare subito questo approccio con le coachee e, nel frattempo, con le tecniche apprese, ho potuto sviluppare meglio una mia teoria, nata qualche anno prima, con le dee della mitologia greca e di comprendere come concretamente poter sciogliere nodi relativi alla propria mappa d'amore, la quale tiene conto del proprio femminile, maschile e dee/donne interiori, chiamate anche archetipi.
E con le tecniche apprese nel percorso di coaching, possiamo sciogliere i nodi e i blocchi presenti in questa mappa, per creare una nuova mappa d'amore più funzionale per noi.
4. In che modo aiuti le tue coachee?
Le tecniche che utilizzo maggiormente sono quella della bambina interiore, la proiezione nel futuro e l'integrazione delle parti, cioè l'unione delle diverse parti in noi, quella che desidera raggiungere un obiettivo e quella parte che la blocca. Perché le nostre problematiche sono spesso collegate al conflitto tra queste due parti.
Lo scopo, infatti, del mio lavoro è portare unione in tutte le nostre parti, perché solo così possiamo davvero sentire armonia in noi e nella nostra vita.
5. Quali sono stati gli ostacoli riscontrati lungo il cammino di coach e come li hai superati?
Lungo il cammino, la difficoltà è stata quella di stare concentrata sulle cose da fare e da seguire.
Mi ha aiutato molto, per superare questa difficoltà, fare un riassunto delle cose principali di ogni incontro e scrivere la tecnica appresa nell'incontro, integrando gli appunti e le dimostrazioni con le dispense. Questo mi ha permesso di creare dei miei moduli molto brevi da consultare subito con le tecniche.
6. Cosa consigli a chi desidera diventare coach?
A chi desidera diventare coach consiglio di sentire nel cuore questa chiamata e di seguirla, perché quando siamo chiamate dal cuore, ogni cosa ci accompagna nel migliore dei modi.
In particolar modo consiglio LUNA Scuola di Coaching per l'Anima, perché non è stato solo un percorso, ma un viaggio nella mia anima, accompagnato da professioniste e da donne come Anh, Antonella e Jessica, molto empatiche e gentili, da cui ho appreso tanto e che mi hanno aiutata e accompagnata a trasformare la mia vita.
Ringrazio dal profondo del cuore questo percorso e ringrazio Anh e le Moon Tutor per tutti i doni fatti!
Se anche tu hai il desiderio di diventare regina della tua vita e ti incuriosisce il coaching come strumento di crescita personale e professionale, fai questo quiz lunareper iniziare a trasformare la tua vita e quella degli altri.
Come ritrovare la motivazione se il tuo business ha perso l'Anima
Che tu abbia appena avviato la tua attività di coaching o faccia il coach da diversi anni, ti sarai già imbattuta in strategie di marketing, obiettivi di fatturato, ROI, funnel da implementare e via dicendo.
Se tutto questo, ormai, è diventato il tuo pane quotidiano e ti sembra che all’interno del tuo business tu stia pian piano perdendo l’Anima, dai un'occhiata a questo video!
Ti parlo di come ritrovare la via per tornare a casa dalla tua essenza e, soprattutto, come continuare a fare business in allineamento con chi sei davvero e ciò che senti dentro.
Fare business sì, ma con l'Anima
Il rovescio della "medaglia da coach"
Sono diversi i motivi per cui una persona si sente chiamata a diventare coach. Qui, ad esempio, avevamo elencato le 5 ragioni più comuni di chi intraprende questo (meraviglioso) percorso, ricordi?
C'è chi è spinto dal desiderio di trasformare la propria vita e aiutare gli altri a realizzare i propri obiettivi. E c'è chi magari, in un momento di svolta personale e professionale, capisce di voler vivere in maniera autentica a sé.
Fin qui, tutto bene. Finché, una volta che si diventa coach in proprio, non ci si ritrova a dover imparare anche a fare marketing, strutturare i propri servizi e crescere l'attività attraverso corsi e proposte varie.
D'altronde, non si tratta di un hobby qualunque. Sebbene non sia tutto, anche il fatturato è importante quando si avvia un'attività che vogliamo ci sostenga economicamente, no?
Fare business sì, ma con l'Anima
Ecco che, quando si entra nel mondo del business, ad un certo punto, lungo il percorso, può capitare di "perdere la bussola" tra le varie cose da fare, perdendo di vista ciò che ti aveva motivato in partenza.
Tuttavia, fare business, in realtà, non è solo strategia, ROI e fatturato. È anche questione di creare e mantenere viva un'entità dinamica che rispecchi i tuoi valori e la visione di ciò che vuoi portare nel mondo.
Perciò è necessario darti il permesso di fare spazio per sentire cosa la tua Anima ha da dirti e conoscere quello che ti fa battere il cuore, ponendoti, ad esempio, queste due "semplici" ma potenti domande:
Cosa desidero portare nel mondo? Che tipo di trasformazione?
Che cosa ho voglia e piacere di fare? Che cosa mi entusiasma ora?
Ricorda: un business non può essere qualcosa di statico, anch'esso è un'entità con un'Anima che viene nutrita da te e da tutto ciò che le infondi, giorno dopo giorno.
Alla prossima puntata!
E la tua esperienza con il fare business per la tua attività di coaching qual è? Anche tu stai vivendo o hai vissuto un periodo in cui sentivi di perdere la tua Anima tra le cose da fare?
Se invece stai cercando una risorsa per creare uno spazio energetico di accoglienza e di fiducia dove favorire l'espansione della consapevolezza in te e negli altri, dai un'occhiata al corso gratuito Co-creazione.
Fare spazio dentro e fuori con il coaching, con Laura Realbuto
Fare spazio dentro e fuori con il coaching, con Laura Realbuto
Organizzazione e crescita personale sono due compagne d’avventura che viaggiano tenendosi per mano. E aggiungendo anche un tocco di semplicità, allora sì che possiamo far brillare e risuonare l’essenza di ciascuna di noi.
La semplicità può essere coltivata ogni giorno, permettendoci di godere dello spazio e del tempo della nostra vita in modo sano e genuino, come un seme che ha bisogno di cura e dedizione per germogliare e regalare alla terra buoni frutti.
Allora, perché non iniziare a riscoprire il valore di ciò che ci circonda nel proprio spazio domestico?
Focalizzandoci sulla nostra casa e sui nostri spazi, possiamo imparare quanto sia importante e forte il potere curativo e trasformativo di questo “contenitore”.
Poi, se alle tecniche del decluttering e dell’organizzazione, aggiungiamo anche gli strumenti del coaching, il risultato può essere davvero sorprendente!
L’intervista precedente, è stata tutta centrata sui temi legati alla mindfulness e consapevolezza, in questo post, invece, ti spieghiamo come fare spazio dentro e fuori con il coaching e l’organizzazione.
Lo faremo con Laura Realbuto, la coach formata nella nostra scuola LUNA – Scuola di Coaching per l’Anima.
Benvenuta Laura!
1. Ci racconti chi sei e cosa fai?
Mi chiamo Laura e sono una Coltivatrice di Semplicità.
Nella vita mi occupo di accompagnare le donne a riappropriarsi del proprio tempo e a riscoprire il valore di ciò che le circonda nel proprio spazio domestico, utilizzando le tecniche del decluttering, l'organizzazione e gli strumenti del coaching.
Mi definisco Coltivatrice di Semplicità perché credo che le cose semplici amplifichino il valore di ciò che abbiamo intorno a noi, aiutando a riempire di significato profondo il nostro spazio e di conseguenza anche il nostro tempo.
Organizzazione e crescita personale sono due compagne d’avventura che viaggiano tenendosi per mano. Ecco perché credo che la semplicità abbia il dono di far brillare e risuonare l’essenza di ciascuna di noi.
Dal 2018 sono una professional organizer associata senior Apoi (Associazione Professional Organizers Italia). Il mio ambito di specializzazione è quello domestico. Ho sempre avuto un rapporto simbiotico con la mia casa e con i miei spazi e con il tempo ho imparato su me stessa quanto sia importante e potente il potere curativo e trasformativo di questo “contenitore”.
Questo mi ha spinta nel tempo ad approfondire sempre di più la tematica psicologica e simbolica legata alla casa, e successivamente ad integrare queste conoscenze con le tecniche del coaching per l’anima, al fine aiutare in maniera più completa e profonda le donne che decidono di affidarsi a me.
2. Cosa ti ha spinta a diventare coach?
Per rispondere a questa domanda racconterò un aneddoto che è stato rilevante nella decisione di intraprendere il percorso di formazione che mi ha portata a diventare una coach certificata.
Nel dicembre del 2019, sono stata contattata da una splendida donna che aveva la necessità di mettere ordine nel suo armadio. Tra noi c’è stato fin da subito una buona energia e dopo una chiacchierata e il sopralluogo degli spazi da riorganizzare, abbiamo iniziato il nostro percorso di decluttering e riordino.
La cliente possedeva moltissimi vestiti, troppi rispetto allo spazio che aveva a disposizione, e lo stato di confusione e disordine era diventato per lei ingestibile. L’ho aiutata così a fare un programma a più sessioni, in ciascuna delle quali ci si dedicava ad una parte specifica dell’armadio e ad una categoria di abiti.
Le prime sessioni sono andate abbastanza bene, senza particolari resistenze, e la cliente era ben disposta a lasciare andare gli indumenti che non utilizzava più, con consapevolezza e serenità.
Le sessioni si svolgevano in maniera sempre uguale: in genere, io mi occupavo di svuotare totalmente la zona dell’armadio oggetto della sessione, e la cliente si occupava di distribuire gli abiti sul letto. Dopo questa operazione aiutavo e supportavo la cliente nel fare le scelte sui capi da tenere e quelli da lasciare andare.
Capitò un giorno che la cliente vedendo la montagna di abiti che popolava il suo letto, ebbe un cedimento emotivo. Io cercai di mantenere la calma e di non farle percepire la mia preoccupazione cercando di tranquillizzarla come meglio potevo, ma mentre tornavo a casa mi chiedevo se l’avevo veramente aiutata a capire perché in quel momento si sentiva così. Forse avrei potuto fare qualcosa di diverso per non farle provare più quelle emozioni di disagio, paura e disorientamento?
Ecco, questa esperienza mi ha fatto capire che non esiste organizzazione senza crescita, e non esiste crescita senza organizzazione.
Riordinare una stanza o un armadio non si può ridurre al “mettere a posto i vestiti o gli oggetti”, ma al suo interno c’è molto di più. In primis, c’è una persona con un’anima che occupa quello spazio, uno spazio intriso di storia, pensieri, emozioni e percezioni uniche.
È proprio questa esperienza che mi ha spinta a intraprendere il percorso di formazione per diventare coach, per supportare meglio le donne a prendersi cura della propria casa, in particolar modo per aiutarle a prendere consapevolezza di ciò che la casa rappresenta per loro, fruttando il potere trasformativo e simbolico che rappresenta.
3. Prima di iniziare la scuola, quali erano le tue eventuali resistenze o paure e come le hai superate?
La paura del fallimento è sempre stato un cruccio per me. Fin da bambina ho avuto la tendenza a primeggiare. Se da un lato questa paura mi ha spinta ad ottenere sempre ottimi risultati nello studio e nel lavoro, dall’altra in molte occasioni non mi ha permesso di godere del viaggio per raggiungere gli obbiettivi che mi prefiggevo.
Fare un lavoro profondo su di me, attraverso la psicoterapia e il coaching, mi ha permesso di capire le motivazioni soggiacenti allo sviluppo delle mie dinamiche interiori e comportamentali. Inoltre, nel tempo ho compreso che sbagliare, non raggiungere un obbiettivo nei tempi prefissati oppure raggiungere un risultato diverso da quello sperato, non fa di me una fallita.
Dissociare i miei comportamenti da ciò che sono nell’anima è stata per me la chiave di svolta per capirmi meglio e per accettarmi con amore e compassione così come sono, indipendentemente dai risultati che ottengo.
Ho capito che le cadute, gli errori e i fallimenti sono solo tappe del nostro percorso di apprendimento, indispensabili per la crescita evolutiva.
Quando questa paura riemerge, cerco di canalizzarla, di tornare al mio centro ricordandomi chi sono davvero.
4. In che modo aiuti le tue coachee?
Cerco sempre di creare uno spazio simbolico accogliente in cui la cliente possa sentirsi pienamente a suo agio e libera di esprimersi.
Cerco di portare l’attenzione sullo spazio interiore della coachee e sulle sue emozioni. Credo che l’esplorazione delle emozioni attraverso la visualizzazione sia un ottimo strumento per aiutare la coachee a prendere contatto con il proprio spazio interiore e per rendere questo spazio un ecosistema più equilibrato.
Una volta creato il proprio spazio interiore, supporto la coachee ad occuparsi dello spazio esteriore, ovvero quello che la circonda, iniziando a piccoli e semplici passi, ad esempio un cassetto o un’anta dell’armadio.
In genere durante questa fase emergono delle resistenze o delle convinzioni, in questi casi facilito la coachee, utilizzando i metamodelli o altre tecniche di coaching, in base alle esigenze che il momento richiede.
La filosofia che accompagna i miei percorsi di coaching è quella che occuparsi della propria casa è un modo diverso per occuparsi di sé stessi. Indirettamente nella persona emergono profonde e nuove consapevolezze.
5. Quali sono stati gli ostacoli riscontrati lungo il cammino di coach e come li hai superati?
Un ostacolo che è venuto a bussare spesso alla mia porta durante questo periodo di formazione è stata la paura di non essere abbastanza per poter esercitare questa professione, e che prima di avere la facoltà di aiutare le persone fosse necessario liberarsi dei propri problemi interiori.
Fortunatamente durante tutto il periodo di formazione in LUNA Scuola di Coaching per l’Anima, si ha l’occasione di fare moltissimo lavoro su sé stessi. Il cerchio di sorellanza che si è creato nella scuola mi ha aiutata a ridefinire le mie convinzioni imparando che la perfezione non esiste e che il coaching si impara soprattutto esercitandolo con amore, passione e costanza.
6. Cosa consigli a chi desidera diventare coach?
Ho scoperto il grande potere dell’intuito grazie a LUNA Scuola di Coaching per l’Anima. Prima credevo fossero delle vocine nella mia testa e per un sacco di tempo le ho ignorate (mannaggia a me!!). Ora consiglio vivamente di non farlo.
Se quella vocina sta suggerendo che è l’ora di intraprendere questo percorso, vuol dire che è proprio così.
Diventare coach è un viaggio meraviglioso, fatto di alti e bassi non lo nego, ma che sicuramente vale la pena di vivere.
Se anche tu ti trovi in fase di riflessione, senti il bisognodi trovare più consapevolezza nella tua vita e ti incuriosisce il coaching come strumento di crescita personale e professionale, fai questo quiz per iniziare a trasformare la tua vita e quella degli altri.
Perché le credenziali ICF possono fare la differenza per il tuo business?
Se hai deciso di diventare coach e sei in procinto di scegliere un corso di formazione attraverso cui realizzare questo tuo desiderio, probabilmente ti sarai imbattuta in un nutrito ventaglio di possibilità.
E, probabilmente, ti sarà capitato di incontrare termini quali “accreditamento” o “credenziali”, accompagnati da un sacco di acronimi o di termini inglesi.
Nella stessa pagina di presentazione di LUNA Scuola di Coaching per l’Anima presentiamo con orgoglio il fatto che quello da noi proposto è corso professionalizzante accreditato ACTP (Accredited Coach Training Program) di livello 2 dall’International Coaching Federation (ICF).
Ma cosa significa tutto questo all’atto pratico?
E, soprattutto, il frequentare un corso accreditato ICF quale tipo di beneficio comporta per te, futura coach?
Scopriamolo insieme.
Cos’è l’International Coaching Federation (ICF)?
Dal sito di ICF Italia:
“…International Coaching Federation (ICF), la più grande associazione professionale internazionale di coach, con oltre 70.000 membri in più di 141 nazioni. Il suo scopo è quello di sviluppare, sostenere e preservare l’integrità della professione di coach, e di porsi come punto di riferimento per accrescere la fiducia del pubblico per il mondo del coaching.”
Dal 1995 ICF si propone di fungere da punto di riferimento per tutti i coach del mondo, facendosi portavoce di standard elevati basati su di un insieme di valori e competenze fondamentali, tanto da aver redatto uno specifico Codice Etico da cui derivano i principi guida e le competenze che i coach accreditati ICF dovrebbero soddisfare in tutte le loro interazioni con i clienti.
Integrità, eccellenza, collaborazione e rispetto sono i valori cardine su cui trovano fondamento la filosofia e la missione di ICF, il cui fine è quello di diffondere nel mondo i principi etici e gli standard di comportamento ICF per tutti i professionisti facenti parte dell’organizzazione.
Cos’è una credenziale ICF?
Una credenziale ICF è una certificazione professionale che dimostra il completamento di un rigoroso processo di formazione e di esperienza sul campo nell’ambito del coaching.
A tal proposito,nel 2022 il Global Consumer Awareness Study ha rilevato che l'85% dei clienti di coaching afferma che è importante o molto importante che il proprio coach possieda una certificazione o una credenziale [Fonte: https://coachingfederation.org/credentials-and-standards/benefits].
In altre parole, ottenere una credenziale ICF ti offre credibilità immediata e maggiore visibilità in quanto coach nei confronti dei tuoi potenziali clienti.
L'ottenimento di una credenziale ICF è infatti una garanzia di qualità per la tua professione di coach, poiché attesta che il tuo business segue standard di settore elevati.
Come ottenere una credenziale ICF?
Esistono tre tipi di credenziali ICF:
· Associate Certified Coach (ACC)
· Professional Certified Coach (PCC)
· Master Certified Coach (MCC)
Per poter ottenere una credenziale ICF è necessario dimostrare di aver soddisfatto i seguenti requisiti:
· Aver svolto un numero minimo di ore di coaching (il cui ammontare specifico va crescendo a seconda che si voglia ottenere una credenziale ACC, PCC o MCC);
· Aver passato con successo un test di ingresso all’interno del quale gli esaminandi vengono valutati non solo rispetto alle competenze di coaching, ma anche sulla base della loro etica professionale.
Le credenziali sono valide solo per un definito arco di tempo, ovvero 3 anni, dopodiché sarà necessario rinnovarle. Affinché ciò sia possibile, i coach intenzionati a rinnovare la propria credenziale dovranno dimostrare di essersi impegnati in una formazione continua atta a garantire l’adesione agli alti livelli di qualità dell’organizzazione.
Inizia con il piede giusto!
In questo articolo hai avuto modo di toccare con mano quanto sia importante investire innanzitutto in una formazione seria e adeguata per far fiorire, in futuro, il tuo business come coach.
E se il coaching ti ispira parecchio, ma ti stai ancora domandando se sia davvero la strada giusta per te, clicca qui e corri subito a fare il quiz gratuito per scoprire se sei pronta a diventare coach.
Al prossimo articolo!
Coltivare la consapevolezza grazie al coaching, con Elisa Romeo
Coltivare la consapevolezza grazie al coaching, con Elisa Romeo
Che cos’è la consapevolezza? Ne parliamo molto spesso perché crediamo che sia un primo importante passo per un processo di trasformazione.
Vi succede mai di essere preda di incomprensibili paure, dubbi e preoccupazioni che vi impediscono di affrontare serenamente le piccole e grandi sfide della vita?
Tutto questo accade quando non siamo consapevoli di ciò che siamo: ci identifichiamo con i nostri pensieri e con le nostre emozioni, e nel fare questo pian piano perdiamo dei pezzi di Anima, con il rischio di trascurare sempre più la nostra voce interiore.
Quindi, come possiamo coltivare la nostra consapevolezza? Con il coaching!
Grazie alle numerose tecniche di coaching che abbiamo a disposizione, possiamo permetterci di diventare come siamo, senza soccombere ai propri giudizi e, men che meno, a quelli degli altri. Possiamo essere fiduciose e procedere con tranquillità nel nostro cammino, poiché impariamo a prendere delle decisioni in accordo con il nostro cuore, senza dover dimostrare niente a nessuno.
E finalmente, possiamo abbracciare ciò che è stato finora, riconoscerne il merito e poi decidere consapevolmente che è tempo di qualcosa di diverso per noi stesse, e lasciare andare ciò che oggi non è più necessario.
Lo faremo con Elisa Romeo, la coach formata nella nostra scuola LUNA – Scuola di Coaching per l’Anima.
Benvenuta Elisa!
1. Ci racconti chi sei e cosa fai?
Mi chiamo Elisa e mi definisco una mindful coach: accolgo donne travolte dal vortice della quotidianità che vogliono fermarsi un momento per rimettersi in ascolto di loro stesse, ritrovarsi e riscoprirsi, e le supporto mentre raggiungono i loroobiettivi con armonia e consapevolezza.
Se non ho un libro in mano, sto comunque leggendo qualcosa (musica, tarocchi, o le etichette dei prodotti per sapere se posso mangiarli: sono vegana). Scrivo diari da quando so scrivere e nella mia playlist trovi da Bach a Elio e le Storie Tese.
Sono una personalità INFJ, enneagramma tipo 4, Sole in Toro ma Luna e Ascendente in Pesci.
2. Cosa ti ha spinta a diventare coach?
Anche se in realtà nasco musicista, mi ha sempre appassionato lo studio del nostro mondo interiore: per questo scelsi di studiare anche psicologia.
Quando poi mi sono avvicinata al mondo dei tarocchi, continuavo a sperimentare una sorta di frustrazione durante le letture: i significati e i ‘verdetti’ che mi comunicava la lettrice di turno mi lasciavano sempre piena di domande irrisolte.
Cominciai a studiarli seriamente, frequentando corsi dagli approcci diversi, ma questo non risolveva il problema di fondo, perché non creava un dialogo aperto tra le carte e la persona che le interrogava.
Allora ho iniziato a fare letture in cui ero io a fare le domande, aiutando la persona a tirare fuori le proprie risposte evocate dal dialogo con i simboli delle carte. Trovavo questo tipo di approccio enormemente potenziante ed efficace per far emergere nuove consapevolezze.
In quel periodo mi rivolsi proprio alla magnifica Jessica Pellegrino, Coach e MoonTutor senior di LUNA, per fare un percorso di coaching: fu davvero un’esperienza illuminante, dove oltre ai risultati personali raggiunti ho trovato un approccio molto affine a quello che stavo sviluppando. Nessuno mi insegnava o dava consigli, nessuna interpretazione dall’alto o giudizio: con le domande giuste aumentava la mia comprensione, l’accettazione, e sperimentavo la messa in atto delle risorse che avevo già a mia disposizione per far fronte alle situazioni che volevo migliorare. Passo dopo passo, avevo coltivato la mia consapevolezza non più da sola, ma grazie alla presenza, all’ascolto e alle domande di Jessica.
Così ho deciso di iscrivermi a LUNA Scuola di Coaching per l'Anima, e ne sono stata entusiasta.
3. Prima di iniziare la scuola, quali erano le tue eventuali resistenze o paure e come le hai superate?
Devo dire che il sentimento preponderante era l’entusiasmo: la presentazione del corso mi aveva subito affascinata perché in sintonia con molti dei miei studi pregressi e delle mie passioni. Poi avevano già condiviso il calendario delle lezioni, così ho potuto valutare molto bene il tipo di impegno previsto e se potessi organizzarmi per seguirlo al meglio.
L’unica cosa che posso dire è che, pur conoscendo la grande professionalità di Anh e del suo team, temevo che il corso avrebbe potuto scendere comunque poco in profondità rispetto alle mie aspettative, e invece così non è stato, anzi!
Abbiamo avuto modo di lavorare davvero in profondità prima di tutto su noi stesse, sul tipo di professioniste che vogliamo diventare, ma anche sul nostro potenziale personale e sulla nostra presenza e consapevolezza.
4. In che modo aiuti le tue coachee?
Il mio approccio di lavoro, non solo nel coaching ma anche nella mia esperienza ventennale nell’insegnamento e nell’educazione musicale, è sempre stato quello di aiutare lo sviluppo delle potenzialità delle persone, e di renderle sempre più autonome e consapevoli delle proprie risorse e responsabilità, di ciò che è in loro potere fare per migliorare, e di quanto sia importante partire dall’accoglienza di ciò che c’è già.
Mi piace dire che "coltivo punti interrogativi", perché le domande restano uno degli strumenti più potenti per poter aprire nuovi orizzonti verso mondi fantastici, ancora inesplorati e fortemente trasformativi.
Inoltre, mi piace integrare diversi strumenti ed esplorare la complessità della realtà con occhio aperto e curioso.
Per questo, nei miei percorsi utilizzo, oltre al coaching, anche le pratiche mindfulness, i Tarocchi, le carte Magia Interiore, il journaling, oltre ad alleati preziosi donati dalla natura (sono anche Naturopata e Floriterapeuta).
Ho integrato tutto questo grazie al lavoro con gli Elementi, in maniera simbolica ma non solo: riuscire ad equilibrarli ci permette di tornare a vivere in armonia con noi stesse e con il mondo in cui viviamo.
Il punto di partenza è sempre e comunque lo spazio condiviso: creare il giusto ambiente energetico in cui poter lavorare insieme, potersi aprire e accogliere, poter scendere in profondità per far emergere nuove consapevolezze e co-creare nuove realtà è un presupposto fondamentale perché il lavoro diventi efficace.
Per questo gran parte del mio lavoro avviene prima che inizi la sessione, perché io possa essere in uno stato di presenza ottimale, e dopo la sessione, per rielaborare i contenuti emersi in sessione e predisporli affinché possano nutrire il prossimo incontro.
Ho sintetizzato questo processo con il motto: respira, comprendi, trasforma.
È questo, in sintesi, il percorso che propongo alle mie clienti.
5. Quali sono stati gli ostacoli riscontrati lungo il cammino di coach e come li hai superati?
Uno degli scogli più grandi da superare è stato quello della fiducia nelle mie capacità: sono sempre stata una grande studiosa, ma il mestiere di coach è anche molto pratico. Questa scuola mi ha aiutata ad acquisire sempre più fiducia grazie al supporto durante ogni fase e alla continua possibilità di sperimentare le varie tecniche, sin dalla prima lezione.
Inoltre, il lavoro su noi stesse è stato intenso e profondo, ed è inevitabile che ci siamo trovate, di tanto in tanto, di fronte a situazioni o eventi sfidanti per noi. In quei momenti mi è stato molto d’aiuto poter contare sul supporto del team e sul confronto con le mie compagne, oltre che su tutti gli strumenti di presenza, consapevolezza e self-coaching imparati durante il corso.
6. Cosa consigli a chi desidera diventare coach?
Di prepararsi ad un percorso altamente trasformativo innanzitutto per se stessi; è fondamentale mettersi in gioco e lavorare su aspetti di sé che, a prima vista, possono sembrare scomodi o spiacevoli, ma sono quelli che ci danno una maggiore opportunità di crescita. E di considerare senza dubbio questa scuola, perché fornisce una preparazione davvero completa ed entusiasmante!
Se anche tu ti trovi in fase di riflessione, senti il bisognodi trovare più consapevolezza nella tua vita e ti incuriosisce il coaching come strumento di crescita personale e professionale, fai questo quiz per iniziare a trasformare la tua vita e quella degli altri.
Integrare il coaching dell'Anima nel proprio lavoro: si può?
Molte delle persone che si imbattono nel coaching durante il loro percorso personale e professionale spesso se lo chiedono: “Ma il coaching può essere utile anche a me che, di base, faccio un lavoro completamente diverso?”.
Tra di loro c’è chi svolge già altre professioni di aiuto, sostegno e accompagnamento alla persona e desidera apprendere nuovi strumenti; oppure chi lavora in ambiti di tutt’altro genere e non intende diventare coach, bensì vuole integrare delle competenze per aiutare i propri clienti in modo più profondo.
La risposta a questa perplessità è, dunque, tutt’altro che univoca. Ogni caso è a sé, perciò resta con noi: in questo blog post esploriamo insieme la questione, così che anche tu possa capire se la magia del coaching dell’Anima faccia o meno al caso tuo.
Il coaching va bene per chiunque…
O meglio, il coaching dell’Anima va bene per chiunque lavora “a contatto”, 1-1, con le persone e vuole imparare a facilitare nell’altro la riscoperta e la conoscenza di sé e delle risposte al suo interno, attraverso l’esplorazione di pensieri, emozioni e Anima.
Molte allieve di LUNA hanno integrato il coaching dell’Anima nella loro professione, poiché si impara un modo di interagire e di comunicare che aiuta il cliente ad accedere al suo potenziale nascosto, a valorizzarlo e a lavorare sui propri blocchi interiori.
Questo si può impiegare in ogni tipo di lavoro che ha a che fare con un altro essere umano, specialmente gli strumenti che si apprendono nel programma di Certificazione di Coach LUNA (CCL), i quali sono trasversali e adattabili a qualsiasi nicchia o situazione specifica.
Un esempio “particolare”?
Nel web design, ad esempio, attraverso il coaching dell’Anima si può lavorare con i clienti creando un percorso che li aiuti a capire nel profondo che cosa vogliono comunicare agli altri, che tipo di messaggio vogliono trasmettere e come mai è così importante per loro, quali emozioni desiderano suscitare nel lettore e via dicendo.
In particolare, può servire per supportare l’altro a superare la paura di esprimere se stesso, a superare la sindrome dell’impostore, così come accompagnarlo a conoscere ciò che è veramente (come persona e come professionista), affinché venga rappresentata a pieno la sua Essenza.
Anche la creazione di un sito web, o più in generale tutto ciò che rientra nell’ambito “business” (marketing, strategia, branding, copywriting, ecc.), tocca la parte emotiva della persona: le chiede di esporsi e mostrarsi, e questo può far sorgere dubbi, confusione, auto-critica, giudizi, timori, conflitti interni su cui si lavora molto bene con il coaching dell’Anima.
E ancora…
Un altro contesto è quello della fotografia. Spesso si pensa che il fotografo sia una figura che sta dietro le quinte e che il suo unico compito sia quello di fare delle belle foto. Invece, con il coaching dell’Anima è possibile unire l’aspetto più artistico di questa professione con modalità di facilitazione che aiutano il cliente a conoscersi, a portare alla luce lo stile di foto che desidera, le sensazioni che vuole immortalare in ogni scatto e così via.
Si possono quindi creare dei percorsi per valorizzare la persona e aiutarla ad arrivare “pronta” al servizio fotografico, portandola, per esempio, a conoscere meglio le parti nascoste di sé e gli archetipi che la abitano, ad allentare le barriere della razionalità che bloccano l’immaginazione, così che riesca a tirare fuori la sua forma più autentica e a mostrarsi con sicurezza.
Lo stesso può avvenire nell’ambito del personal training. Invece di limitarsi a un lavoro prettamente focalizzato sull’aspetto esteriore e sull’allenamento del fisico, si può utilizzare il coaching dell’Anima per aiutare la persona ad esplorare i blocchi, spesso di tipo emotivo, che le impediscono di raggiungere il benessere corporeo desiderato.
Integrare, senza snaturare!
Le professioni che gravitano attorno al coaching dell’Anima sono quindi numerose, appunto perché gli strumenti acquisiti non sono legati ad un unico contesto o expertise, bensì vanno a lavorare su come l’essere umano pensa (mente), sente (emozioni/corpo) e vive la sua identità (spiritualità).
L’importante, durante la formazione per diventare coach dell’Anima, è sperimentare il coaching ed esplorare le tecniche per individuare quelle più in linea con sé, più efficaci nel proprio ambito, senza snaturarsi o snaturare la propria attività, ma costruendo qualcosa di integrale e unico.
Il coaching dell’Anima, di fatto, è un metodo flessibile che si adatta al coach e al cliente. È un percorso che attiva le risorse di cui il professionista ha bisogno per sostenere, competentemente ed efficacemente, il processo di facilitazione con gli altri e co-creare relazioni potenzianti su tutti i fronti.
Il coaching ti sta chiamando? Allora dai un'occhiata alla Certificazione di Coach LUNA (CCL), un percorso professionalizzante completo, accreditato ACTP/Livello 2 (Accredited Coach Traning Program)dalla Federazione Internazionale di Coaching (ICF).
La forza trasformatrice dello Yoga e del coaching, con Giulia Panzeri
La forza trasformatrice dello Yoga e del coaching, con Giulia Panzeri
Lo Yoga non è solamente un'attività che comprende un movimento di tipo fisico. In questa pratica è presente qualcosa di molto più profondo e antico: una forte componente spirituale.
Praticare questa disciplina nel silenzio è qualcosa che riesce a regalarci maggiore consapevolezza del corpo e, allo stesso tempo, ci supporta nella conoscenza e nell’accettazione di noi stesse.
Lo Yoga è una filosofia di vita. Per chi lo insegna può diventare una vera missione, che permette di accompagnare le persone verso la loro Essenza, per scoprire i propri bisogni autentici.
Senza dubbio, non è un percorso sempre agevole, sia per chi lo intraprende sia per chi lo facilita. In questo caso il coaching può rendere questo processo ancora più intenso.
Grazie alla combinazione dei due approcci, quello yogico e quello del coaching, può nascere un canale funzionale ed efficiente per creare spazio per il cambiamento.
Nell'intervista precedente abbiamo parlato del manifestare la dea dentro di te, mentre in questo blog post ti raccontiamo della forza trasformatrice dello yoga e del coaching.
Lo facciamo con Giulia Panzeri, la coach formata nella nostra scuola LUNA – Scuola di Coaching per l’Anima.
Benvenuta Giulia!
1. Ci racconti chi sei e cosa fai?
Sono Giulia e ho un intimo e accogliente studio di Yoga a Lugano in cui insegno Vinyasa, Yin e yoga prenatale. All’attività di insegnante di Yoga ho affiancato quella di coach grazie alla Scuola di Coaching per l’Anima di Anh.
2. Cosa ti ha spinta a diventare coach?
Ho da subito concepito l’insegnamento dello Yoga come un accompagnamento delle persone verso la loro essenza, verso sé stesse, verso casa.
Il coaching mi permette di rendere più profondo e intenso questo accompagnarle alla scoperta dei loro desideri e bisogni profondi.
Credo che dalla combinazione dei due approcci, quello yogico e quello del coaching, possa nascere una via funzionale ed efficiente per creare spazio per il cambiamento; è per questo che in futuro offrirò anche l’opzione di affiancare alle classiche sessioni di coaching delle altre in cui lavoreremo sui temi emersi con e nel corpo.
3. Prima di iniziare la scuola, quali erano le tue eventuali resistenze o paure e come le hai superate?
Avevo già adocchiato le edizioni della scuola anni prima di decidermi a frequentarla; allora pensavo di essere troppo giovane per essere coach e di ‘non saperne abbastanza’, e poi volevo concentrarmi sullo Yoga.
Con il passare del tempo è cresciuta la mia comprensione di cosa fosse davvero il coaching e anche la fiducia che ho nei miei mezzi (grazie anche e soprattutto alla mia esperienza come insegnante di Yoga), quindi poi iscrivermi è stato abbastanza semplice.
4. In che modo aiuti le tue coachee?
Il mio approccio è lo stesso che uso per le mie lezioni; è estremamente importante che la persona che ho davanti si senta a suo agio, senza pressioni esterne e che capisca che verrà accolta nella sua interezza.
È nella creazione di uno spazio non giudicante in cui la cliente può viversi e esprimersi appieno che risiede, secondo me, il potere e la forza trasformatrice dello Yoga e del coaching.
In ogni mia lezione e in ogni mia sessione voglio che passi il messaggio ‘sei abbastanza così come sei’. Sono molto affezionata alle pratiche di ascolto delle emozioni ispirate alla tecnica RAIN di Tara Brach, (e in generale al suo approccio alla spiritualità) e devo dire che, nonostante sia partita in salita per me che lavoro molto più facilmente con le parole che con le immagini, mi sto convincendo sempre di più della potenzialità del lavoro con le carte.
Poi mi piacciono moltissimo la tecnica di integrazione delle parti e quella della posizione percettiva dell’io futuro.
5. Quali sono stati gli ostacoli riscontrati lungo il cammino di coach e come li hai superati?
Mi è capitato di farmi sopraffare dalla grandezza della questione portata dalla coachee, soprattutto quando non avevamo ancora affrontato la questione obiettivo della sessione.
In alcuni casi, specialmente all’inizio, poi sempre meno, mi ha presa la paura di non sapere come aiutare la persona; poi ho imparato che più che un aiutarla è un supportarla, un farle spazio, un tenerla.
Mi è anche capitato di assecondare la cliente invece che farle notare che stavamo girando intorno al vero nodo per paura di essere direttiva o, ancora peggio, di ferirla. Ho superato quest’ultimo timore chiedendomi quale fosse la cosa da fare per il bene della cliente.
6. Cosa consigli a chi desidera diventare coach?
Di lasciarsi sorprendere da questa magnifica esperienza, e di non avere fretta nel volersi sentire a proprio agio nel ruolo di coach; le cose cambiano, una sessione alla volta, un percorso alla volta.
Di mettere in conto che è prima di tutto un percorso di crescita personale, e quindi ci saranno delle chiamate al risveglio che saranno un po’ degli schiaffi in faccia, ma che finché c’è la disponibilità e il coraggio di mettersi in gioco e a cambiare prospettiva tutto funziona.
Se anche a te piace aiutare gli altri e ti piacerebbe conoscere il coaching come strumento di crescita personale e professionale, fai questo quiz per iniziare a trasformare la tua vita e quella degli altri.