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Come gestire un conflitto: la soluzione è dentro di te

22 Settembre 2020

Qualche tempo fa una mia cliente si stava lamentando con me del comportamento di una sua amica. Tra di loro c’era stato un brutto battibecco e da quel momento lei aveva deciso di interrompere ogni contatto.

Tuttavia, nonostante fossero già passati diversi mesi da quell’episodio, la mia cliente si trovava regolarmente a rimuginare su quanto accaduto e si rodeva il fegato dalla rabbia. Ogni tanto, ci perdeva addirittura il sonno!

A nulla erano servite le parole delle altre sue amiche che le suggerivano di metterci una pietra sopra e di non pensarci più. Così come erano stati inefficaci i commenti di quelle che si “schieravano” dalla sua parte, sparlando male dell’altra persona.

Nella vita di tutti i giorni può succedere di imbattersi in questo tipo di conflitti con le persone con cui ci confrontiamo, specialmente se con queste persone abbiamo un rapporto emotivamente significativo. Si tratta di situazioni che emergono quando le due parti (o più) hanno obiettivi, bisogni, desideri o punti di vista diversi su una questione, e le aspettative che ogni parte riversa sull’altra vengono deludentemente disattese.

Se si vuole uscire da un conflitto interpersonale è necessario spostare il proprio punto di vista ad un livello nuovo, introspettivo, superiore. Bisogna abbandonare gli schemi di pensiero che non sono più in grado di aiutarci e imparare che la soluzione alle difficoltà che viviamo risiede dentro di noi; dobbiamo solo guardarci dentro e trovarla.

Quando gestito in un ambiente sano e sicuro, il conflitto può diventare uno strumento utile per smuovere dinamiche interiori importanti e far emergere nuove e preziose risorse. Ecco allora alcuni aspetti che puoi esplorare con la tua cliente durante una sessione di coaching, nel caso in cui lei si trovasse in questa situazione infelice.


1. Che tipo di emozioni stai provando in questo momento?

La prima cosa da fare è guidare la tua cliente a capire quali emozioni sono entrate in gioco. È probabile che lei si senta arrabbiata, ferita, delusa, ma ancora non sia riuscita a fare chiarezza su quello che sta provando.

Mettiamo caso che lei stia provando rabbia. Solitamente la rabbia è indice di una valore calpestato e/o di un bisogno insoddisfatto. Allora invitala a riflettere su questo: di quale bisogno si tratta? Come avrebbe desiderato esprimerlo? Come avrebbe voluto sentirsi considerata?

Quando riconosciamo un’emozione, ci concediamo il permesso di comprenderla profondamente. In questo modo, accettiamo quello che sta avvenendo e sarà quindi più facile metabolizzarlo e infine lasciarlo andare.

2. Quali pensieri stanno generando queste emozioni?

A questo punto è il momento di identificare quali sono i pensieri che stanno generando le emozioni provate dalla tua cliente, poiché non sono le circostanze in cui ci troviamo a generare le nostre emozioni, ma la nostra personale interpretazione dei fatti.

Difatti, ciò che accade nel mondo esterno sono avvenimenti neutri che di per sé non sono né belli né brutti. A questi avvenimenti, però, noi tendiamo ad attribuire dei pensieri o delle convinzioni limitanti che generano in noi delle emozioni dolorose e ci portano a compiere delle azioni poco utili per la nostra vita.

Allora, invita la tua cliente a riflettere sui pensieri che sta avendo riguardo il conflitto accaduto. Sono proprio loro la causa di quello che sta provando tuttora.

3. Quale ferita interiore stai proiettando sull’altro?

Anche se a prima vista i pensieri che generiamo possono sembrare legittimi, spesso questi non corrispondono alla realtà. Senza che ce ne rendiamo conto, proiettiamo sugli altri le nostre ombre, perpetuiamo le nostre ferite nascoste oppure ci facciamo guidare da un’idea del tutto utopistica di ciò che crediamo la situazione debba essere, provando sofferenza nel momento in cui il reale e l’ideale non coincidono.

Pertanto, il conflitto che la tua cliente sta vivendo costituisce un’occasione preziosa per approfondire la conoscenza di se stessa e comprendere i suoi bisogni e desideri più profondi, ovvero quella parte di lei che necessita di cure e che è in cerca di attenzione e rassicurazione sul fatto che è al sicuro.

4. Focalizzati sulla tua zona di potere e lascia andare il resto

Una volta che tu e la tua cliente avrete riflettuto insieme su queste questioni, la realtà dei fatti diventerà “magicamente” più facile da accettare.

Attenzione! Ciò non significa rassegnarsi, ma prendere consapevolezza che l’unica cosa su cui abbiamo il controllo e che possiamo cambiare siamo noi stessi e la nostra percezione delle cose.

Quando spostiamo il focus sulla nostra zona di potere, iniziamo ad accettare gli altri – la nostra amica, il nostro partner, i nostri genitori, ecc. – esattamente come sono, in tutte le loro naturali imperfezioni. La tensione inizia così a sciogliersi pian piano, lasciando spazio all’empatia, alla compassione e alla comprensione.


La chiave della gestione di un conflitto è quindi cominciare da se stessi, per rendersi conto che le situazioni conflittuali che ci oppongono agli altri sono solo conseguenze di situazioni conflittuali presenti dentro di noi, nella nostra Essenza. La scoperta, la riflessione e la guarigione di questi aspetti interiori è proprio ciò che avviene in un percorso di coaching, di cui puoi scoprire di più qui.