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Manifestare la Dea dentro di te, con Giui Russo

31 Maggio 2022
Manifestare la Dea dentro di te, con Giui Russo

Tutte noi abbiamo un grande potenziale, ma non sempre riusciamo a sfruttarlo appieno. Ci focalizziamo di più su ciò che ci manca, ciò che vorremmo essere o avere, e questa percezione di mancanza riguarda in modo particolare il nostro aspetto esteriore.

Quante volte ti è capitato di guardarti allo specchio e pensare “Ma quanto sono bella!”? Immagino non tante. Il rapporto con il proprio corpo, il mostrarsi, la visibilità, il non-piacersi, spesso ha radici molto più profonde che conducono al proprio mondo interiore.

E lo conferma anche Giui Russo, coach formatasi nella nostra Scuola di Coaching – LUNA, che si occupa di fotografia sciamanica e quotidianamente ha a che fare con donne che desiderano fortemente ritornare a splendere, riconquistando il loro potere e manifestando il loro potenziale.

Nell’articolo precedente abbiamo parlato di quanto sia importante non smettere mai di formarsi nella vita, mentre in questa intervista approfondiamo l’utilizzo del coaching per visualizzare e manifestare la dea che si muove dentro di te grazie alla fotografia.


Benvenuta Giui!

1. Ci racconti chi sei e cosa fai?

Sono Giui e aiuto le donne a manifestare la dea dentro di loro grazie alla fotografia.

Mi piace chiamare questo approccio “fotografia sciamanica”, perché prima e durante il servizio fotografico accompagno chi ho di fronte a recuperare la propria anima.

2. Cosa ti ha spinta a diventare coach?

Lavorando con le donne e la loro immagine mi sono resa conto di come il rapporto con il mostrarsi, la visibilità, il non piacersi nelle fotografie, avesse spesso radici più profonde e il lavoro con le clienti precedente al servizio fotografico, è diventato per me sempre più appassionante e affascinante.

Ho intuito che poteva essere una grande risorsa per fare la differenza e far sì che l’esperienza di un servizio fotografico con me diventasse qualcosa di trasformativo per l’anima.

Ho sentito quindi l’esigenza di apprendere strumenti che mi permettessero di aiutare di più le mie clienti. Il coaching proposto dalla scuola LUNA mi è sembrato il percorso perfetto per fare questo.

3. Prima di iniziare la scuola, quali erano le tue eventuali resistenze o paure e come le hai superate?

Le mie resistenze iniziali erano che, lo dico fuori dai denti: non ho mai apprezzato il coaching! Lo vedevo come qualcosa di freddo, tutto dedito alla performance e al pensiero positivo.

Inoltre, fotografia e coaching mi sembravano due mondi con nulla in comune, non conoscevo professioniste che li utilizzassero insieme, e avevo paura che proporre un’idea del genere potesse non essere compresa dalle mie clienti.

Allora mi sono informata bene sulla scuola, ho seguito Anh e letto molti dei suoi contenuti, in cui ho ritrovato tante affinità di pensiero. Il mio intuito mi ha suggerito che fosse l’esperienza giusta e non ha sbagliato!

Per quanto riguarda le paure di non essere compresa dalle mie clienti, e le ho superate proprio…con il coaching! Grazie alle supervisioni di Anh e alle ore di pratica con le mie compagne ho capito che il fatto che la mia proposta fosse nuova e unica non era una fragilità, ma proprio il suo vero punto di forza.

4. In che modo aiuti le tue coachee?

Sicuramente non si esce da una mia sessione senza l’aver chiuso gli occhi almeno una volta.

Probabilmente, per deformazione professionale e per la mia pratica spirituale, utilizzo molte tecniche in cui si invita la coachee a visualizzare, che siano le proprie emozioni o se stesse nel presente e nel futuro.

Credo che l’immagine, aiutare le mie clienti ad immaginare e immaginarsi, sia una delle mie metodologie preferite.

Credo che, come coach, questo processo si possa agevolare facilmente con la propria presenza che ci permette di creare uno spazio sacro, in cui chi abbiamo di fronte sente di poter lasciarsi andare e di allentare le barriere della razionalità che bloccano le porte della percezione, e formulando domande che aiutano la coachee a tenere il filo e a esplorare aspetti che fino ad ora ignorava.

5. Quali sono stati gli ostacoli riscontrati lungo il cammino di coach e come li hai superati?

L’ostacolo, se così vogliamo chiamarlo, è stato il dover lavorare su me stessa.

Ogni tema che abbiamo affrontato a lezione è stato un pretesto per lavorare su di me, il che ha richiesto molta energia, più di quella che ognuna di noi si aspetta sia necessaria per affrontare un percorso di studi classico.

Credo però che, in realtà, gli ostacoli siano sempre occasioni e così è stato! La scuola di coaching mi ha permesso di fare un profondo percorso di consapevolezza, che è il tesoro più grande che mi porto a casa.

6. Cosa consigli a chi desidera diventare coach?

Consiglio di chiudere gli occhi. Di stare in silenzio e sentire cosa succede, a livello del proprio cuore. Di trasformare quella sensazione in una visione, un’immagine, che può aiutarci a comprendere perché vogliamo farlo e tornare a quell’immagine ogni volta che il percorso ci sembra fitto di ostacoli.

Puoi trovare Giui in questi canali:
– Sito: www.giui.it    
– Facebook: Giui
– Instagram: @giui.it  


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