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Quando la creatività e l’intuito si incontrano nel coaching, con Petra Rossi

07 Febbraio 2023
Quando la creatività e l’intuito si incontrano nel coaching, con Petra Rossi

La creatività è un aspetto inscindibile dell’essenza umana.

Non si tratta solo di saper dipingere un quadro, realizzare qualcosa a mano, scrivere poesie o comporre musiche indimenticabili.

“Noi siamo stati creati e, di conseguenza, noi possiamo creare.”

Dunque, portando la creatività a un livello più pratico e quotidiano, possiamo dire che è tutto ciò che ci permette di rimanere collegati alla nostra parte bambina, all’intuito, alla parte che sogna e comprende il fatto che possono esserci tante possibilità e strade diverse per una stessa situazione.

Questa parte accoglie chi siamo nel profondo e non giudica, perché sa che ci sono azioni dettate dal cuore, e non solo dalla mente, per poter creare cambiamento nelle nostre vite.

Ed ecco che il coaching unito al coraggio della creatività e dell’intuito può realmente cambiare il mondo e rendere la nostra vita ricca e abbondante di Bellezza.

Ce ne ha parlato Petra Rossi, una delle meravigliose coach formatasi nella scuola LUNA che abbiamo intervistato in questo nuovo articolo in cui osserviamo cosa accade quando la creatività e l’intuito si incontrano nel coaching.


Benvenuta Petra!

1. Ci racconti chi sei e cosa fai?

Ciao, sono Petra, 35 anni e sono una Art healer e Coach intuitiva certificata nella splendida LUNA Scuola di Coaching per l’Anima.

Il coaching che sogno e che porto nel mondo è un coaching intuitivo, profondo e che desidera risvegliare la parte creativa dentro di noi.

Quando dico “creativa”, spesso le persone storcono il naso e dicono “io la creatività l’ho lasciata indietro da tanti anni!” oppure “non sono creativa!” oppure “non ho idee”.

Io voglio smentire proprio questo!

La creatività non è solo saper fare un dipinto, una ceramica, realizzare qualcosa a mano, scrivere poesie. La creatività è un aspetto inscindibile dell’essenza umana. È ciò che prima di tutto ci ha permesso di essere qui sulla Terra. Noi siamo stati creati, e di conseguenza, noi possiamo creare.

Ma rimanendo in una concezione più quotidiana e più semplice, posso dire che la creatività è tutto ciò che ci permette di rimanere collegati alla nostra parte bambina, alla nostra parte animica, alla parte che sogna e che intuisce, che sa che possono esserci tante possibilità, tante strade per una stessa situazione. Una parte, quindi, che accoglie chi siamo nel profondo e che non giudica perchè è libera, che sa che ci possono essere azioni precise dettate dal cuore, e non solo dalla mente, per poter creare cambiamento nelle nostre vite.

Ecco, ciò che sogno è che chi si affida a me possa recuperare quella fiducia nel suo essere una persona che crea, avvalendosi del proprio intuito.

Creare cosa? La sua vita! Che magari immagina da tanto! Il suo sogno! Una nuova routine! Un’azione che pensava infattibile! Un cambio lavorativo! Qualsiasi cosa sente e che ora le farebbe dire: “no, non riesco.”

In quel “non riesco” io percepisco un’anima, una persona, sicuramente bloccata da convinzioni ed episodi che hanno rinchiuso quella sua capacità creante in soffitta, sia a livello di pensiero, sia a livello emozionale, che a livello materiale.

Entrando nel mio mondo desidero portare la cliente a ricontattare quella fiamma perduta, quella che fa vedere il mondo nelle sue infinite possibilità, non tanto col mero positivismo ormai obsoleto, ma nell’accezione magica della parola “possibilità”.

Come ci spiega il dizionario Treccani: “Il fatto di esser possibile, la caratteristica di ciò che può esistere, realizzarsi, avvenire.” ; “La condizione, la facoltà, il potere di fare una cosa” ; “Capacità, forze, mezzi di cui si dispone, e che mettono in grado di fare qualcosa”.

Ho desiderato riportare il significato specifico della parola “possibilità” perché, nel mio sentire, è affine a “creatività”: se dico queste parole, sento il cuore che si espande, non è più chiuso, si apre all’azione non pensata in precedenza; si apre al cambiamento, al dirsi che forse si può modificare, trasformare, quel pensiero o quella situazione, in ciò che è meglio per noi.

Il secondo aspetto, quello intuitivo, è ciò che desidero “reiniettare” nella cliente come effetto collaterale del lavoro insieme: altro aspetto nascosto e incompreso ai più, l’intuito è il grande enigma del mondo di oggi.

Se sei intuitivo sei appeso alle nuvole! Ecco, io non lo credo. Se sei intuitivo sei appeso al cuore. E io voglio che ogni persona che incontrerò nel mio cammino lavorativo (e non) possa riacquisire fiducia e dimestichezza con quella favolosa voce interiore che fa percepire le cose prima, che ti fa capire se dire si o no a qualcosa, che ti fa sognare in grande e non a ribasso.

Voglio vedere donne e uomini appagati, perché una Terra appagata è una Terra sana che sa amare e portare Bellezza al tutto.

E qui non ho mezzi concreti per riaccendere l’intuito, ma “solo” l’ascolto, la comprensione e il portare sottobraccio, convalidare il sentire della mia cliente mentre mi racconta i suoi sogni e la sua storia personale, ciò che prova e ciò che dice, silenziando la mente giudicante, zittendo le voci di altri, e portandola all’ascolto intimo di sé stessa.

2. Cosa ti ha spinta a diventare coach?

Volevo unire dei puntini sospesi da troppo tempo nella mia vita. Ho sempre sentito la gioia e la vera realizzazione quando, sostenendo un’amica o qualsiasi persona avesse bisogno, il mio essere con lei portava miglioramento nella sua situazione, portando una visione aperta, una mente veloce e una buona capacità di ascolto.

Per anni ho fatto volontariato per adolescenti e quell’essere accanto nel vedere quei ragazzi felici nel momento in cui venivano accolti e supportati per andare verso sé stessi e i loro sogni, mi ha sempre fatto sentire viva.

Ma non trovavo nulla che centrasse così perfettamente come il coaching! E in realtà non conoscevo questa figura professionale fino a qualche mese prima dell’iscrizione!

Il fatto che coach significhi “allenatore” mi piace un sacco! Non sei uno che indaga il trauma, né tantomeno il ricordo doloroso, sei uno che allena alla voglia di vivere, al raggiungere ciò che sogni!

Io, nel mio caso, alleno alla creatività e all’intuito, al sentirti potente nella tua bellissima vita che attende di essere portata a un’espansione nuova, che meriti!

Quando, grazie a un percorso con una coach appunto, capii che era quella la strada, ho esitato poco a decidere! Mandai la candidatura, fui presa e lì partii il tutto. Il sogno di esserci nella realizzazione della vita dell’altro finalmente era arrivato.

3. Prima di iniziare la scuola, quali erano le tue eventuali resistenze o paure e come le hai superate?

Ce ne sono state tante! E meno male, dico io! Significa che c’era della crescita per me, e così è stato!

La paura principale era se fossi stata in grado di fare “bene” (e ora come coach chiederei “ma, in che senso fare bene?” haha). Cosa che ora è sparita, perché ho imparato che non sono io a creare il risultato, ma è una sinergia tra me e la cliente, un arrendersi all’intuito, un affidarsi a qualcosa che agisce di molto più potente di me (e il secondo “menomale” lo metto qui, haha). La paura ora non c’è più; è rimasta solo la voglia di esserci, per l’altro.

La seconda paura era economica, è stata una bellissima sfida per me: ho messo in piedi una struttura organizzata e precisa che mi ha permesso di completare tutto, sentendomi molto forte, sentendo che davvero le possibilità ci sono sempre se mettiamo in campo la volontà di arrivare, quel desiderio potente di ottenere ciò che sogniamo tanto! Una potente iniezione di fiducia per me su un aspetto della mia vita che è sempre stato critico! Lezione dentro alla lezione, stupendo 🙂

La terza paura era sulla mia costanza: vedere un anno molto intenso davanti a me, per come sono fatta io, mi spaventava, avevo paura di perdere forza e interesse durante. Niente fu più sbagliato! Se fai ciò che ami trovi energia, motivazione e forza, sempre! Non voglio apparire una Wonder Woman che non sono: la stanchezza c’è stata, eccome! Ma non vinceva sul piacere e sulla voglia di imparare che invece mi hanno sempre accompagnata.

4. In che modo aiuti le tue coachee?

La formazione in LUNA che ho scelto mi permette di portare la cliente verso la sua realizzazione, riabbracciando la creatività e l’intuito proprio attraverso l’impostazione che ci è stata data e attraverso le tecniche imparate (tutte stupende e potenti!), perché è una scuola che parte dal presupposto che per creare cambiamento fuori di noi dobbiamo prima osservare il dentro e portare il cambiamento lì.

In questo percorso ci è stato insegnato a osservare, ovviamente nei limiti del nostro codice etico, le parti “bloccate”, impaurite dal cambiamento, portarle alla luce e creare l’azione sospesa da tempo sostenendo la cliente nel processo di realizzazione concreta del suo obiettivo.

Poi, essendo laureata all’accademia di belle arti ed essendomi formata negli anni sul mezzo artistico come sostegno alla trasformazione, utilizzo anche la pittura intuitiva, dove al suo interno troviamo tanti mezzi, tanti input, tante “possibilità” appunto (pittura, collage, argilla, matite, corpo e visualizzazione).

In questo caso, supporto gruppi di pittura intuitiva dal vivo da diversi anni, ma ora grazie agli strumenti del coaching sento che si è creato quel salto in più che mancava! Il mezzo creativo aiuta l’accesso alla creatività: il mezzo giustifica e aiuta il fine, in questo caso!

Dal gesto creativo recupero il gesto dimenticato, l’azione inespressa, che si cela spesso nel dipinto e che è solitamente la parte che non esce (e che insieme poi si farà vedere), e la portiamo insieme nel mondo. Per portare quel cambiamento di cui la Terra ha tanto bisogno.

Poi, se alle volte si vuole estrarre anche una carta oracolo per acquisire un occhio allegorico e intuitivo sul proprio obiettivo, io sono la prima a proporlo! Le carte sono un mezzo potente, che svalica la mente, e ci portano direttamente sul piano immaginale e simbolico che adoro e che spesso, nelle mie sessioni, arriva in superficie come un altro mezzo principale di interazione tra me e la coachee.

Sto sognando tanto per il mio lavoro, e mi sto organizzando, per portare tantissimi altri strumenti nelle mie sessioni. Sono disponibile per percorsi liberi, per cui accolgo ogni argomento ed obiettivo che viene portato supportando il tutto con il mio accento personale: acquisire di nuovo quel potere creativo e intuitivo per raggiungere l’obiettivo che si vuole, per rendere la vita più magica e appagante. Quindi, chi sente che nella propria situazione non c’è più creatività e intuito e vuole sbloccare questi super poteri (magari mettendo le mani nei colori e nella simbologia personale) per andare verso il proprio obiettivo, io ci sono.

5. Quali sono stati gli ostacoli riscontrati lungo il cammino di coach e come li hai superati?

L’ostacolo più grande che ho affrontato è quello dell’allentare la tensione quando mi viene presentata la questione dalla cliente. Al primo ascolto mi sembrava sempre tutto molto grande, troppo intenso e importante, perché ho premura e rispetto per la vita di chi ho di fronte.

Poi, grazie alla centratura, all’affidamento della sessione e del mio essere qui, la tensione piano piano svanisce e arriva la presenza. Quell’aspetto che nella scuola viene insegnato come prima cosa. E che infatti, ti rende fattibile il tutto. Con la presenza sei lì, accogli, e la questione diventa piano piano affrontabile insieme, grazie alla definizione dell’obiettivo, che restringe il campo e porta il focus su un punto preciso. Grazie a questo ho superato questo scoglio molto importante!

Un altro ostacolo è stato quello di avere delle volte paura di essere “spigolosa”, magari dicendo alla cliente che non si stava avanzando. È accaduto proprio con una cliente che, dicendole che parlando di tutt’altro c’era dispersione nella sessione, e che lo dicevo per lei essendo quello il suo tempo, la volta dopo mi ringraziò dicendo che le aveva fatto bene sentirsi dire questa cosa. Le sessioni andarono meglio da lì in poi. Quindi da quel momento non ho timore di essere integra, di portare chiarezza anche sembrando scomoda.

6. Cosa consigli a chi desidera diventare coach?

Consiglio un gesto potente e semplice allo stesso tempo: mettersi una mano sul cuore e chiedersi “voglio esserci davvero per l’altro?” e sentire la risposta.

È un lavoro che non può prescindere l’amore per l’essere umano. Nel vederlo realizzato, pronto, in piena fiducia delle sue capacità, vedendolo aperto a vedere ogni possibilità gli si possono presentare davanti, tu come coach avrai il cuore a mille! Sarai un suo compagno di viaggio, uno che crede in lui.

E spesso noterai che nessuna tecnica sarà mai così potente come il semplice fatto di accoglierlo. Questa è la grande sfida di essere una coach: vedere già l’altro nella sua completezza quando ancora si vede solo come un piccolo seme perduto. Farai la differenza se lo vedrai già come un albero fiorito. Sia per lui che per il mondo intero.

Puoi trovare Petra su Instagram: @petrartcoaching.


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