
Raggiungere gli obiettivi attraverso la risata, con Stefania Panelli
Sappiamo che non è sempre facile realizzare i nostri desideri, anche quando ci impegniamo e cerchiamo di fare del nostro meglio. Talvolta può sembrare una strada solo in salita, ma, in realtà, c’è anche un altro modo per raggiungere i propri obiettivi… attraverso la risata!
In questo articolo hai già visto come usare il potere femminile per riscoprire il tuo talento, e adesso ti mostreremo come si può impiegare il coaching per sfruttare la tua risata e realizzare i tuoi desideri. Lo faremo con Stefania Panelli, la coach formata nella nostra scuola LUNA Scuola di Coaching per l’Anima.
Benvenuta Stefania!
1. Ci racconti chi sei e cosa fai?
Mi chiamo Stefania Panelli e con il mio lavoro aiuto le persone a raggiungere i loro obiettivi, sfruttando la felicità e la risata come acceleratori. La ricerca ci dice, infatti, che le persone felici sono più creative, più produttive, più concentrate e ottengono risultati migliori sotto ogni punto di vista.
L’alfabetizzazione emotiva, l’empowerment, la maggiore consapevolezza di sé e del proprio corpo permettono ai miei clienti di ottenere e di mantenere nel tempo i risultati desiderati.
2. Cosa ti ha spinta a diventare coach?
Quando ho scelto di cambiare lavoro (e vita) ho anche scelto l’ambito della relazione di aiuto, perché ero stanca di far parte di un mondo in cui le persone sono solo polli da spennare o numeri.
Già durante il master triennale in counseling ho cominciato ad avvertire l’impulso di formarmi anche come coach: mi sembrava un pezzo importante per la mia crescita personale e professionale.
Ho visionato tante scuole di coaching, ma nessuna mi “ispirava”, sentivo sempre qualcosa di stonato. Finché Anh non ha dato vita a LUNA Scuola di Coaching per l’Anima.
Leggere il programma di studi e mandare la richiesta di ammissione è stato tutt’uno! E infatti, la formazione di LUNA ha rinsaldato alcune competenze che avevo già, mi ha dato tanti nuovi strumenti e soprattutto ha contribuito ad aumentare la fiducia in me stessa.
3. Prima di iniziare la scuola, quali erano le tue eventuali resistenze o paure?
Bella domanda… Considerato che io produco paure e dubbi a getto continuo…
Avevo paura di non essere abbastanza brava, di confrontarmi con persone nuove e che non conoscevo, di dovermi spostare a Milano per il weekend in presenza, perfino di conoscere Anh di persona, visto che la seguivo da tempo sui social e la vedevo un po’ come una VIP.
Ah, poi c’era la paura che il percorso fosse bello solo sulla carta, ma che nella realtà non mi desse nulla di più di quello che già avevo, quindi di buttare i soldi.
4. In che modo aiuti le tue coachee?
Durante le sedute, uso vari strumenti diversi fra loro e, soprattutto, sfrutto la possibilità d’integrare al “mio” coaching, il lavoro sul corpo tramite la Risata Incondizionata e la Danza Consapevole.
Sfrutto il legame a doppio senso che c’è tra la mente e il corpo per aggirare alcuni degli ostacoli e dei blocchi che le persone si trovano ad affrontare: è un po’ come entrare dalla finestra quando la porta è chiusa!
Respirare, ridere e muoversi attivano le nostre risorse interiori, compreso il rilascio di quelle sostanze (ormoni e neurotrasmettitori) che sono le nostre droghe naturali, e che sono alla base della felicità: dopamina, ossitocina, serotonina ed endorfine ci aiutano a sentirci meno stressati e quindi, a ritrovare lucidità, visione d’insieme, distacco dal problema.
In altre parole, ci mettono nelle condizioni migliori per prendere decisioni, risolvere problemi, lavorare meglio, avere relazioni nutrienti. Il tutto in modo piacevole e divertente, senza dover necessariamente fare esplorazioni dolorose e faticose della nostra anima.
Inoltre, mi piace fornire alle persone strumenti pratici e semplici da mettere in pratica, anche in autonomia. Non è necessario stravolgere la propria vita e cambiare completamente le proprie abitudini: sono sufficienti alcuni aggiustamenti qua e là, costanza e un pochino di pazienza per ottenere la felicità. Mi piace vedere i sorrisi che tornano sui volti che prima erano tirati e spenti.
5. Quali sono stati gli ostacoli riscontrati lungo il cammino di coach e come li hai superati?
Gli ostacoli sono da ricollegare alle paure della domanda precedente, soprattutto quella di non essere abbastanza che mi porto dietro da tutta la vita. Nello specifico, per un po’ ho pensato di non essere capace di fare la coach, che le altre fossero tutte più brave e preparate di me.
Alla fatidica domanda “Perché un cliente dovrebbe scegliere te?” a me veniva da rispondere “E che ne so, me lo chiedo anche io!”.
L’altro ostacolo era la sindrome della crocerossina: pensavo di non essere efficace come coach se non risolvevo all’istante tutti i problemi del coachee, se non vedevo arrivare l’illuminazione, il famigerato insight che è la chiave di volta che mette a posto tutta la vita della persona. Sì, tendo ad avere aspettative alte, lo so….
Come ho superato questi ostacoli? Premesso che, soprattutto il primo, ciclicamente si fa sentire ancora, ho superato questi ostacoli in due modi: lavorandoci su con la mia coach e facendo.
Cioè, ho fatto tutte le ore di tirocinio previste dalla scuola e anche parecchie di più, ho continuato a mettere in pratica quello che Anh ci insegnava. Poi, i risultati delle coachee sono cominciati ad arrivare e ho capito sia che so fare il mio lavoro, sia che lo faccio nel MIO modo, sia che non sta a me risolvere i problemi di tutti.
Il mio compito è di esserci e dare gli spunti utili con domande, esercizi, osservazioni. Il resto lo deve fare il cliente.
Se oggi mi viene chiesto perché una persona dovrebbe scegliere me, so cosa rispondere: perché sono accogliente, empatica, preparata, ma soprattutto perché ho integrato tutte le mie competenze in un modello di coaching che è solo mio e che è fatto di risate, di musica, di leggerezza, di buonumore. Dovrebbe scegliermi perché posso dargli la strategia e gli strumenti necessari a essere felice per il resto della sua vita.
6. Cosa consigli a chi desidera diventare coach?
Quello che mi sento di dire a chi desidera diventare coach è questo: prima di tutto, lavora su di te. Mettiti in equilibrio, ascoltati, connettiti.
A mio avviso fare coaching non è solo una professione come un’altra… è una forma di rispetto, di cura per le persone, che si rivolgono a noi, in cerca di supporto e non possiamo darglielo se noi, per prime, non siamo allineate.
Allo stesso tempo è fondamentale capire e accettare che non sta a noi “salvare” i coachee: possiamo solo esserci per un po’, dare qualche strumento, fare domande utili. Il resto lo fanno loro.
L’altra cosa che mi sento di raccomandare è di scegliere con cura la scuola: leggete i siti, fate domande, assicuratevi che il tipo di scuola e di programma risuoni con voi e con quello che ritenete importante. Altrimenti il rischio di buttare tempo e soldi è veramente consistente.
Puoi trovare Stefania in questi canali:
– Sito: stefaniapanelli.it
– Facebook: stefania.panelli
– Instagram: panellistefania
– YouTube: Stefania Panelli
Se anche tu desideri riscoprire il potere della felicità attraverso il coaching, prova a fare questo quiz per iniziare a trasformare la tua vita e quella degli altri.
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