
Il nostro corpo è fatto di sensazioni, energie, sensibilità e intelligenze.
Quando siamo connesse con la nostra parte fisica, possiamo scorgere l’entità delle nostre preziose emozioni, come si muovono dentro di noi e, nello specifico, quali parti del nostro corpo vanno ad attivare.
Pian piano, prendendo consapevolezza di queste sensazioni, possiamo imparare a riprendere contatto con uno strumento per noi fondamentale, che è proprio il corpo, ricchissimo di segnali e di informazioni utili per il nostro benessere quotidiano.
Sì, perché vivere la spiritualità non significa solo occuparsi dello spirito, ma prendersi cura anche del proprio corpo e di trattarlo con rispetto.
Quindi, mentre nel precedente articolo abbiamo visto come esplorare la propria essenza e le emozioni, in questo post riscopriamo la relazione con il nostro corpo grazie al coaching.
Ce ne ha parlato Claudia Addario, una delle meravigliose coach formatasi nella scuola LUNA che abbiamo intervistato in questo nuovo articolo.
Benvenuta Claudia!
1. Ci racconti chi sei e cosa fai?
Sono Claudia, una body coach e personal trainer in formazione.
Accompagno le donne a prendersi cura del proprio corpo, ad essere in salute e avere una relazione di stima e di potere con sé stesse.
Da sempre sono attenta ai temi di benessere fisico ed emotivo e alla prevenzione del proprio corpo, perché credo che la promozione della salute sia il processo che permette alle persone di aumentare lo stato di salute e di migliorarlo.
Un corpo in salute lo vedo anche come “casa” di una ricca interiorità che favorisce un dialogo sereno e fiducioso con sé stessi.
Allenare il proprio corpo a sentire i cambiamenti fisiologici, soprattutto quando si vive un’emozione, è il primo step da attivare per creare una buona consapevolezza corporea.
Nel mio percorso di coaching, mi sintonizzo con la cliente per raggiungere frequenze di trasformazione del proprio corpo, passando dalla coreografia delle proprie emozioni per arrivare ad allenare tutto il corpo con circuiti adatti alla specificità della persona.
La parola emozione deriva dal verbo latino “emovere”, che significa rimuovere, trasportare fuori, scuotere. Dunque, l’emozione è qualcosa che ci scuote dal nostro stato abituale e che ci fa muovere verso una direzione.
Grazie al movimento riusciamo a trascendere ciò che ci limita e ci blocca e possiamo dargli una forma senza giudizio.
2. Cosa ti ha spinta a diventare coach?
Quando ho intrapreso la formazione di LUNA Scuola di Coaching per l’Anima, non avevo bene chiaro se fossi diventata una coach e quali erano le mie reali possibilità in questo ambito così ampio.
Il mio lavoro precedente era assistente sociale e le mie risorse principali sono l’empatia e l’ascolto attivo, ma negli ultimi anni, non sentivo più mio questo ruolo, poiché qualcosa era cambiato in me.
Sentivo il desiderio di iniziare un percorso che potesse davvero trasformare la vita delle persone, sapendo che vi sono figure professionali come l* psicolog* o counselor, che portano valore e consapevolezze, alla vita delle persone.
Ma ho scelto il coaching perché lo considero, più focalizzato, intenso e diretto, ed io mi sento più allineata a questa modalità di intervento.
La concretizzazione del coaching corporeo è arrivata cammin facendo, proprio dalla mia esperienza personale.
Mentre lavoravo su me stessa e soprattutto sulle mie emozioni, mi allenavo con circuiti ad alta intensità, seguita da un personal trainer.
Giorno dopo giorno diventavo più attiva, più concentrata su ciò che facevo, con più desiderio di fare e di stare insieme alle persone più proattive, stimolanti e solari.
Soprattutto ciò che mi ha fatto comprendere la mia missione è stato percepirmi di fronte a persone con pochissima percezione corporea e conoscenza del proprio corpo e constatare una resa della propria responsabilità della salute del corpo.
Questo clima di irresponsabilità e di smarrimento, mi ha spinta a voler essere invece un esempio di costanza, perseveranza, consapevolezza e responsabilità e di attivarmi attraverso il coaching a creare una metodologia di trasformazione del proprio corpo.
3. Prima di iniziare la scuola, quali erano le tue eventuali resistenze o paure e come le hai superate?
Le mie principali resistenze erano causate da convinzioni limitanti che creavano rigidità nel pensiero, nello specifico pensavo che per essere una professionista bisognasse formarsi tantissimo e non considerare invece il valore dell’esperienza soggettiva, sentendomi inadatta a qualsiasi azione.
Per tantissimo tempo mi sono detta “chi sono io per dire così o cosà” oppure “non hai abbastanza titoli accademici per poter dire o fare qualcosa di diverso”.
La sindrome dell’impostare era molto attiva in me, ma grazie anche alle posizioni di potere che quotidianamente sperimento, riesco a darle voce e ad incanalarle in energia proattiva.
Un altro grande blocco è stato l’assenza di una direzione e mi mancava fare chiarezza, ciò che poi ho potuto fare grazie al coaching con l’aiuto di Anh e delle docenti della scuola.
Ho superato queste mie difficoltà anche affidandomi ad una coach LUNA, brillante e bravissima, con un percorso guidato proprio sull’obiettivo di voler comprendere la mia missione.
È stato meraviglioso e ricordo ancora l’emozione che ho provato al termine di esso per aver finalmente visualizzato e progettato il mio futuro professionale.
Desidero tantissimo che ogni donna possa provare la gioia e l’empowerment che ho provato io nel trovare la mia direzione. Più donne consapevoli e felici, più vibrazioni alte si raggiungono, più si crea un mondo sereno ed evoluto.
4. In che modo aiuti le tue coachee?
Il percorso di coaching che ho idealizzato per le mie coachee è suddiviso in due fasi.
La prima fase ci si focalizza sul linguaggio emozionale del corpo.
Durante le prime sessioni, insieme alla coachee, esploriamo la percezione corporea con propri movimenti, piccoli o ampi, liberi da tecnicismi affiancandoli alla manifestazione degli elementi della natura
In seguito, porteremo il focus all’emozioni, attraverso un’indagine più dettagliata con l’ausilio di una ruota dell’emozione, esploreremo il movimento come espressione dell’emozione stessa.
L’obiettivo è rendere più visibile e concreto il cambiamento fisiologico che un’emozione crea nel nostro organismo. Questa pratica ci conduce verso l’auto-affermazione e ad esprimere il migliore sé autentico e ad essere presenti a sé stessi, prerogativa essenziale dell’autonomia e dell’auto-efficacia.
Manifestare con gesti e movimenti la propria realtà interiore aiuta anche a creare il nostro spazio nel mondo e a trasformare in risorsa, ciò che ci crea fastidio e ci blocca nel benessere.
La neuroscienza, attraverso le sue ricerche, sottolinea l’importanza della vita emotiva, non solo per i processi mentali, ma anche per il corpo, poiché l’emozione ha ripercussione sulla salute fisica, sul funzionamento del sistema respiratorio, immunitario, cardiovascolare, gastrointestinale ed endocrino.
Dopo questi step, passiamo alla seconda fase inerente l’attività motoria.
Al momento attuale, collaboro con un personal trainer (mio docente) poiché sono in formazione, il quale si concentra, attraverso un’anamnesi dettagliata, sulla soggettività e programmerà un percorso di allenamento fisico, per migliorare la struttura muscolare e rinforzare ciò che negli anni si è lasciato trascurare.
La metodologia che utilizzo si basa sul modello di LUNA coaching, su assunti della bioenergetica, su tecniche di respirazione e power poses, ed infine, sulle competenze professionali del personal trainer.
5. Quali sono stati gli ostacoli riscontrati lungo il cammino di coach e come li hai superati?
Come ho accennato precedentemente, ho riscontrato diversi ostacoli e momenti di sconforto soprattutto all’inizio della formazione e, allo stesso tempo, al termine poiché significava per me attivarsi.
Ed è stato impegnativo, perché era come uscire dalla propria zona confort.
Ho accolto questi attimi e passaggi ascoltandomi profondamente e mettendo in atto le mie risorse. Il movimento e la creazione della coreografia delle mie emozioni sono stati fondamentali,
Meditare in movimento è stato un altro importante tassello della mia rinascita.
Ogni giorno cerco di fare dialogare le parti di me, in un’ottica di miglioramento e sostegno per chi mi è vicino e per chi decide di farsi seguire da me.
Supero le mie incertezze e insicurezze attraverso la pratica costante e quotidiana, di allenamento fisico e praticando meditazione, seguendo una routine mattutina che mi dona pace e presenza.
Il coaching mi ha permesso di creare il puzzle della mia missione, mi ha dato la spinta a dare forma ad una visione che sembrava molto astratta.
6. Cosa consigli a chi desidera diventare coach?
Consiglio ovviamente di farlo, perché se ha questo desiderio è perché la sua anima sa che quella è la strada giusta per lei o lui, e così potrà far brillare la propria luce manifestando il proprio essere e le proprie specificità.
Il coaching è, per me, un processo di rinascita, perché permette di crearsi il proprio spazio nel mondo e di abitarlo con le risorse che hai e di viverlo come desideri.
Inoltre, consiglio di fare prima su stessi un percorso di coaching per comprendere meglio e, soprattutto, fare chiarezza sul proprio scopo della vita.
Quando si ha ben chiaro quale è la propria visione e la propria missione, il cammino è sicuramente più piacevole e scorrevole.
E poi il mio consiglio finale è di fare sport sincronizzato all’anima…
Nulla dies sine linea; nessun giorno senza una linea;
Il celebre pittore Apelle non lasciava passar nessun giorno senza tratteggiare col pennello qualche linea.

Puoi trovare Claudia in questi canali:
– Facebook: Claudia Addario
– Instagram: @addario_claudia
Se anche a te piace aiutare gli altri e vorresti conoscere il coaching come strumento di crescita personale e professionale, fai questo quiz lunare per iniziare a trasformare la tua vita e quella degli altri.
E se vuoi saperne di più sul magico mondo del coaching con le carte, dai un’occhiata al corso gratuito Co-Creazione: Coaching con le Carte d’Ispirazione.
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