
Ti è mai capitato di sognare obiettivi avvincenti e di cimentarti con tutta la motivazione nel ricercare la tua realizzazione, per poi ritrovarti con un pugno di mosche fra le mani?
Si tratta di una dinamica piuttosto diffusa.
Infatti, sognare o desiderare qualcosa con tutte le forze non basta a farci ottenere dei risultati.
Magari hai compiuto azioni su azioni nella convinzione di avvicinarti alla meta, per poi accorgerti che non solo queste azioni non erano utili al tuo scopo, ma che addirittura ti allontanavano da esso.
Come possiamo, dunque, sognare e realizzare la vita che ci renderebbe felici?
Possiamo affidarci al potere del coaching, strumento davvero trasformativo ed efficace per scardinare convinzioni limitanti e schemi di pensiero che abbiamo spesso inconsapevolmente ereditato dalla famiglia o dalla società e che, pur non appartenendoci, ci impediscono di raggiungere i nostri sogni.
Nel precedente articolo ti abbiamo raccontato come sviluppare la fiducia in te stessa per vivere un’esistenza allineata alla tua Anima. È risaputo che anche la scarsa fiducia in se stessi, infatti, impedisce di ottenere i risultati desiderati.
Se invece vuoi scoprire come il coaching può supportarti nel sognare una vita di libertà da goderti al tuo ritmo e alle tue condizioni, continua a leggere questa intervista con Giada Carta, una delle fantastiche coach certificate nella scuola LUNA.
Benvenuta Giada!
1. Ci racconti chi sei e cosa fai?
Sono una Soulful Mentor® e mi piace definirmi una creatrice di rivoluzioni.
Dall’inizio del mio percorso da imprenditrice il mio business si è evoluto con me, portandomi a proporre servizi sempre diversi che però hanno sempre condiviso lo stesso scopo: restituire potere alle persone guidandole a costruire la propria idea di successo.
Con i miei percorsi lavoro in particolare sullo sviluppo del pensiero indipendente e sulla ridefinizione dei concetti di lavoro, denaro e potere, temi su cui non possiamo non concentrarci se sogniamo una vita di libertà che possiamo goderci al nostro ritmo e alle nostre condizioni.
2. Cosa ti ha spinta a diventare coach?
Il mio primo approccio al coaching è stato da cliente, e ne ho beneficiato moltissimo: facevo psicoterapia da un po’ ed ero a quel punto in cui ero arrivata a essere cosciente dei miei pattern ma non riuscivo a cambiarli con l’azione.
Unito al percorso di psicoterapia, quello di coaching mi ha aiutato moltissimo a trasformare finalmente la mia realtà anche nella pratica e in breve tempo.
Dopo poco tempo dal mio percorso personale, ho potuto sperimentare il coaching anche nell’azienda in cui lavoravo con una formazione dedicata, e l’ho trovato super stimolante ed efficace anche nell’ambito lavorativo.
Ho così deciso di acquisire questa competenza che mi sembrava il tassello mancante del business a cui già stavo lavorando e, nel 2015, ho frequentato il mio primo master in coaching.
3. Prima di iniziare la scuola, quali erano le tue eventuali resistenze o paure e come le hai superate?
Avendo un lavoro super impegnativo la mia unica paura era di non riuscire a frequentare il corso e a studiare con la giusta presenza.
La meravigliosa organizzazione e il fatto che tutte le lezioni fossero iper interessanti, anche per chi come me aveva già alle spalle due master in coaching, hanno reso il percorso fluido e facilissimo da seguire e quindi la mia paura si è rivelata totalmente infondata!
4. In che modo aiuti le tue coachee?
Più che di coachees nel mio caso parlerei di mentees!
Tendo infatti a insegnare molto attraverso l’esempio e spesso, soprattutto nel lavoro con le imprenditrici che seguo individualmente, serve anche essere più direttive o dare degli input a cui le mie clienti non possono ancora arrivare o condividere delle competenze che loro ancora non hanno.
Il coaching è però uno dei molti strumenti che uso – e uno dei miei preferiti – per la creazione dei miei corsi e nelle mie consulenze individuali.
Lo uso per proporre esercizi pratici che permettano di sperimentare ciò che ho insegnato nelle lezioni teoriche, per sistematizzare il lavoro su temi tosti facendolo apparire più semplice e digeribile, per guidare la riflessione delle mie clienti quando la risposta da trovare non può venire da me ma deve necessariamente scaturire da loro.
Il coaching è fondamentale anche per una parte fondante del mio lavoro, quella che ha a che fare con lo scardinamento delle convinzioni limitanti e di schemi di pensiero che abbiamo spesso inconsapevolmente ereditato dalla famiglia o dalla società e che non ci appartengono, e ci impediscono di vivere la vita che ci renderebbe felici.
Studiarlo tanto a lungo e in scuole diverse mi ha permesso di trovare sempre le tecniche e le domande migliori per la situazione in cui mi trovo con la cliente del momento, e di condurla fluidamente lungo la strada migliore per lei.
5. Quali sono stati gli ostacoli riscontrati lungo il cammino di coach e come li hai superati?
Sono sempre stata una persona dall’intuito fortemente sviluppato: quando lavoro con una cliente, quindi, so sempre da subito dove dovrebbe andare, vedo il suo futuro come se fosse un film, chiaro e nitido e colorato davanti ai miei occhi.
Tuttavia, il percorso che ci porta alla realizzazione non è mai lineare e realizzare o meno il nostro potenziale è una scelta: mi è capitato molto spesso quindi, nel corso della mia carriera, di vedere bene quel film e di vedere altrettanto bene che la mia cliente stava facendo di tutto per non girarlo, discostandosene sempre di più per paura, difficoltà personali, mancanza di impegno o mille altri motivi.
Questo era in passato molto frustrante per me, ed essendo io anche una persona parecchio volitiva era quasi impossibile per me tacere e lasciare che la persona davanti a me facesse il suo percorso, anche perché avevo la sensazione, quando questo accadeva, di stare commettendo un imbroglio nel farmi pagare per i miei servizi se non ero stata in grado di portarla alla realizzazione di quel bellissimo film che sapevo essere possibile.
Col tempo e l’esperienza ho semplicemente capito che io posso fare solo il mio 50% e che il resto è nelle mani dell’altra persona, e ho anche imparato a selezionare meglio le mie clienti assicurandomi di lavorare solo con chi ha davvero intenzione di cambiare la propria vita.
6. Cosa consigli a chi desidera diventare coach?
Consiglio di fare ciò che ho fatto anche io: formarsi tanto, continuativamente e da più fonti diverse per avere una professionalità poliedrica e complessa, che possa portare tanto valore.
Partire da sé nel costruire il proprio lavoro e i propri percorsi, perché quello che funziona meglio è sempre portare la nostra personalità e il nostro modo di fare nel nostro lavoro affinché possa essere rivoluzionario.
E soprattutto non dimenticare mai che il lavoro che proponiamo alle nostre clienti dobbiamo saperlo fare innanzitutto su noi stesse.

Puoi trovare Giada in questi canali:
– Newsletter – Soulful Mail;
– Instagram – @goddessinspired.
Se anche a te piace aiutare gli altri e vorresti conoscere il coaching come strumento di crescita personale e professionale, fai questo quiz lunare per iniziare a trasformare la tua vita e quella degli altri.
E se vuoi saperne di più sul magico mondo del coaching con le carte, dai un’occhiata al workshop gratuito Vita da Coach: Vivere e Prosperare con il Coaching.
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