Riscopri il tuo corpo con il coaching, con Claudia Addario

Riscopri il tuo corpo con il coaching, con Claudia Addario

Il nostro corpo è fatto di sensazioni, energie, sensibilità e intelligenze.

Quando siamo connesse con la nostra parte fisica, possiamo scorgere l’entità delle nostre preziose emozioni, come si muovono dentro di noi e, nello specifico, quali parti del nostro corpo vanno ad attivare.

Pian piano, prendendo consapevolezza di queste sensazioni, possiamo imparare a riprendere contatto con uno strumento per noi fondamentale, che è proprio il corpo, ricchissimo di segnali e di informazioni utili per il nostro benessere quotidiano.

Sì, perché vivere la spiritualità non significa solo occuparsi dello spirito, ma prendersi cura anche del proprio corpo e di trattarlo con rispetto.⁠

Quindi, mentre nel precedente articolo abbiamo visto come esplorare la propria essenza e le emozioni, in questo post riscopriamo la relazione con il nostro corpo grazie al coaching.

Ce ne ha parlato Claudia Addario, una delle meravigliose coach formatasi nella scuola LUNA che abbiamo intervistato in questo nuovo articolo.


Benvenuta Claudia!

1. Ci racconti chi sei e cosa fai?

Sono Claudia, una body coach e personal trainer in formazione.

Accompagno le donne a prendersi cura del proprio corpo, ad essere in salute e avere una relazione di stima e di potere con sé stesse.

Da sempre sono attenta ai temi di benessere fisico ed emotivo e alla prevenzione del proprio corpo, perché credo che la promozione della salute sia il processo che permette alle persone di aumentare lo stato di salute e di migliorarlo.

Un corpo in salute lo vedo anche come “casa” di una ricca interiorità che favorisce un dialogo sereno e fiducioso con sé stessi.  

Allenare il proprio corpo a sentire i cambiamenti fisiologici, soprattutto quando si vive un’emozione, è il primo step da attivare per creare una buona consapevolezza corporea.

Nel mio percorso di coaching, mi sintonizzo con la cliente per raggiungere frequenze di trasformazione del proprio corpo, passando dalla coreografia delle proprie emozioni per arrivare ad allenare tutto il corpo con circuiti adatti alla specificità della persona.

La parola emozione deriva dal verbo latino “emovere”, che significa rimuovere, trasportare fuori, scuotere. Dunque, l’emozione è qualcosa che ci scuote dal nostro stato abituale e che ci fa muovere verso una direzione.

Grazie al movimento riusciamo a trascendere ciò che ci limita e ci blocca e possiamo dargli una forma senza giudizio.

2. Cosa ti ha spinta a diventare coach?

Quando ho intrapreso la formazione di LUNA Scuola di Coaching per l'Anima, non avevo bene chiaro se fossi diventata una coach e quali erano le mie reali possibilità in questo ambito così ampio.

Il mio lavoro precedente era assistente sociale e le mie risorse principali sono l’empatia e l’ascolto attivo, ma negli ultimi anni, non sentivo più mio questo ruolo, poiché qualcosa era cambiato in me.

Sentivo il desiderio di iniziare un percorso che potesse davvero trasformare la vita delle persone, sapendo che vi sono figure professionali come l* psicolog* o counselor, che portano valore e consapevolezze, alla vita delle persone.

Ma ho scelto il coaching perché lo considero, più focalizzato, intenso e diretto, ed io mi sento più allineata a questa modalità di intervento.

La concretizzazione del coaching corporeo è arrivata cammin facendo, proprio dalla mia esperienza personale.

Mentre lavoravo su me stessa e soprattutto sulle mie emozioni, mi allenavo con circuiti ad alta intensità, seguita da un personal trainer.

Giorno dopo giorno diventavo più attiva, più concentrata su ciò che facevo, con più desiderio di fare e di stare insieme alle persone più proattive, stimolanti e solari.

Soprattutto ciò che mi ha fatto comprendere la mia missione è stato percepirmi di fronte a persone con pochissima percezione corporea e conoscenza del proprio corpo e constatare una resa della propria responsabilità della salute del corpo.

Questo clima di irresponsabilità e di smarrimento, mi ha spinta a voler essere invece un esempio di costanza, perseveranza, consapevolezza e responsabilità e di attivarmi attraverso il coaching a creare una metodologia di trasformazione del proprio corpo.

3. Prima di iniziare la scuola, quali erano le tue eventuali resistenze o paure e come le hai superate?

Le mie principali resistenze erano causate da convinzioni limitanti che creavano rigidità nel pensiero, nello specifico pensavo che per essere una professionista bisognasse formarsi tantissimo e non considerare invece il valore dell’esperienza soggettiva, sentendomi inadatta a qualsiasi azione.

Per tantissimo tempo mi sono detta “chi sono io per dire così o cosà” oppure “non hai abbastanza titoli accademici per poter dire o fare qualcosa di diverso”.

La sindrome dell’impostare era molto attiva in me, ma grazie anche alle posizioni di potere che quotidianamente sperimento, riesco a darle voce e ad incanalarle in energia proattiva.

Un altro grande blocco è stato l’assenza di una direzione e mi mancava fare chiarezza, ciò che poi ho potuto fare grazie al coaching con l’aiuto di Anh e delle docenti della scuola.

Ho superato queste mie difficoltà anche affidandomi ad una coach LUNA, brillante e bravissima, con un percorso guidato proprio sull’obiettivo di voler comprendere la mia missione.

È stato meraviglioso e ricordo ancora l’emozione che ho provato al termine di esso per aver finalmente visualizzato e progettato il mio futuro professionale.

Desidero tantissimo che ogni donna possa provare la gioia e l’empowerment che ho provato io nel trovare la mia direzione. Più donne consapevoli e felici, più vibrazioni alte si raggiungono, più si crea un mondo sereno ed evoluto.

4. In che modo aiuti le tue coachee?

Il percorso di coaching che ho idealizzato per le mie coachee è suddiviso in due fasi.

La prima fase ci si focalizza sul linguaggio emozionale del corpo.

Durante le prime sessioni, insieme alla coachee, esploriamo la percezione corporea con propri movimenti, piccoli o ampi, liberi da tecnicismi affiancandoli alla manifestazione degli elementi della natura

In seguito, porteremo il focus all’emozioni, attraverso un’indagine più dettagliata con l’ausilio di una ruota dell’emozione, esploreremo il movimento come espressione dell’emozione stessa.

L’obiettivo è rendere più visibile e concreto il cambiamento fisiologico che un’emozione crea nel nostro organismo. Questa pratica ci conduce verso l’auto-affermazione e ad esprimere il migliore sé autentico e ad essere presenti a sé stessi, prerogativa essenziale dell’autonomia e dell’auto-efficacia.

Manifestare con gesti e movimenti la propria realtà interiore aiuta anche a creare il nostro spazio nel mondo e a trasformare in risorsa, ciò che ci crea fastidio e ci blocca nel benessere.

La neuroscienza, attraverso le sue ricerche, sottolinea l’importanza della vita emotiva, non solo per i processi mentali, ma anche per il corpo, poiché l’emozione ha ripercussione sulla salute fisica, sul funzionamento del sistema respiratorio, immunitario, cardiovascolare, gastrointestinale ed endocrino.

Dopo questi step, passiamo alla seconda fase inerente l’attività motoria.

Al momento attuale, collaboro con un personal trainer (mio docente) poiché sono in formazione, il quale si concentra, attraverso un’anamnesi dettagliata, sulla soggettività e programmerà un percorso di allenamento fisico, per migliorare la struttura muscolare e rinforzare ciò che negli anni si è lasciato trascurare.

La metodologia che utilizzo si basa sul modello di LUNA coaching, su assunti della bioenergetica, su tecniche di respirazione e power poses, ed infine, sulle competenze professionali del personal trainer.

5. Quali sono stati gli ostacoli riscontrati lungo il cammino di coach e come li hai superati?

Come ho accennato precedentemente, ho riscontrato diversi ostacoli e momenti di sconforto soprattutto all’inizio della formazione e, allo stesso tempo, al termine poiché significava per me attivarsi.

Ed è stato impegnativo, perché era come uscire dalla propria zona confort.

Ho accolto questi attimi e passaggi ascoltandomi profondamente e mettendo in atto le mie risorse. Il movimento e la creazione della coreografia delle mie emozioni sono stati fondamentali,

Meditare in movimento è stato un altro importante tassello della mia rinascita.

Ogni giorno cerco di fare dialogare le parti di me, in un’ottica di miglioramento e sostegno per chi mi è vicino e per chi decide di farsi seguire da me.

Supero le mie incertezze e insicurezze attraverso la pratica costante e quotidiana, di allenamento fisico e praticando meditazione, seguendo una routine mattutina che mi dona pace e presenza.

Il coaching mi ha permesso di creare il puzzle della mia missione, mi ha dato la spinta a dare forma ad una visione che sembrava molto astratta.

6. Cosa consigli a chi desidera diventare coach?

Consiglio ovviamente di farlo, perché se ha questo desiderio è perché la sua anima sa che quella è la strada giusta per lei o lui, e così potrà far brillare la propria luce manifestando il proprio essere e le proprie specificità.

Il coaching è, per me, un processo di rinascita, perché permette di crearsi il proprio spazio nel mondo e di abitarlo con le risorse che hai e di viverlo come desideri.

Inoltre, consiglio di fare prima su stessi un percorso di coaching per comprendere meglio e, soprattutto, fare chiarezza sul proprio scopo della vita.

Quando si ha ben chiaro quale è la propria visione e la propria missione, il cammino è sicuramente più piacevole e scorrevole.

E poi il mio consiglio finale è di fare sport sincronizzato all’anima

Nulla dies sine linea; nessun giorno senza una linea;

Il celebre pittore Apelle non lasciava passar nessun giorno senza tratteggiare col pennello qualche linea.

Puoi trovare Claudia in questi canali:
– Facebook: Claudia Addario
– Instagram: @addario_claudia


Se anche a te piace aiutare gli altri e vorresti conoscere il coaching come strumento di crescita personale e professionale, fai questo quiz lunare per iniziare a trasformare la tua vita e quella degli altri.

E se vuoi saperne di più sul magico mondo del coaching con le carte, dai un’occhiata al corso gratuito Co-Creazione: Coaching con le Carte d’Ispirazione.

Esplora la tua essenza con il coaching, con Michela Lo Bello

Esplora la tua essenza con il coaching, con Michela Lo Bello

Come possiamo esplorare la nostra essenza?

Prima di tutto, non possiamo fingere con le emozioni! Se proviamo a reprimerle, ritorneranno da noi come un boomerang, portando con sé tutto ciò con cui non vogliamo avere a che fare.

Ma se, invece, impariamo ad ascoltarle, quando le guardiamo con onestà e le accogliamo per quelle che sono, possiamo riconoscere che dietro di loro si celano dei bisogni individuali, delle richieste di guardarci dentro e coltivare la nostra serenità.

È questa la via per riconnetterci con la nostra essenza, con la parte più saggia e fiduciosa di noi stesse.

Il coaching conosce molte tecniche in grado di aiutarci a esplorare la nostra essenza, a dialogare con le emozioni, ad accoglierle e guarire le ferite.

Nell'articolo precedente abbiamo parlato di come diventare regina della tua vita; invece, in questa intervista, parliamo di come esplorare la propria essenza con il coaching.

Lo facciamo con Michela Lo Bello, una delle splendide coach formatasi nella nostra scuola LUNA – Scuola di Coaching per l’Anima.


Benvenuta Michela!

1. Ci racconti chi sei e cosa fai?

Sono Michela, ho 40 anni e sono una coach emozionale.

Sono profondamente convinta che, se non si lavora sulle emozioni, entrando in contatto con loro, difficilmente si può avere un cambiamento concreto e duraturo.

2. Cosa ti ha spinta a diventare coach?

Ho sempre avuto dentro di me la forte voglia di aiutare le donne a comprendere che le circostanze e i pensieri limitanti possono essere cambiate, ma non avevo gli strumenti necessari per farlo.

Grazie a LUNA Scuola di Coaching per l’Anima (motivo per cui ho scelto questa scuola), adesso ho tutte le competenze per poterlo fare.

Luna è una scuola meravigliosa perché, mentre studi per diventare coach, lezione dopo lezione, inizi a lavorare su di te, portando alla luce il tuo potenziale e tutto quel fardello fatto di blocchi e pensieri limitanti che, sinceramente, non pensavo assolutamente di avere.

3. Prima di iniziare la scuola, quali erano le tue eventuali resistenze o paure e come le hai superate?

Ammetto che all'inizio ero restia all'iscrizione, perché pensavo che il coach fosse solo una persona che aveva il ruolo di motivare le persone. Avevo paura di non essere capace, di non avere il potenziale e di non essere presa in considerazione.

Del resto sul web è molto facile trovare persone che si professano coach senza esserlo; quindi, mi chiedevo: "Come potrò creare fiducia nelle persone?".

Grazie ad Anh e alla scuola ho imparato chi è una coach e che cos'è il coaching. È stato un percorso meraviglioso che lezione dopo lezione mi ha dato la consapevolezza che questo è il lavoro che ho sempre voluto fare, senza saperlo.

4. In che modo aiuti le tue coachee?

Le clienti che seguo sono donne che hanno voglia di cambiare la loro vita liberandosi da blocchi e pensieri limitanti che giorno dopo giorno le costringono a vivere una vita in cui non si sentono loro stesse.

Per supportarle al meglio in questo meraviglioso percorso ho unito al coaching le fasi lunari, così da poterle aiutare ad ascoltarsi e comprendere al meglio la loro energia, i loro bisogni, e riportarle alla loro essenza ciclica e ad essere più autentiche possibili.

5. Quali sono stati gli ostacoli riscontrati lungo il cammino di coach e come li hai superati?

LUNA scuola di Coaching mi ha molto aiutato nel mio percorso, proprio perché il modello a cui è ispirato (come condurre una sessione di coaching) è ispirato alle fasi lunari. A tutte le persone indecise se iscriversi o no a questa meravigliosa scuola mi sento di dire: "Fatelo ad occhi chiusi!".

6. Cosa consigli a chi desidera diventare coach?

Questa scuola è meravigliosa perché ti insegna ad ascoltarti e ad ascoltare, ti fa lavorare in modo profondo su te stessa e ti dà la possibilità di fare, fin da subito, il tirocinio per mettere in pratica ciò che hai imparato. Anh e tutte le Moontutor sono persone disponibili, accoglienti e sono pronte ad aiutarti. Insomma, non sei mai lasciata da sola. LUNA è sul serio una scuola di coach per l'anima.

Puoi trovare Michela in questi canali:
– Sito: michelalobello.com
– Instagram: @mikylobello


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Le 3 dimensioni esplorate nel Coaching dell'Anima

Le 3 dimensioni esplorate nel Coaching dell'Anima

Per quanto ci piacerebbe credere di essere macchine pensanti che occasionalmente si emozionano, in realtà siamo esseri emotivi che, in aggiunta, pensano. In particolare, proviamo emozioni, sensazioni, percezioni che spesso vanno oltre la sola comprensione logica che contraddistingue la nostra specie.

Inoltre, abbiamo un corpo materiale, ma siamo anche caratterizzati da un lato "animico". Se andiamo oltre chi siamo, cosa pensiamo e cosa proviamo, ci rendiamo conto che dentro di noi c’è qualcosa di molto più profondo, qualcosa che è arrivato su questo mondo in maniera del tutto pura: la nostra Anima.

Ecco perché un percorso di coaching può considerarsi davvero completo quando non si lavora solo sulla mente, ma viene integrato anche il corpo, nonché l’aspetto spirituale del nostro Essere. Solo attraverso un approccio olistico, quindi onnicomprensivo, si può accogliere tutto quello che la persona è e co-creare una reale trasformazione.

Se anche tu sei interessata a capire meglio cosa significa fare coaching, nello specifico dell’Anima, resta con noi. In questo post ti diamo un piccolo assaggio delle tre dimensioni che vengono esplorate dalla coach e la coachee durante un percorso di questo genere.


La Mente

Sono tanti i meccanismi che avvengono all’interno della mente umana. In poche parole, attraverso i nostri cinque sensi riusciamo a percepire la realtà attorno a noi, ma non solo. Anche i nostri valori e tutto ciò che crediamo essere vero su noi stessi, gli altri e l’universo, i nostri pensieri e le nostre convinzioni, influenzano il nostro modo di dare significato alla realtà.

Ciò vuol dire che alle informazioni raccolte ed elaborate dalla mente, nonché alle percezioni del mondo esterno, noi assegniamo un significato soggettivo e personale. Infine, ciò che vediamo, sentiamo e percepiamo va a determinare anche il nostro stato emotivo, il nostro comportamento e la nostra fisiologia.

Tutto questo avviene in ogni essere umano: i pensieri creati nella nostra mente influenzano le emozioni che proviamo. Allo stesso modo, le emozioni provate influenzano e rafforzano determinati pensieri che, se pensati ripetutamente, diventano sempre più parte della percezione di noi stesse e della nostra identità.

Tra i nostri pensieri troviamo, ad esempio, quelle che vengono definite “convinzioni limitanti”. Esse si formano molto spesso a partire dall’infanzia durante il normale processo di apprendimento, e costituiscono le credenze che impediscono, limitano e ostacolano la nostra capacità individuale di raggiungere i risultati che desideriamo.

Nel Coaching dell’Anima, a questa categoria di pensieri corrispondono determinati strumenti con cui lavorare per aiutare la cliente a sbloccarsi e raggiungere l’obiettivo prefissato. In questo caso, a seconda della questione portata dalla coachee, la coach la aiuterà a riconoscere le sue convinzioni limitanti, mettere in discussione la loro veridicità e trasformarle sostituendole con nuove convinzioni più utili per superare i suoi ostacoli.

Il Corpo

Oltre alla dimensione mentale, in quanto esseri umani esistiamo in un contesto materiale: siamo infatti dotati di un corpo fisico avente dei bisogni da soddisfare. Perciò, quando si crede di dover prediligere lo sviluppo della mente sopra tutto il resto, si rischia di perdere il contatto con il corpo, con le sensazioni corporee e con le emozioni.

Per creare una condizione di equilibrio dentro e fuori di noi è importante prendere consapevolezza del proprio corpo e diventare responsabili di gestire l’energia in movimento al suo interno. Il corpo, infatti, registra delle memorie, custodisce dei messaggi importanti per noi, che ci comunica attraverso le nostre sensazioni ed emozioni.

Quando percepiamo un’emozione, la sentiamo nel corpo. Quell’emozione è per noi un indicatore. Eppure, troppo spesso tendiamo a ignorare questi segnali. Ascoltiamo solo le emozioni che ci piacciono e reprimiamo quelle spiacevoli. Queste, però, se represse, si annidano nel corpo e, con il passare del tempo, possono aggravarsi e manifestarsi anche attraverso sintomi fisici.

In realtà, tutte le emozioni sono importanti, poiché vengono scatenate per dei motivi ben precisi e con lo scopo di comunicare con la nostra consapevolezza. Inoltre, dietro di loro si celano dei bisogni individuali, delle richieste da parte della nostra parte più sensibile e autentica.

Se questi indizi su quello di cui abbiamo bisogno non vengono ascoltati e accolti, generalmente l’emozione si intensifica, bloccandoci e impedendoci di passare all’azione, o peggio ancora. Per evitare che questo accada, il compito della coach è quindi quello di aiutare la cliente a riconoscere la presenza delle emozioni e ascoltarle, cogliendo ciò su cui è importante che lei porti la sua attenzione.

Dunque, nel Coaching dell’Anima, quando non è sufficiente lavorare a livello di pensieri e sono presenti dei blocchi interiori che mantengono la coachee in una situazione dolorosa o di stallo, si vanno a esplorare le sensazioni corporee e le emozioni in gioco. Per farlo, si crea uno spazio sicuro e protetto dove la persona può entrare in profonda connessione con il suo corpo fisico ed esprimere tutto ciò che prova, senza giudizio e senza sentirsi di dover cambiare le sue percezioni.

L'Anima

Trattandosi di un aspetto che ognuno di noi può percepire a modo suo, non misurabile o verificabile in maniera assoluta per sua stessa natura, il primo passo per capire meglio il concetto di Anima consiste nel distinguerla dall’Ego, vale a dire una sorta di costrutto che creiamo nel corso della nostra vita per definirci; la nostra identità o, ancora, personalità. 

Potremmo quindi immaginare che l’Anima incarni tutto ciò che si trova al di là di questo “costrutto”. È una dimensione di consapevolezza più profonda, intangibile e non definibile, che ognuno di noi ha dentro di sé. È quella parte più saggia di ciascuno di noi, in grado di riconoscere con curiosità e accogliere l’Ego in tutte le sfaccettature, comprendendo che si è formato ed evoluto nel tempo per poter far fronte alla vita.

Anche se l’Ego ci porta a commettere degli errori, a giudicare o a entrare in dinamiche e comportamenti malsani, l’Anima lo rassicura, ne vede debolezze e fragilità, consapevole che siamo molto di più di tutto ciò. Perciò, lo scopo di alcune delle pratiche utilizzate nel Coaching dell’Anima è proprio quello di osservare le proprie emozioni, convinzioni, maschere, modalità di essere e agire senza giudizio, dal punto di vista dell’Anima.

Solo osservando con neutralità questi meccanismi, da una posizione di Amore, è possibile accettarli e cogliere la loro peculiarità, la loro bellezza e il loro motivo di essere, così da poterli integrare ed evolvere. In questo modo la coachee può intraprendere un viaggio per accedere alla sua Anima, al fine di sciogliere certe sue convinzioni radicate che le impediscono di raggiungere l’obiettivo desiderato, riconnettendosi con la sua saggezza interiore.

Stimolando nella coachee questa consapevolezza, la coach può quindi supportarla a superare i meccanismi correlati alla personalità che si è creata nel tempo per riconnettersi alla sua Anima. In questo modo, può crearsi un equilibrio tra la dimensione più terrena della sua esistenza (il corpo, i pensieri e le emozioni) e questo aspetto più profondo dell’Essere.


In sostanza, nel Coaching dell’Anima viene indagata la dimensione mentale, tanto quanto quella di percezione corporea e dialogo con le emozioni, fino ad arrivare a osservare le dinamiche che interessano l’Ego e infine portare l’esplorazione a un livello più profondo, al di là degli aspetti di carattere puramente cognitivo, per entrare sempre più in contatto con la consapevolezza profonda della propria Anima.

Se tutto questo ti affascina, scopri se il coaching è la strada giusta per te svolgendo gratuitamente il LUNA quiz.

Oppure puoi addentrarti nel mondo dell’Anima facendo la conoscenza di un metodo creativo e intuitivo per facilitare il cambiamento in te stessa e negli altri: il corso gratuito Co-creazione con le Carte d’Ispirazione.

Riscoprire il proprio potenziale nascosto, con Chiara Corriga

Riscoprire il proprio potenziale nascosto, con Chiara Corriga

Riscoprire il proprio potenziale nascosto, con Chiara Corriga

Come riscoprire il potenziale nascosto? Con il coaching, naturalmente! Creare la vita che si desidera è possibile, a patto che siamo disposte a partire da noi stesse, aprendoci alla possibilità di scoprire la nostra Essenza e di esplorare la nostra unicità.

Esistono diverse tecniche di coaching che possono accompagnare le persone in un processo creativo, attraverso il quale ci si può riappropriare della propria zona di potere e imparare a essere respons-abile dei propri pensieri, delle emozioni e delle proprie azioni, togliendo agli eventi esterni ogni ascendente su di noi.

Ed ecco che riconnettendoci ai nostri reali desideri e obiettivi, abbiamo la possibilità di sbloccare il nostro potenziale nascosto. E quando questo accade e siamo pronte ad ascoltare la chiamata all’auto-realizzazione, si sprigiona un potere davvero immenso e questa esperienza deve essere vissuta fino in fondo.

Nella scorsa intervista, abbiamo parlato di come diventare la tua migliore alleata per raggiungere la tua realizzazione e felicità, e adesso vogliamo esplorare le tecniche di coaching per riscoprire il potenziale nascosto. Lo faremo con Chiara Corriga, la coach formata nella nostra scuola LUNA – Scuola di Coaching per l’Anima.


Benvenuta Chiara!

1. Ci racconti chi sei e cosa fai?

Mi chiamo Chiara Corriga e sono una Tessitrice di Talenti. Nella vita intreccio Coaching per l’Anima, Archetipi e Marketing Ribelle per supportare le donne nel manifestare la propria essenza nella vita e nel business.

Una donna realizzata, infatti, è per me a tutti gli effetti una donna libera. In questo concetto si riassume la mia Missione personale e professionale: facilitare le donne nella riscoperta del loro potenziale nascosto, riscoprendosi dunque Tessitrici del proprio destino.

Vivo in provincia di Gorizia (Friuli Venezia Giulia), antica contea famosa per la lavorazione e la tessitura della seta.

2. Cosa ti ha spinta a diventare coach?

Un tempo provavo un certo disagio nello svelare quello che oggi chiamo con tenerezza e ironia “il mio terribile segreto”: sono una ex ingegnere industriale, specializzata in metallurgia.

Questa rivelazione ha sempre generato negli altri un grande stupore, tanto da farmi provare parecchio imbarazzo. La verità è che, nonostante i traguardi universitari e la prospettiva di una florida carriera all’interno di una multinazionale, negli anni mi sono scoperta infelice.

Quello che inizialmente sembrava un banale malcontento, ben presto si è trasformato malattia fisica, fino a portarmi alla depressione.

Proprio in uno dei momenti più bui della mia vita ho ritrovato la connessione con la mia essenza. Ho riportato alla mente le passioni dell’infanzia, ho ricordato cosa mi faceva davvero sorridere e ho ricominciato tutto daccapo.

Non è stato facile, lo ammetto. Ma quello che per i più è stato un enorme salto nel buio, si è rivelato il più grande regalo che potessi fare a me stessa. Così ho ripreso a studiare ciò che davvero faceva palpitare il mio cuore e ho scelto di portare nel mondo la mia esperienza, con l’intento di supportare tutte quelle donne che, come me, hanno deciso che è giunto il momento di manifestare al mondo il proprio potenziale. Ecco perché ho scelto di diventare coach.

3. Prima d'iniziare la scuola, quali erano le tue eventuali resistenze o paure e come le hai superate?

“Ma chi credo di essere?” “Perché qualcuno dovrebbe affidarsi a me per far emergere nuove consapevolezze su di sé?” “Da ingegnere a coach: come posso essere credibile?”

Queste sono solo alcune delle resistenze con cui ho dovuto confrontarmi iscrivendomi a Luna - Scuola di Coaching per l’Anima. E confesso di aver incontrato le medesime paure anche durante il mio percorso formativo come coach.

Magari sotto forma di convinzioni limitanti o di scuse che condividevo con le mie Sorelle di Luna, ma che raccontavo in primis a me stessa: le mie resistenze si sono ripresentate più volte, anche sotto mentite spoglie.

Come le ho superate? Ascoltando ciò che avevano da raccontare su di me.

Prima d'iscrivermi a Luna - Scuola di Coaching per l’Anima avevo un sogno: dimostrare a me stessa e al mondo che il cambiamento esiste e che le scelte passate non devono necessariamente condizionare il futuro.

È sempre il momento giusto per manifestare la nostra vera essenza! Dunque, ho fatto un bel respiro, ho permesso alle mie emozioni più profonde di svelare i miei bisogni e le mie fragilità e ho deciso di trasformarmi in ciò che ho sempre desiderato diventare: una coach.

4. In che modo aiuti le tue coachee?

Svolgo il mio lavoro quasi totalmente online. Confesso che in prima battuta temevo che il mio lavoro di “coach dietro a uno schermo” potesse risentire di certe limitazioni legate alla tecnologia, ma oggi posso affermare a gran voce che gli strumenti del coaching non conoscono confini.

Ciò che davvero conta è lo Spazio Sacro che si viene a creare nel corso delle sessioni di coaching. Un luogo sicuro, dove l’ascolto e la presenza della coach garantiscono alla coachee la piena libertà di esprimersi e di esplorarsi.

Ecco perché nei miei percorsi dedicati alla riscoperta del potenziale nascosto o alla tessitura di un business di successo tengo innanzitutto a sottolineare il magico rapporto di co-creazione che unisce le mie clienti e me.

Ogni sessione di coaching è unica nel suo genere. Per questo i percorsi che propongo sono letteralmente cuciti addosso alle necessità delle donne con cui collaboro. Le sessioni che conduco si basano principalmente sull’ascolto attivo e sull’utilizzo di domande potenti, le cui risposte sono in grado di far emergere nella coachee nuove consapevolezze.

Adoro utilizzare inoltre le carte d'ispirazione per esplorare il nostro mondo interiore attraverso l’intuito. E quello che davvero non manca mai nella mia pratica di coaching è la connessione profonda con le emozioni.

A seconda delle necessità delle coachee con cui collaboro, propongo diverse tecniche di ascolto interiore, con l’unico scopo di dare voce con gentilezza e compassione a quello che celiamo dentro di noi, aprendoci alla trasformazione.

5. Quali sono stati gli ostacoli riscontrati lungo il cammino di coach e come li hai superati?

Quello del coaching non è semplicemente un cammino professionale, bensì si tratta di un e vero e proprio percorso di crescita personale.

Essere l’amica a cui tutti chiedono consigli, non significa essere coach. Essere empatica e propensa all’ascolto non significa essere coach.

Certo, l’ascolto, l’empatia e l’intuito sono senz’altro caratteristiche fondamentali per diventare una coach professionale e affidabile. Ma da sole non bastano.

In Luna - Scuola di Coaching per l’Anima mi sono messa in gioco in prima persona, mettendo a nudo delle parti di me che nemmeno io pensavo di conoscere. È stato impegnativo, lo ammetto. A volte mi sono sentita terribilmente stanca e non all’altezza.

Eppure, ho proseguito, come se stessi affrontando gli ultimi chilometri della maratona più importante della mia vita. Quando temevo di cedere, riportavo alla mente la mia Missione e la mia Visione. E, supportata dalla meravigliosa rete che le Sorelle di Luna erano sempre disposte a creare per limitare i danni delle mie cadute, mi sono rialzata e riscoperta più forte.

6. Cosa consigli a chi desidera diventare coach?

Essere coach non significa personificare la perfezione. Ho avuto, ho e avrò anche in futuro nuove resistenze da superare e nuove convinzioni limitanti da scardinare. Semplicemente perché sono un essere umano in evoluzione.

Ma il fatto che dentro di me dimorino insicurezze, paure o vulnerabilità non mi rende una coach meno valida. Anzi, direi l’esatto contrario!

Essere coach non significa lavorare in preda all’ansia da prestazione, ricercando affannosamente quella domanda o quella pratica che possano innescare “l’illuminazione” nella coachee. Penso che noi coach siamo semplicemente un tramite per il manifestarsi della trasformazione altrui.

Quando ho compreso che il mio lavoro non è legato ai risultati tangibili che le mie coachee raggiungono e ho messo da parte il mio ego, riconoscendo che il coaching non è nient’altro che un rapporto di co-creazione tra coach e coachee, buona parte delle mie resistenze si sono trasformate in un tenero ricordo.

Quindi, cara futura coach, tutte le volte in cui paure e insicurezze busseranno alla tua porta, sii pronta ad accoglierle e ad ascoltarle con gentilezza e compassione. Ma sii anche pronta a ritornare alla tua Visione e alla tua Missione, ricordando i motivi e i valori che ti hanno portato a intraprendere questa incredibile avventura. Spogliati del perfezionismo e porta nel mondo tutta la tua meraviglia.

Puoi trovare Chiara in questi canali:
- Sito: chiaracorriga.it
- Facebook: Chiara Corriga - Tessitrice di Talenti
- Instagram: chiara_corriga


Se anche a te piace aiutare gli altri e ti incuriosisce il coaching come strumento di crescita personale e professionale, fai questo quiz per iniziare a trasformare la tua vita e quella degli altri.

E hai saputo del corso gratuito Co-Creazione: Coaching con le Carte d'ispirazione? Finalmente puoi iscriverti gratuitamente e imparare come usare le carte d'ispirazione per fare Coaching dell'Anima e Co-Creare la Trasformazione, in te stessa e per gli altri!

La pratica #1 per gestire le emozioni (anche quelle difficili)

La pratica #1 per imparare a stare con le emozioni

Quando vogliamo manifestare qualcosa nella nostra vita, ma ci sentiamo bloccati, spesso è perché ci sono delle emozioni da gestire che “sono d’intralcio” e non ci permettono di realizzare i nostri obiettivi.

Se non prendiamo consapevolezza delle nostre emozioni e affrontiamo le cose solo in maniera razionale, a livello di testa, sarà difficile riuscire a sbloccarsi e risolvere il problema. Dobbiamo passare anche per il cuore, il nostro centro emozionale.

In questo articolo esploriamo insieme come riuscire a stare con le emozioni e dialogare con esse, attraverso una pratica di ascolto emotivo che viene insegnata e sperimentata in LUNA Scuola di Coaching per l’Anima.


Il primo passo per lavorare con le proprie emozioni è iniziare ad ascoltare cosa accade dentro di noi quando le proviamo. Può sembrare banale, ma in realtà è qualcosa che non facciamo quasi mai. Nessuno ce lo ha mai insegnato.

Fin da quando siamo bambini, capita più spesso che le persone intorno a noi ci dicano di smettere di provare una certa emozione, di piangere, di essere tristi, di essere giù di morale e via dicendo. Quindi impariamo, anche per via dell’educazione che riceviamo, a reprimere noi stessi.

Invece, le emozioni sono degli indicatori che si attivano quando hanno un messaggio importante da comunicarci. E specialmente in quei momenti in cui ci ritroviamo bloccati, in cui nonostante i ragionamenti logici non riusciamo più ad andare avanti, diventa ancora più utile entrare in connessione con le proprie emozioni.

Allenare il “muscolo dell’emozione”

Non sempre ce ne rendiamo conto, ma con le emozioni ci abbiamo sempre a che fare. Anche quando desideriamo raggiungere un obiettivo, in realtà, noi vogliamo ottenerlo per provare l’emozione che crediamo che quel determinato obiettivo ci farà sentire. Allo stesso modo, quando noi temiamo degli eventi in particolare, non abbiamo timore della situazione di per sé, ma ci spaventa l’emozione che potremmo provare se quell’evento si verificasse davvero.

Dunque, cosa succederebbe se adesso, in questo momento, tu imparassi a provare proprio quell’emozione che ti fa così tanto paura o che solitamente cerchi di evitare a tutti i costi? Cosa succederebbe se la sperimentassi in uno spazio sicuro e protetto? Ti accorgeresti che l’emozione non ha altro che un inizio, un picco dove si manifesta e poi un punto finale di dissolvimento.

Le emozioni, infatti, sono e-motions, ovvero energie in movimento all’interno del nostro corpo il cui sviluppo non dura più di 90 secondi. Se siamo in grado di restare in ascolto di queste emozioni, fino in fondo, esse fanno il loro corso e lasciano la presa prima di quanto possiamo immaginare.

Nessuno nasce campione o campionessa in emozioni, questo è certo. Tuttavia è una capacità che ognuno di noi può sviluppare con la pratica. Più alleni il “muscolo dell’emozione”, più questo diventa capace di sperimentare le emozioni, provare quello che c’è e poi lasciarlo andare, senza troppi scombussolamenti.

Compassione verso se stessi

Prima di passare alla pratica vera e propria di come farlo, c’è una premessa da fare. È importante che questo processo di ascolto e interazione con le emozioni venga fatto senza giudizio, quindi lasciando da parte pensieri del tipo:

Non dovrei sentirmi così.

Dovrei stare diversamente.

Dato che ci ho già lavorato su, dovrei essere in grado di gestirlo, perché non è così?

Le emozioni fanno parte dell’esperienza umana e pertanto richiedono da parte nostra una grande compassione ed empatia nei nostri confronti. Può sempre capitare che un’emozione emerga, non possiamo prescindere da esse. Ogni volta che provi quello che provi, ricorda che è ok provarlo. 

Inoltre, come dicevamo, le emozioni sono state progettate con lo scopo di salvaguardare la nostra esistenza, di darci degli avvertimenti utili per la nostra vita. Quando le osserviamo, interagiamo con loro e prendiamo consapevolezza di questi segnali, esse si affievoliscono proprio perché hanno finalmente assolto il loro compito.

Dialogare con le emozioni

Esistono diversi modi per comunicare con le proprie emozioni. Quello che ti propongo oggi è un metodo che prende il nome dall’acronimo “RAIN” ed è stato proposto e divulgato in occidente da Tara Brach, psicologa e insegnante di meditazione.

Puoi praticare la tecnica sia su te stessa che con i tuoi clienti attuali e/o futuri. Ti aiuta ad avere una struttura di riferimento, degli step semplici ed efficaci da seguire anche in maniera flessibile e personalizzata.

Per iniziare l’attività pratica siedi (o fai sedere il tuo cliente) in silenzio. Chiudi gli occhi e fai qualche respiro. Richiama alla tua mente una situazione in cui ti senti bloccata, che suscita in te una reazione difficile, come rabbia o paura, vergogna o disperazione.

Dedica qualche momento a sentire l’esperienza, visualizzando la scena, ricordando le parole pronunciate, percependo i momenti più faticosi. Poi sperimenta i seguenti passaggi.

1. R come Riconoscere

In primo luogo, prendi consapevolezza del fatto che qualcosa sta accadendo dentro di te. Stai in ascolto e accorgiti che stai provando un’emozione, anche se non sai ancora quale sia.

Molto spesso le persone cercano di ignorare le proprie emozioni. Sentono qualcosa, ma fanno finta di niente, perché magari si convincono di essere più “forti” se non lo provano, oppure si creano un'aspettativa irreale di dover essere sempre tutti d’un pezzo.

Mentre rifletti sulla situazione in questione, chiediti semplicemente:

Che cosa sta accadendo in me adesso?

Sto provando un’emozione?

Quali sono le sensazioni che sento?

È possibile che tu non riesca a darti subito una risposta. In questa fase non è importante analizzare o sapere esattamente cosa stai provando. Va bene anche non capire cosa sta accadendo, però riconoscere che c’è qualcosa che sta avendo luogo, come una sensazione di fastidio, di costrizione o di pesantezza.

2. A come Accettare/Accogliere

Il secondo passaggio è l’accettazione che tutta questa esperienza sta accadendo. Invece di zittire, ignorare o combattere quello che c’è, “arrenditi” al fatto che stai provando un’emozione, e che è ok provarla.

Trova in te la volontà di fermarti e accettare che in questi momenti “ciò che è… è”, senza alcun giudizio né tentativo di cambiare o controllare la sensazione.

Puoi sussurrare mentalmente “Sì, lascio che sia”, oppure porti domande come:

(Anche se non mi piace), posso accettare che sto provando un’emozione?

Posso accettare che non vorrei provare l’emozione, ma la sto provando?

Se dovesse capitarti di sentire dentro di te che la risposta è “No, non voglio accettare questa emozione”, va bene anche così. In quel caso puoi riconoscere che stai provando un’emozione che non ti piace e che vorresti non provare. Magari oggi non sei pronta ad accogliere ciò che senti, ma andando per gradi e lavorandoci sopra, ce la farai.

3. I come Indagare

1. Cosa senti e dove

Ora è il momento di osservare l’esperienza che stai vivendo con un’attenzione interessata e gentile, curiosa di conoscere più da vicino ciò che stai provando e dove lo stai provando nel tuo corpo.

Attenzione, però. Questa indagine non deve avvenire attraverso la mente cognitiva e il ragionamento logico, bensì ha luogo grazie all’ascolto del corpo e delle sensazioni che provi. Quindi continua a sentire, invece di pensare.

Le seguenti domande possono aiutarti:

Qual è l’emozione che sto provando?

In quale parte del corpo si localizza?

Come la percepisco nel mio corpo? (Es. stretta, bruciore, calore, freddo, peso, colore, ecc.)

Può darsi che tu non sappia che nome dare all’emozione che stai provando, ma puoi provarci. Man mano che svolgerai questa pratica, ti alfabetizzerai sempre di più alle emozioni e imparerai a distinguerle con più chiarezza.

Cerca di descrivere le caratteristiche di ciò che senti, immaginando che sia qualcosa che puoi vedere e toccare. Rimani in connessione di questa percezione, così che una volta che l’avrai localizzata nel corpo, il passo successivo sarà portare alla luce ciò che ti spaventa.

2. Esplora ciò che ti spaventa

Sapendo che sei in un luogo protetto e sei in grado di sopportare ciò che emergerà, chiediti:

Che cosa è l’aspetto peggiore di questa situazione?

Ho già provato questa emozione in passato? Quando?

Di che cosa ho paura? Qual è la convinzione in cui credo?

L’abbiamo detto prima, solitamente evitiamo certe situazioni perché abbiamo paura di provare l’emozione che potremmo provare se quella situazione avvenisse. Quindi qual è l’emozione di cui hai paura in questo caso? Invece di evitarla, guardala in faccia. La paura è un’emozione naturale e puoi ammettere di provarla.

Ricorda che se in qualsiasi momento l’emozione che stai esplorando diventasse troppo da gestire, puoi sempre riportare il focus sulla sedia su cui ti trovi, sentendo proprio il contatto fisico con la seduta, e smettere l’esercizio.

3. Indaga ciò di cui hai bisogno

Una volta che avrai portato in superficie quello che temi, ecco che puoi instaurare una comunicazione con questa parte di te e notare che cosa emerge, che cosa ti dice, che cosa vuole, di cosa ha bisogno.

Le domande che puoi porti sono:

Se la parte ferita e più vulnerabile di me potesse comunicare, che cosa direbbe?

Che cosa vuole comunicarmi questa parte di me?

Di che cosa ha più bisogno (da me)?

Questa parte che ti parla è la tua bambina interiore, è quella parte più infantile di te che è ferita perché ha introiettato delle situazioni difficili del passato e quindi è lì, impaurita, che ha bisogno di te.

4. N come Nutrire

Capito ciò di cui hai bisogno, puoi cominciare a dare a te stessa, alla tua bambina interiore, ciò che necessita, attingendo alla parte più saggia e compassionevole del tuo essere, a quella fonte di amore e di presenza che è dentro ognuno di noi.

Metti una mano su quella parte e dille quello che ha bisogno di sentirsi dire. Falla sentire amata, nutrita e al sicuro. Accarezzala, abbracciala, dalle conforto. Puoi anche immaginare che dalle tue mani esca una luce tenue e luminosa che si espande dentro di te.

Quello di cui abbiamo bisogno è quasi sempre legato all’amore, al fatto di essere visti e accettati così come siamo. Non possiamo aspettarci che siano gli altri a darci queste cose, o che sia il risultato che otteniamo, l’ammirazione o l'approvazione dall’esterno, a farci sentire così, perché altrimenti dipenderemo sempre da altro. Dobbiamo essere noi, in primis, a darci questo nutrimento.

Questo processo si chiama re-parenting, proprio perché è come se diventassi il genitore di te stessa, dando alla tua bambina interiore quello di cui ha bisogno in quel momento. In questo modo, l’emozione difficile lentamente si dissolve e viene riempita dall’amore, dal calore e dall’affetto, facendo emergere nuove consapevolezze.

A questo punto puoi ringraziarti e pian piano, quando lo desideri, riprendi contatto con il tuo corpo. Muovi le mani e i piedi, stiracchiati un pochino e quando ti senti pronta, apri gli occhi e ritorna nel qui e ora.

Dopodiché, nota com’è cambiata la tua emozione ora che l’hai ascoltata. Nota come cambia la tua percezione della situazione in cui ti trovi, e il tuo pensiero riguardo quella circostanza.

È adesso, dopo aver attraversato l’emozione e colto il suo messaggio, che puoi andare oltre, agire diversamente e ottenere i risultati che desideri.


La dimensione dell’ascolto emotivo è uno degli elementi che differenzia il Programma di Certificazione di Coach LUNA (PCCL), accreditato dalla Federazione Internazionale di Coaching (ICF) come programma completo ACTP, dagli altri corsi di coaching, dove spesso le emozioni sono viste come cose da eliminare, non da integrare.

Se anche tu desideri diventare coach e imparare a sperimentare strumenti di questo genere, dai subito un'occhiata a LUNA Scuola di Coaching per l’Anima e iscriviti senza impegno alla lista d'attesa per la prossima edizione. Ti aspetto dall'altra parte!

Emozioni negative: impara ad accoglierle e a trasformarle

Accogliere le emozioni negative

Quando ho scelto di diventare coach, non pensavo che durante questo processo avrei iniziato a fare la conoscenza delle emozioni.

Credevo che il coaching fosse legato alle frasi motivazionali, al pensiero positivo, al vedere il lato bello delle cose, al mettersi in atto per realizzare il proprio potenziale. E nonostante alcuni di questi aspetti possano effettivamente entrare in gioco durante una sessione, uno dei lavori più importanti che un coach possa svolgere è quello di entrare in contatto con le proprie emozioni e quelle del cliente. Soprattutto le cosiddette emozioni “negative”.

Perché accogliere le emozioni sia di vitale importanza nel coaching lo vedremo insieme in questo articolo. Scoprirai anche un esercizio rivelatore per aiutare le tue clienti a rapportarsi con le loro emozioni.


Innanzitutto, è bene mettere in chiaro una cosa. Nonostante spesso si ritenga il contrario, non esistono emozioni negative, ma solo emozioni utili.

Le emozioni sono una forma di energia potente e complessa con cui noi rispondiamo alle varie vicende della vita. E queste spesso fungono da indicatori o spia d’allarme per comunicarci un’informazione, un messaggio, per noi molto importante.

Purtroppo, però, cresciamo condizionati dall'idea che certe emozioni debbano essere respinte. Perché arrabbiarsi non va bene, la paura è qualcosa da scacciare a tutti i costi e la tristezza può essere accettabile, soprattutto per noi donne, ma solo se in privato e senza troppo clamore.

Così, ci abituiamo a soffocare ciò che proviamo. E rischiamo di agire senza alcuna consapevolezza di che cosa ci spinge a comportarci in quel determinato modo. Tanto che avremmo quasi bisogno di un corso di alfabetizzazione emotiva per capire come stiamo, per davvero.

Ecco allora che quando all'interno di una sessione di coaching crei uno spazio sacro dove la cliente può esprimere totalmente sé stessa, senza timore di dover rispettare le “regole sociali”, senza sentirsi in dovere di apparire controllata, senza il peso di comportarsi da brava ragazza, molte emozioni relegate in profondità possono finalmente uscire alla luce, lasciando andare la loro morsa dolorosa, ed esternando il loro significato autentico.

Ovviamente, questo è possibile solo quando la coach stessa è aperta a entrare in contatto con le proprie emozioni e con quelle della cliente. Senza soffocarle, ma imparando ad accoglierle in maniera sicura e protetta.

Allora, quando una cliente arriva da te e ti dice di provare ansia, paura, tristezza, rabbia o frustrazione, come prima cosa invitala a porre l’attenzione sul suo corpo. Chiedile cosa sta provando in quel momento e dove lo sta sentendo.

Poi guidala a dare un'identità a questa sensazione, domandandole ad esempio:

Di che forma è? Che temperatura ha? Quale colore le attribueresti? Quanto è grande?

Aiutala a rimanere nel presente e nel corpo, ascoltando la sua sensazione e lasciando che questa possa esprimere il suo messaggio finché la sua presa non si affievolisce.

Non siamo soliti a farlo. Ma più diamo ascolto alle nostre emozioni e lasciamo che ci parlino, più impariamo ad accoglierle senza giudizio e a conviverci.

Certo, talvolta è più facile a dirsi che a farsi. Ci vuole tanto coraggio per sentire un’emozione, come anche tanta pazienza, compassione ed empatia verso noi stesse e la nostra storia.

Tuttavia, accedere a ciò che le nostre emozioni hanno da dirci è la più grande fonte di saggezza e conoscenza su chi siamo e cosa vogliamo davvero.

Sii quindi disposta ad esplorarle, creando uno spazio di apertura nel quale le tue clienti possano confrontarsi con le proprie emozioni e ad avere fiducia nel loro prezioso messaggio.


Il tuo rapporto con le emozioni com'è? Ti permetti di viverle in maniera libera e genuina? Vieni a raccontarmelo nel gruppo Shine your Light su Facebook. Ti aspetto!

E se vuoi aiutare le persone ad ascoltare la voce della propria anima e a seguire il proprio cuore, scopri come, nel percorso di certificazione per diventare coach.