Come rendere davvero efficaci le tue sessioni di coaching

Essere prima di fare per rendere efficace il coaching
Come rendere davvero efficaci le tue sessioni di coaching

I clienti spesso arrivano da noi coach pensando che li aiuteremo a raggiungere i loro risultati attraverso la messa in pratica di azioni concrete. Credono che per ottenere quello che desiderano debbano fare questo e quell'altro, e solo quando avranno quello che vogliono, allora sì che saranno felici, riconosciuti, soddisfatti, di successo, e via dicendo.

Per molti l’azione, quella che possiamo definire il "fare", viene prima di tutto. Eppure questa si rivela spesso impraticabile o insostenibile per le persone. Lo dimostrano, per esempio, i piani d'azione che falliscono dopo alcune settimane e le to-do list che non vengono portate a termine.

Se il tuo modo di fare coaching si rivolge soltanto alla dimensione del Fare, e quindi alla realizzazione pratica di ciò che serve per raggiungere l'obiettivo, difficilmente potrà creare un cambiamento permanente e duraturo nella vita del tuo cliente/coachee: per farlo, devi rivolgerti anche alla dimensione dell"'essere".

In passato avevamo già parlato dell'equilibrio tra Essere e Fare. Adesso facciamo un passo avanti e scopriamo come rendere davvero efficace il tuo modo di fare coaching.

Ma cosa si intende con Essere e Fare?

L’Essere è tutto ciò che è legato al mondo delle emozioni, alle percezioni, ai bisogni. È il nostro mondo interiore e riguarda chi siamo e come ci sentiamo. Mentre il Fare interessa il mondo esteriore, e si riferisce alle azioni logiche, meccaniche e razionali che noi svolgiamo.

Nel coaching, la dimensione dell’Essere costituisce il cuore pulsante di ogni processo volto a ottenere risultati più efficaci e soprattutto in linea con la propria Essenza più profonda. In LUNA Scuola di Coaching per l'Anima, esploriamo una "formula" molto utile per capire quanto l'Essere sia fondamentale per raggiungere qualsiasi obiettivo, ovvero:

ESSERE x FARE = AVERE

Questa ci indica che la trasformazione non avviene (solo) attraverso cosa si vuole ottenere, ma anche e soprattuto attraverso CHI lo vuole ottenere. Infatti, nel mondo anglofono si dice "Coach the person, not the problem", vale a dire: Fai coaching sulla persona, non sul problema.

Perciò, non c'è azione che tenga se prima non si esplora ciò che blocca la persona, vale a dire come si sente, il mindset in cui è e gli aspetti di identità che ha associato a se stessa. Solo così potrà poi sviluppare i passi più utili per realizzare i suoi obiettivi.

Al contrario, se il tuo cliente si concentra solo sul Fare, ma non lavora sull’Essere, si impegnerà molto, si sforzerà in tutto ciò che fa, tuttavia non otterrà risultati, o i risultati saranno di gran lunga inferiori agli sforzi (in termini di tempo e risorse) compiuti.

Facciamo un esempio pratico

Mettiamo il caso che la tua cliente abbia l'obiettivo di diventare imprenditrice, dando vita a un'attività olistica: sente dentro di sé la spinta ad aiutare gli altri e a creare un impatto positivo nelle vite dei suoi clienti.

Questa persona, animata dalle migliori intenzioni, cercherà di mettere in atto le azioni che la possano portare ad avviare il suo business. Cercherà di individuare la giusta strategia da seguire, gli step necessari da compiere, quindi:

Ciononostante, è possibile che non si sentirà ancora un'imprenditrice a tutti gli effetti. Nel momento in cui si dovrà mettere alla prova, potranno entrare in gioco dinamiche proprie dell’Essere: blocchi, paure, convinzioni limitanti. Magari si sentirà addosso tutta la responsabilità di guarigione dei suoi clienti, oppure si domanderà "Chi mai si affiderà a me?", e questo la porterà in breve tempo a stress e ansia da prestazione. Oppure non crederà di essere abbastanza brava, quindi avrà timore a mostrarsi e faticherà a trovare clienti.

Cosa puoi fare tu in quanto coach

A questo punto entri in gioco tu e cosa puoi fare per aiutare e sostenere la tua cliente.

Come dicevamo, per creare un cambiamento che potrà durare oltre al semplice raggiungimento del traguardo, è necessario lavorare in primis su una trasformazione interiore a cui poi potrà fare seguito il piano d’azione, e non viceversa.

Quindi, puoi aiutare la tua cliente a osservare le sue convinzioni, i suoi valori, ovvero i mattoncini che costruiscono il suo Essere. Fatto questo, puoi guidarla a identificare che tipo di persona vuole essere per diventare un'imprenditrice di successo, che tipo di pensieri e comportamenti ha bisogno di sviluppare, quali cambiamenti dovrebbero verificarsi dentro di lei.

Se aiuti la tua cliente a sentirsi, prima di tutto, un'imprenditrice, si convincerà di essere capace di vendere i suoi servizi e saprà di essere, finalmente, in grado di farlo. Il pensiero di lavorare con i clienti non le farà più paura, ed ecco che troverà più facilmente le persone giuste a cui proporsi, non vedrà l’ora di creare nuovi servizi e di farsi vedere sul mercato.

Come avviene la reale trasformazione

In sostanza, il tuo ruolo in quanto coach è aiutare la cliente non solo a raggiungere i suoi obiettivi, compilando liste e piani d’azione, ma a trasformare il modo in cui si presenta al mondo, a individuare le sue risorse e a iniziare a vivere seguendo le sue reali inclinazioni, talenti, passioni e valori.

Solo a quel punto, quando Essere e Fare saranno in allineamento, le sue strategie e le sue azioni saranno congruenti a sostenere un cambiamento e ottenere dei risultati che potranno durare a lungo nel tempo.


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Fare ed Essere: come ritrovare il giusto equilibrio

Immagina questa situazione. La tua cliente ti dice che si sente esaurita. Ti racconta che c’è sempre troppo da fare, si sente sfinita dall’enorme carico di lavoro e che non ha mai abbastanza tempo per finire tutto. Come potresti assisterla in qualità di coach?

Da una parte potresti mettere in atto un approccio legato al “fare”, aiutandola a gestire meglio il tempo, a definire le sue priorità, a imparare a delegare e ad aumentare la produttività. Tuttavia, nonostante tutto questo sia opportuno, è importante capire cosa ci sia sotto, cosa le impedisce di mettere in atto strategie legate al tempo, qual è il cuore del suo problema.

Andando a fondo esploreresti la dimensione dell'"essere” e magari ti accorgeresti che la tua cliente ha bisogno di lavorare su questioni più profonde, su aspetti legati alla sua identità, al suo mindset, alle sue convinzioni e alle sue emozioni.

Se agisci solo sul piano del "fare" c’è il rischio che gli stessi problemi si ripresentino con il tempo, portando con sé la frustrazione e l'infelicità di prima, spesso in dosi amplificate.

Vediamo allora insieme alcuni suggerimenti su quegli aspetti legati all''"essere" che potrebbero impedire alla tua cliente di gestire il suo tempo in maniera serena ed equilibrata.


Lasciare andare il perfezionismo

Tutti sappiamo che la perfezione non esiste. Eppure è molto facile cadere nell’errore di tormentarsi fino allo sfinimento perché le cose non sono perfette come le vogliamo noi. Ricercare la perfezione è una dinamica interiore che non solo porta a soffrire più del necessario, ma mette una persona in guerra diretta con se stessa, creando una faticosa separazione tra chi è veramente e chi crede di dover essere.

Cos'è la perfezione per te?

Non esistendo una definizione univoca di che cosa sia la perfezione, quello che appare perfetto e irraggiungibile nella mente della tua cliente potrebbe essere molto più accessibile di quello che pensa.

Aiutala a fare chiarezza sulla sua definizione di perfezione e a comprendere se è davvero umanamente possibile raggiungere questo ambito traguardo. Grazie a questa riflessione potrebbe rendersi conto che la perfezione proiettata dal suo interno in realtà non esiste.

Che cosa succederebbe se non raggiungessi la perfezione?

Questo è il punto cruciale: se la tua cliente è convinta che ciò che fa ha valore solo nel caso in cui soddisfi tutti i suoi requisiti di perfezione, è ovvio che si senta sotto pressione!

Percepire tutto bianco o tutto nero non le permette di vedere le sfumature che esistono nel mezzo. Invitala quindi a considerare le varie possibilità. Magari i risultati che reputa "imperfetti" sarebbero invece la lodevole prova che è riuscita a buttarsi, uscendo coraggiosamente dalla sua zona di comfort.

Che cosa faresti se non avessi paura di dover essere perfetta?

Ora è il momento di riconoscere la necessità di lasciare andare quell'obiettivo impossibile che la tua cliente potrebbe essersi imposta, o che magari ha assimilato da altre persone. Dunque che cosa farebbe di diverso se non avesse bisogno di essere perfetta?

Quando si renderà conto del tempo e delle meravigliose opportunità che sta sacrificando a causa del perfezionismo, accettare le "imperfezioni" e la possibilità di perdere il controllo (di tanto, in tanto) non le sembrerà una scelta così impensabile. Dopotutto, noi ci evolviamo proprio grazie ai nostri sbagli, alla pratica, alla sperimentazione e all'esperienza.

Accogliere la paura di non essere abbastanza

La paura di sentirci inadeguati o non abbastanza è una delle paure più grandi di noi esseri umani. Ci porta a paragonarci con chi si mostra più preparato di noi e ci fa sentire profondamente in difficoltà. Tanto che quando la proviamo, la prima opzioni possibile sembra essere sempre la stessa: arrendersi e scappare a gambe levate.

L'abbiamo sperimentata tutti, indubbiamente. Ed è possibile che, sotto sotto, questa paura stia ostacolando anche la tua cliente dal mettere in atto azioni più utili per il suo benessere. Allora aiutala a vedere le cose da una prospettiva diversa, ad esempio proponendole ciò che segue.

Focus sui punti di forza, non di debolezza

È importante tenere sempre a mente le proprie qualità, così da non lasciarsi frenare dalle proprie convinzioni limitanti e sfruttare al massimo le proprie capacità.

Forse la tua cliente si senta bloccata perché rimprovera se stessa per alcune mancanze, a detta sua, irrimediabili. Allora riporta il suo focus sui suoi punti forti: quali sono? Che cosa sa fare veramente bene? Quali capacità posso tornarle utili in questa determinata circostanza?

Non confrontarsi con gli altri, ma con sé stessi

In ambito lavorativo è molto frequente mettersi a confronto e avere la sensazione che gli altri stiano facendo meglio di noi, nonostante questo non ci sia di alcuna utilità. Anzi, c'è il rischio che paragonandoci a chi magari ha cominciato prima e ha accumulato più esperienza, finiamo per gettare la spugna con facilità. Oppure ci sotterriamo di lavoro, con la scopo di ottenere anche noi gli stessi risultati.

Quest'ultimo potrebbe rientrare nei motivi per cui la tua cliente si trova in questa situazione. Pertanto, invitala a concentrarsi sui progressi che sta facendo, sui suoi miglioramenti rispetto alla se stessa di qualche tempo fa. Solo provando, sbagliando e sperimentando (sempre, però, nel rispetto del proprio ritmo), si può migliorare e diventare ancora più competenti.

Ammirare le proprie conquiste

Troppo spesso, presi dalla frenesia e dal bisogno di fare sempre di più, ci focalizziamo su quello che ancora ci manca e non ci accorgiamo di tutto quello che abbiamo già. Perciò, aiuta la tua cliente a prendere consapevolezza dei risultati che ha già ottenuto, nonché dei risconti positivi che ha ricevuto.

Invitala a ripensare a un mese fa, a due mesi fa, a un anno fa. Dove era? Cosa stava facendo? Come è cambiata la sua vita da allora? Quali sono i cambiamenti che gli altri vedono in lei?

Quando chiedi ad una cliente di ripercorrere insieme i traguardi raggiunti, sposti l'attenzione sulle sue potenzialità. Questo le permette di tranquillizzarsi, apprezzare i suoi risultati ed essere grata per ciò che ha manifestato fino a quel momento.

Apprezzarsi per ciò che si è, non per ciò che si fa

L'avrai notato anche tu. Quella di sottovalutarsi è un'epidemia che colpisce con tantissima frequenza, in gran parte perché attorno al concetto di autostima c'è davvero molta confusione.

Siamo soliti "stimare" noi stessi come se stessimo stimando un bene, utilizzando quindi diverse metriche che spesso corrispondono a successi, numeri, guadagni. Sulla base di ciò, non c'è da stupirsi se la tendenza sia quella di spaccarsi di lavoro per raggiungere qualcosa che, finalmente, ci faccia sentire di valere.

In questo caso, aiuta la tua cliente a rendersi conto che lei vale per ciò che è, non per quello che fa. E che è necessario che prenda consapevolezza del vero significato di autostima, ovvero amore e rispetto profondo per se stessa, indipendentemente da tutto il resto.


Questi sono solo alcuni degli aspetti che puoi esplorare in una sessione di coaching che valorizzi la dimensione dell"'essere" tanto quanto quella del "fare", e che permetta alla tua cliente di approfondire che cosa la sta bloccando, in modo da creare armonia dentro e, di conseguenza, fuori.

LUNA Scuola di Coaching per l'Anima abbraccia la filosofia per cui "Essere x Fare = Avere", dove con "essere" si intende proprio questo tipo di lavoro sull'identità, sulle convinzioni profonde e sulle proprie percezioni, in modo che la persona possa poi realizzare azioni allineate e ottenere risultati che la fanno stare bene realmente.

Se vuoi entrare a far parte del mondo del coaching, oppure desideri integrare gli strumenti di coaching nella tua attività, qui puoi scoprire tutto sul Programma di Certificazione di Coach LUNA (PCCL).