Sviluppa la fiducia in te stessa per aprire i cancelli della tua Anima, con Veronica Caudullo

La fiducia in noi stesse è una delle risorse più potenti che possiamo sviluppare per vivere un’esistenza allineata alla nostra Anima e alla nostra missione di vita.

Ma cosa significa avere fiducia in se stessi?

È difficile dare una definizione univoca, poiché ognuno di noi attribuisce un personale significato a questo concetto. Si tratta infatti di un valore percepito secondo la mappa del mondo di ciascuna persona, dunque non è definibile a priori.

Eppure, senza dubbio, proprio la mancanza di fiducia in se stessi è una dinamica che si presenta molto spesso nei percorsi di coaching.

A soffrirne sono soprattutto le donne, ma all’appello non mancano di certo anche gli uomini. La scarsa fiducia in se stessi impedisce di ottenere i risultati desiderati e porta le persone a rimanere nella “mediocrità”. Oltre a generare delle ripercussioni sulla vita, la mancanza di fiducia inficia anche la crescita di un business.

Ma questo non significa che non si possa fare nulla per rimediare, anzi! Grazie al coaching è possibile trasformare questa dinamica in una chiave di evoluzione personale.

Nella precedente intervista abbiamo parlato del potere delle abitudini. In questo articolo, invece, ti parliamo di come sviluppare la fiducia in te stessa.

Affronteremo questo argomento con Veronica Caudullo, una delle splendide coach formatesi nella scuola LUNA.


Benvenuta Veronica!

1. Ci racconti chi sei e cosa fai?

Ciao, mi chiamo Veronica e mi definisco una Confidence Coach.

Per me, la fiducia in sé stessi è la risorsa più potente che l'essere umano possa sviluppare per vivere un'esistenza quanto più allineata alla sua anima e alla sua missione di vita.

In un mondo in cui ogni giorno si viene educati a non ascoltare le proprie sensazioni, a non credere al proprio intuito e a demandare il potere personale all'esterno, connettersi alla propria natura è certamente complicato.

Eppure, ritornare in contatto col Sé profondo, dialogare con lui, fidarsi delle risposte che arrivano e vivere in sintonia con chi si è veramente, è ciò che ho vissuto in prima persona un paio di anni fa, dopo aver passato molto tempo a far finta di essere chi non ero per compiacere altri.

Ora, aiuto le persone, che fino a questo momento hanno vissuto in funzione delle aspettative altrui, a sviluppare un comportamento assertivo, invece che compiacente, e a vivere la vita alle proprie condizioni.

2. Cosa ti ha spinta a diventare coach?

Ho vissuto un lungo periodo di forte disallineamento con me stessa. Lasciavo che fossero gli altri a decidere per me; non mostravo chi ero veramente, non esprimevo le mie opinioni, né le mie emozioni; tutto ciò che facevo era conformarmi all'idea che gli altri avevano di me e portarla avanti, senza mai trasgredire.

Credevo che solo così sarei stata amata, protetta e inclusa.

La disconnessione dai miei bisogni mi ha portata molto lontana da dove avrei voluto essere e da quelli che erano i miei desideri, capacità e intenzioni. Non avevo nessuna fiducia in me stessa e non vedevo che mancanze ed errori sul mio percorso.

Ho cominciato, quindi, a seguire blog e video di coach e mentor, a praticare la gratitudine e la compassione verso me stessa, a cambiare il modo in cui mi guardavo e a smettere di nascondermi.

Iscrivermi a LUNA Scuola di Coaching per l'Anima è stato un modo per continuare a crescere e a sviluppare consapevolezza su chi ero. Ma subito dopo l'inizio del corso ho capito che la mia esperienza di vita poteva fare la differenza in quella di altre persone stufe di adattarsi, compiacere e mettersi da parte.

In particolare, è stata la pratica durante le lezioni che mi ha spinta a diventare una coach.

3. Prima di iniziare la scuola, quali erano le tue eventuali resistenze o paure e come le hai superate?

Sono sempre stata una persona molto curiosa ed entusiasta dei nuovi inizi. Purtroppo, sono anche spesso stata vittima delle cose lasciate a metà e della paura di non farcela.

Lo studio e la pratica seguite in LUNA hanno creato un ponte sempre più solido tra me e il mio intuito e hanno nutrito in maniera più efficace la fiducia in me stessa e la consapevolezza che da sola posso arrivare dove voglio.

Ora, so che il segreto per superare le mie paure è ascoltarmi, affidarmi alle mie percezioni e fare la prossima mossa!

Il mio motto è "se hai fiducia, tutto è possibile".

4. In che modo aiuti le tue coachee?

Più pratico come coach, più comprendo che il mio ruolo principale, in ciascuna sessione di coaching, è creare uno spazio sacro, il più confacente possibile all'energia del coachee. Quest'ultimo, quando si sente a suo agio, riconosciuto e non giudicato, compie vere e proprie magie, che neppure immaginava!

Una tecnica che utilizzo spesso, soprattutto all'inizio dei miei percorsi, è il dialogo con le emozioni. Più il coachee entra in contatto con sé stesso, più impara a fidarsi di ciò che sente e percepisce.

L'obiettivo del mio coaching, alla fine, è aiutare il coachee a diventare confidente e autonomo nel connettersi in modo profondo con la sua vera natura e i suoi desideri; a diventare la persona che sente davvero di essere (con le sue capacità, aspirazioni e attitudini) e a portarla nei vari ambiti della sua vita, imparando ad agire sulle paure che l'hanno bloccato fino a questo momento.

5. Quali sono stati gli ostacoli riscontrati lungo il cammino di coach e come li hai superati?

La difficoltà l'ho trovata all'inizio del mio lavoro di coach.

Non sapevo nello specifico chi volessi aiutare e perché. Dagli insegnamenti di business di Anh, sapevo che era necessario rivolgersi a una cerchia ristretta di persone che avesse in comune problemi e bisogni.

In questa fase del mio percorso sono stata aiutata davvero tanto da alcune mie colleghe coach, anche loro certificate in LUNA. Grazie alla loro empatia, professionalità, capacità di ascolto e piena accettazione, ho potuto andare ancora più in profondità di me stessa e trovare le risposte alle domande di quel particolare momento.

Sarò grata per sempre a queste donne meravigliose e non dimenticherò mai quanto sia stato speciale il loro contributo nella mia vita, come amiche e coach.

6. Cosa consigli a chi desidera diventare coach?

Sicuramente frequentare LUNA Scuola di Coaching per l'Anima! Ma non perché voglio "sviolinare" il mitico team LUNA 😉

Scherzi a parte, credo davvero nel metodo della scuola di Anh perché, secondo la mia esperienza, accostare il coaching all'Anima è stata la perfetta combinazione che mi ha permesso di scendere nella profondità del mio essere.

Le domande di un coach unite all'attenzione che si dà alle emozioni, e al sentire personale, sono gli ingredienti perfetti per cominciare, o continuare, ad espandere la consapevolezza di sé, a mio avviso qualità indispensabile per un coach.

Puoi trovare Veronica in questi canali:
– Sito web: www.beautifulmente.it
– Instagram: @beautifulmente


Se anche a te piace aiutare gli altri e vorresti conoscere il coaching come strumento di crescita personale e professionale, fai questo quiz lunare per iniziare a trasformare la tua vita e quella degli altri.

E se vuoi saperne di più sul magico mondo del coaching con le carte, dai un’occhiata al workshop gratuito Vita da Coach: Vivere e Prosperare con il Coaching.

Come avere più fiducia in sé: 3 tecniche di coaching

Uno dei problemi più frequenti per cui le persone si rivolgono al coaching è senza dubbio la mancanza di fiducia in sé stesse.

A risentirne sono soprattutto le donne, ma all’appello non mancano di certo gli uomini. La mancanza di fiducia in sé impedisce loro di ottenere i risultati che davvero desiderano e li costringe a rimanere nella “mediocrità”.

Succede a molti e forse è già capitato anche a te di provare questa sensazione. Questo non significa che non si possa fare nulla per rimediare, anzi! Vediamo come correre subito ai ripari, con 3 semplici ma efficaci tecniche di coaching.


A differenza dell'autostima, che riguarda il valore che una persona attribuisce a sé stessa, la fiducia in sé concerne la percezione di essere in grado di fare qualcosa, di svolgere un determinato compito o di agire nel modo desiderato in una specifica situazione.

Non si tratta dunque di un aspetto misurabile e uguale per tutti, bensì di una percezione soggettiva. Ciò significa che una persona potrebbe essere oggettivamente bravissima nel suo lavoro (ad esempio rispetto agli standard aziendali), eppure percepirsi inadeguata rispetto alle sue aspettative, e di conseguenza avere poca fiducia nelle sue capacità.

Una poca fiducia in sé può portare te stessa (e anche gli altri) a mettere in discussione le tue reali competenze e a minare la tua credibilità. Coltivare la fiducia in te stessa (o aiutare i tuoi clienti a farlo) ti permette di esprimere al massimo le tue potenzialità e al contempo di dare modo agli altri di beneficiare di ciò che puoi fare per loro.

La fiducia in sé parte dalle piccole cose

Tutti noi, in un modo o nell’altro, abbiamo già provato fiducia e sicurezza in noi stesse, in un qualche momento della nostra vita. Quando? Nelle cose più semplici!

Ad esempio, ti è già capitato di ordinare un caffè? Molto probabilmente sei stata in grado di farlo con facilità.

Oppure, hai già pagato alla cassa, dopo aver fatto la spesa? Ecco, scommetto che non ti sei sentita incerta quando hai tirato fuori il portafoglio.

O semplicemente, un'amica di un'amica ti ha già chiesto come ti chiami? Sono convinta che non hai avuto problemi a dire il tuo nome.

Come vedi, noi tutti abbiamo già provato fiducia nelle nostre capacità e nelle nostre conoscenze, in determinate circostanze. È capitato in un contesto specifico e in un momento specifico (spesso le situazioni a noi famigliari). E dato che hai già sperimentato la fiducia in te, significa che puoi provarla e coltivarla anche in situazioni nuove o a cui non sei ancora abituata.

1) Perché avrai successo?

Come spiegato in merito alla sindrome dell’impostore, troppo spesso noi esseri umani ci focalizziamo sui motivi per cui NON dovremmo riuscire. Poniamo la nostra attenzione verso le ragioni del perché NO, trascurando quelle del perché SÌ.

Più ci chiediamo perché qualcosa dovrebbe andare male, più troviamo delle risposte che confermano le nostre paure, spazzando via ogni briciolo di fiducia che avevamo. Allora, la prima cosa che puoi fare è fermare subito la catena di pensieri negativi e chiederti (o chiedere alla tua cliente):

Perché ci riuscirò? 

All’inizio potresti fare fatica a rispondere, ma non demordere. Quali sono le tue esperienze passate, i tuoi diplomi, la capacità che hai già dimostrato di avere, anche nelle situazioni apparentemente più insignificanti, le tue doti personali, ecc. che ti saranno d’aiuto nel raggiungimento dei tuoi obiettivi? Fai una lista di tutti i motivi e continua a chiederti:

 Cos’altro? E cos’altro ancora? 

Poni questa domanda almeno 10 volte, finché non hai davvero esaurito le risposte. In questo modo, inviterai la tua mente (o quella della tua cliente) a interrompere quel circolo vizioso e la guiderai, al contrario, a trovare evidenze del fatto che hai tutte le carte in regole per farcela.

Puoi anche decidere di adattare questa domanda alla situazione che stai vivendo. Ad esempio, se desideri aumentare i prezzi dei tuoi percorsi di coaching, ma ti senti insicura e la tua testa ti porta a trovare mille ragioni per cui le clienti potrebbero dire di no, chiediti invece “Perché le mie clienti saranno più che felici di ottenere questo fantastico percorso?”. Spostando il focus in questo modo ti sarà più facile riconnetterti a tutto il valore che offri e ti sentirai più fiduciosa.

2) Ascolta la sensazione e lascia che si affievolisca

Un altro modo efficace per ritrovare la fiducia in sé stessi è pensare al peggiore scenario possibile. Ne avevo già accennato in relazione alla paura di fallire, qui facciamo un passo oltre.

Una volta che hai immaginato per filo e per segno la peggiore delle ipotesi, individua che cosa provi nel tuo corpo. Molto probabilmente proverai una sensazione di costrizione o di pesantezza da qualche parte. Quando lo hai individuato, resta in ascolto delle tue emozioni. Semplicemente connettiti con quella sensazione e concediti la possibilità di provarla fino in fondo. Lascia andare le barriere e prova ciò che provi.

Quando la sensazione nel tuo corpo verrà ascoltata con piena presenza (può aiutarti il Metodo RAIN, che è fantastico e super efficace!), avverrà una trasformazione interiore a livello emotivo ed energetico. Sembra incredibile, eppure è proprio quando accetti fino in fondo di provare un'emozione, anche se spiacevole, che questa pian piano si affievolisce e se ne va.

Ti accorgerai che la situazione non ti fa più così paura e che sarai più fiduciosa di poterla gestire con serenità. Anche le #coachinprogress del Programma di Certificazione per Coach LUNA (PCCL) sono sbalordite ed entusiaste quando imparano e sperimentano questa potentissima tecnica di coaching.

3) Ricevi un messaggio dal tuo sé futuro

Questa è un'altra potentissima tecnica di coaching che lascia sempre a bocca aperta chi la sperimenta. Non è nulla di complicato, ma è molto efficace, soprattutto se fatto bene.

Immagina di staccarti (o invita la tua cliente a farlo) per un momento dal tuo corpo e di volare lungo una linea temporale che ti porta verso il tuo futuro. Un futuro magnifico in cui avrai già superato i problemi del presente, in cui tutto è andato per il meglio, dove ogni cosa è esattamente così come tu la desideri.

Ti stai gustando il successo (in qualunque modo questo si manifesti per te) e sei pienamente soddisfatta di quanto avvenuto. Vedi il tuo sé futuro, pieno di fiducia, dopo che ha superato tutte le difficoltà che stai vivendo ora.

Come si comporta?

Come parla?

Che cosa fa?

Come percepisce la sua realtà?

Che tipo di pensieri ha o non ha?

Quali sensazioni ed emozioni prova?

Quando sei riuscita a visualizzare e a connetterti con il tuo sé futuro, vedi che si volta verso di te e ti parla. Dalla sua posizione di saggezza, ti trasmette un messaggio potentissimo d’amore e di compassione, che ti dà forza e coraggio. Che cosa ti dice? Ascolta le sue parole, percepiscile nel tuo corpo, accogli la sua energia, senti la trasformazione avvenire dentro di te.

Quando sei pronta, ritorna mentalmente al momento presente e nota tutto quello che è cambiato dentro di te, per poi passare all'azione con qualcosa di concreto che contribuirà a consolidare ulteriormente la tua fiducia in te stessa.


Queste erano 3 semplici strategie che puoi mettere in pratica ogni volta che sarai alle prese con la mancanza di fiducia in te stessa, o quando ti ritroverai a fare coaching con clienti che vogliono migliorare la fiducia in sé. Sono molto potenti e possono davvero fare la differenza.

E tu, come coltivi la fiducia in te stessa? Come aiuti la tue clienti a migliorare la fiducia in sé? Vieni a raccontarci tutto nel gruppo di trasformazione al femminile Shine your Light su Facebook.

Inoltre, se vuoi imparare e padroneggiare queste tecniche (e molte altre) per creare trasformazioni profonde con i tuoi clienti, accedi subito e senza impegno alla lista d'attesa di LUNA Scuola di Coaching per l'Anima, così da poter sapere prima di tutti i dettagli della prossima apertura!

Come rendere davvero efficaci le tue sessioni di coaching

Essere prima di fare per rendere efficace il coaching
Come rendere davvero efficaci le tue sessioni di coaching

I clienti spesso arrivano da noi coach pensando che li aiuteremo a raggiungere i loro risultati attraverso la messa in pratica di azioni concrete. Credono che per ottenere quello che desiderano debbano fare questo e quell'altro, e solo quando avranno quello che vogliono, allora sì che saranno felici, riconosciuti, soddisfatti, di successo, e via dicendo.

Per molti l’azione, quella che possiamo definire il "fare", viene prima di tutto. Eppure questa si rivela spesso impraticabile o insostenibile per le persone. Lo dimostrano, per esempio, i piani d'azione che falliscono dopo alcune settimane e le to-do list che non vengono portate a termine.

Se il tuo modo di fare coaching si rivolge soltanto alla dimensione del Fare, e quindi alla realizzazione pratica di ciò che serve per raggiungere l'obiettivo, difficilmente potrà creare un cambiamento permanente e duraturo nella vita del tuo cliente/coachee: per farlo, devi rivolgerti anche alla dimensione dell"'essere".

In passato avevamo già parlato dell'equilibrio tra Essere e Fare. Adesso facciamo un passo avanti e scopriamo come rendere davvero efficace il tuo modo di fare coaching.

Ma cosa si intende con Essere e Fare?

L’Essere è tutto ciò che è legato al mondo delle emozioni, alle percezioni, ai bisogni. È il nostro mondo interiore e riguarda chi siamo e come ci sentiamo. Mentre il Fare interessa il mondo esteriore, e si riferisce alle azioni logiche, meccaniche e razionali che noi svolgiamo.

Nel coaching, la dimensione dell’Essere costituisce il cuore pulsante di ogni processo volto a ottenere risultati più efficaci e soprattutto in linea con la propria Essenza più profonda. In LUNA Scuola di Coaching per l'Anima, esploriamo una "formula" molto utile per capire quanto l'Essere sia fondamentale per raggiungere qualsiasi obiettivo, ovvero:

ESSERE x FARE = AVERE

Questa ci indica che la trasformazione non avviene (solo) attraverso cosa si vuole ottenere, ma anche e soprattuto attraverso CHI lo vuole ottenere. Infatti, nel mondo anglofono si dice "Coach the person, not the problem", vale a dire: Fai coaching sulla persona, non sul problema.

Perciò, non c'è azione che tenga se prima non si esplora ciò che blocca la persona, vale a dire come si sente, il mindset in cui è e gli aspetti di identità che ha associato a se stessa. Solo così potrà poi sviluppare i passi più utili per realizzare i suoi obiettivi.

Al contrario, se il tuo cliente si concentra solo sul Fare, ma non lavora sull’Essere, si impegnerà molto, si sforzerà in tutto ciò che fa, tuttavia non otterrà risultati, o i risultati saranno di gran lunga inferiori agli sforzi (in termini di tempo e risorse) compiuti.

Facciamo un esempio pratico

Mettiamo il caso che la tua cliente abbia l'obiettivo di diventare imprenditrice, dando vita a un'attività olistica: sente dentro di sé la spinta ad aiutare gli altri e a creare un impatto positivo nelle vite dei suoi clienti.

Questa persona, animata dalle migliori intenzioni, cercherà di mettere in atto le azioni che la possano portare ad avviare il suo business. Cercherà di individuare la giusta strategia da seguire, gli step necessari da compiere, quindi:

Ciononostante, è possibile che non si sentirà ancora un'imprenditrice a tutti gli effetti. Nel momento in cui si dovrà mettere alla prova, potranno entrare in gioco dinamiche proprie dell’Essere: blocchi, paure, convinzioni limitanti. Magari si sentirà addosso tutta la responsabilità di guarigione dei suoi clienti, oppure si domanderà "Chi mai si affiderà a me?", e questo la porterà in breve tempo a stress e ansia da prestazione. Oppure non crederà di essere abbastanza brava, quindi avrà timore a mostrarsi e faticherà a trovare clienti.

Cosa puoi fare tu in quanto coach

A questo punto entri in gioco tu e cosa puoi fare per aiutare e sostenere la tua cliente.

Come dicevamo, per creare un cambiamento che potrà durare oltre al semplice raggiungimento del traguardo, è necessario lavorare in primis su una trasformazione interiore a cui poi potrà fare seguito il piano d’azione, e non viceversa.

Quindi, puoi aiutare la tua cliente a osservare le sue convinzioni, i suoi valori, ovvero i mattoncini che costruiscono il suo Essere. Fatto questo, puoi guidarla a identificare che tipo di persona vuole essere per diventare un'imprenditrice di successo, che tipo di pensieri e comportamenti ha bisogno di sviluppare, quali cambiamenti dovrebbero verificarsi dentro di lei.

Se aiuti la tua cliente a sentirsi, prima di tutto, un'imprenditrice, si convincerà di essere capace di vendere i suoi servizi e saprà di essere, finalmente, in grado di farlo. Il pensiero di lavorare con i clienti non le farà più paura, ed ecco che troverà più facilmente le persone giuste a cui proporsi, non vedrà l’ora di creare nuovi servizi e di farsi vedere sul mercato.

Come avviene la reale trasformazione

In sostanza, il tuo ruolo in quanto coach è aiutare la cliente non solo a raggiungere i suoi obiettivi, compilando liste e piani d’azione, ma a trasformare il modo in cui si presenta al mondo, a individuare le sue risorse e a iniziare a vivere seguendo le sue reali inclinazioni, talenti, passioni e valori.

Solo a quel punto, quando Essere e Fare saranno in allineamento, le sue strategie e le sue azioni saranno congruenti a sostenere un cambiamento e ottenere dei risultati che potranno durare a lungo nel tempo.


Vuoi scoprire come diventare una coach che aiuta davvero a creare trasformazioni nella vita dei propri clienti? Con il Programma di Certificazione di Coach LUNA impari a tenere sessioni di coaching efficaci grazie a potenti strumenti che abbracciano sia la dimensione del Fare, sia quella dell'Essere.

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Stabilire i prezzi delle tue sessioni di coaching e comunicarli con fiducia

Se sei una coach alle prime armi o che ha da poco avviato la sua attività, potresti ritrovarti in quel momento iniziale in cui non sai ancora bene come stabilire i prezzi dei tuoi percorsi di coaching o ti senti a disagio nel comunicarli ai tuoi potenziali clienti.

Questo è un aspetto del mindset imprenditoriale che è molto importante approfondire. Nonostante lo scopo di chi svolge una professione d’aiuto alla persona sia appunto quello di aiutare gli altri, anche questo tipo di servizio ha un valore ed è quindi giusto che venga retribuito al meglio.

In questo articolo esploriamo 5 suggerimenti utili per stabilire al meglio i tuoi prezzi e comunicarli con fiducia (anche quando ricevi delle obiezioni): scopriamoli assieme!


1. Porta l’attenzione all’interno

Quando si è all’inizio della propria attività non è facile capire quale sia il prezzo più giusto per i propri servizi o percorsi. Molto spesso tendiamo a guardarci attorno e a prendere spunto da quello che stanno facendo le altre persone, in particolare i nostri competitors.

Se da una parte questo è sicuramente utile per farsi un’idea dell’andamento del mercato, dall'altra si rischia di cimentarsi in un prezzo che magari si reputa troppo alto e di far trasparire un'insicurezza che potrebbe mettere in dubbio il valore di quanto offerto.

Allo stesso modo, se ritieni che il prezzo presente sul mercato sia invece troppo basso, non sentirti obbligata ad adeguarti. Piuttosto, porta l’attenzione all’interno e chiedi a te stessa: “Qual è per me il prezzo giusto per i miei percorsi?”.

Per capire quale prezzo risuona con te, porta una mano sul cuore e inizia semplicemente a dire un prezzo. Poi stai in ascolto di te stessa e senti le vibrazioni che emaneresti se dovessi comunicare quel prezzo a una persona che è interessata ai tuoi percorsi.

Ti senti a disagio? Senti che inizieresti a sudare freddo? Oppure senti che è il prezzo giusto?

A quel punto, se senti che riusciresti a comunicare quel prezzo senza problemi, alzalo un po’ e senti cosa avviene dentro di te. E di nuovo, continua ad alzare il prezzo finché senti di arrivare a una cifra che ti entusiasma e che ti fa paura allo stesso tempo, ma che credi di riuscire a comunicare con coraggio.

In questo modo, puoi pian piano aggiustare il prezzo sulla base della tua frequenza energetica. E man mano che aiuterai i tuoi clienti e guadagnerai certe cifre, ti accorgerai che la tua frequenza energetica aumenterà, perché acquisirai sempre più fiducia in te e nelle tue capacità di stabilire prezzi più alti.

Inoltre, tieni a mente che la cifra che scegli non deve essere scolpita nella pietra. Quindi niente paura: potrai sempre cambiarla in futuro.

2. Distingui il tuo valore personale

Un altro aspetto da tenere bene a mente durante questo processo è che tu non stai togliendo soldi a qualcuno, ma stai offrendo valore. Il prezzo è solamente uno scambio monetario per ricevere da te il valore che offri tramite il tuo percorso di coaching. E qui è importante fare una precisazione.

Spesso le persone credono che il prezzo di quello che offrono corrisponda al proprio valore personale, ma non è così. Tu non ti stai facendo pagare per il tuo valore, ti stai facendo pagare per il valore del percorso che offri. E il valore del tuo percorso è il valore che i tuoi clienti ottengono grazie al lavoro che svolgono con te.

Per quanto le due cose possano sembrare simili, sono in realtà molto diverse. Il nostro valore personale esiste a prescindere da quanto vendiamo o quanto veniamo pagate. Noi abbiamo valore semplicemente perché esistiamo!

Questa distinzione è necessaria poiché ti permette di distinguere la tua persona da quello che offri. Così, quando qualcuno deciderà di non comprare il tuo percorso di coaching, questo non intaccherà la tua concezione di te stessa e del tuo valore.

3. Prezza sulla base del risultato

Quando ti trovi a dover stabilire un prezzo, ricorda anche che il prezzo non corrisponde alla durata del tuo percorso. Ad esempio, non è che se offri un percorso di coaching da 6 sessioni allora devi farti pagare per 6 ore. Le persone non ti pagano per trascorrere del tempo con te, ma ti pagano per ottenere un risultato, ovvero cercano la soluzione ai loro problemi. Il tempo non c’entra nulla!

In realtà, se ci pensi, minor tempo il tuo cliente ci impiega a raggiungere il suo risultato, maggiore è il valore del tuo servizio. Quindi, non ha alcun senso far pagare di più un percorso solo perché dura di più.

Piuttosto, è meglio chiedersi come ottimizzare la qualità delle sessioni per diventare ancora più efficace nell'aiutare la cliente a ottenere quello che si aspetta lavorando assieme a te, tenendo a mente che non siamo solo noi coach a creare il risultato, ma si tratta di una co-creazione e una collaborazione.

Perciò togliti dalla testa l’idea che se il tuo percorso dura solo 3 ore lo devi prezzare di meno. Prezzalo sulla base del risultato, dell’impatto, del valore che può creare nella vita del tuo cliente.

4. Lascia andare chi non è pronto/giusto

Se vuoi aiutare le persone nel loro percorso di crescita, potresti avere il desiderio che tutti possano permettersi i tuoi percorsi di coaching, ma purtroppo (o per fortuna) ci sarà sempre qualcuno là fuori che ti dirà di no, che ti dirà che il tuo prezzo è troppo caro o che non se lo può permettere, e va bene così.

Il tuo prezzo non deve andare bene per tutti, ed è ok essere troppo cari per alcune persone. Anzi, se tutti quelli a cui proponi i tuoi servizi ti dicono di sì, è probabile che il tuo percorso di coaching sia addirittura sotto-prezzato.

Come ti dicevo, l’importante è ricordarsi che quando qualcuno ti dice di no, non sta dicendo di no a te come persona. Oltretutto, non è detto che ti stia dicendo di no per sempre. Magari, fra qualche mese, quando avrà più disponibilità economica, ritornerà da te.

A me, ad esempio, è capitato tantissime volte di incontrare delle persone che in un primo momento non potevano usufruire dei miei percorsi. Poi, dopo aver messo da parte qualche soldo, sono tornate per lavorare assieme. Anche questo succede.

La verità è che se le persone non possono permettersi i tuoi prezzi ma vogliono davvero lavorare con te, un modo lo trovano. Magari inizieranno a risparmiare e torneranno da te nel momento giusto per entrambe le parti.

E se ti capita la persona che gioca la carta del vittimismo, perché è un momento difficile?

In queste situazioni potrebbe essere facile per te farti prendere dal dispiacere e rientrare nel ruolo della salvatrice che vuole aiutare a tutti i costi, quindi attenzione! Stai attenta alle persone che sono in modalità “vittima perpetua”. Hai tutto il diritto di dire loro di no e indirizzarle verso le tue risorse gratuite o altre offerte a dei prezzi minori.

Non dimenticare che tu sei arrivata qui dove sei oggi perché hai investito tempo, impegno e soldi su te stessa. La tua professionalità ha un valore, e sappi che se non sei tu la prima a dare peso a quello che hai da offrire, non saranno di certo gli altri a farlo.

Nel caso in cui, invece, ti capita spesso che le persone ti dicono di no, allora rivaluta l’offerta. Individua che cosa non sta funzionando e che cosa non è così attrattivo come dovrebbe. Cerca di capire come comunicare meglio il valore di ciò che offri, non solo in termini di prezzo ma proprio di marketing, o meglio, di vantaggi o risultati che il tuo percorso di coaching può portare.

5. Definisci una policy per gli sconti

In tema prezzi, spesso mi viene chiesto come comportarsi con i conoscenti che si aspettano uno sconto. In questi casi, puoi crearti una sorta di policy, definendo a priori delle regole che valgono quando un amico o un familiare ti chiede una sessione di coaching o desidera intraprendere un tuo percorso con te.

Puoi decidere, ad esempio, di offrire un 20% di sconto ai tuoi familiari e un 10% ai tuoi amici. Puoi anche definire il numero massimo di amici e familiari con cui puoi concederti di lavorare in un mese o in un anno, in modo da stabilire dei criteri che vadano bene sia per te sia per l’attività che stai portando avanti.

Inoltre, devi mettere in chiaro chi consideri veramente “amico” e chi consideri invece “conoscente”. È quella persona che conosci dai tempi delle elementari oppure chi magari hai conosciuto questa settimana su Facebook e con cui ti sei scambiata qualche messaggio? È bene capirlo per definire a chi consentire le promozioni e a chi no.

Non devi sentirti costretta a concedere sconti. Ricorda che sei tu a decidere, quindi continua a lavorare sulla fiducia che riponi nei tuoi percorsi. E se pensi che possa servire, fai una bella lista di tutti i motivi per cui un tuo percorso di coaching è utile, così da ricordarti del perché hai stabilito quel prezzo.

Infine, considera che il prezzo ha anche un risvolto di impegno e di motivazione nel cliente. Le persone che si impegnano a pagare una certa cifra solitamente sono quelle che ottengono risultati migliori, proprio per il fatto che hanno deciso di investire in loro stesse.

Mentre se il prezzo è troppo basso, è probabile che la persona getti subito la spugna o che comunque non ci metta la stessa energia e inizi a procrastinare.


E tu quanto ti senti fiduciosa nel definire i prezzi dei tuoi percorsi di coaching e di comunicarli ai tuoi potenziali clienti? Vieni a parlarne con noi nel gruppo Facebook Shine.

P.S. Vorresti entrare a far parte del mondo del coaching, ma non ti senti ancora pronta? Svolgi il LUNA QUIZ e scoprilo divertendoti!

Se invece sei alla ricerca di una risorsa per creare impatto nel mondo e prosperare nel tuo business di coaching, dai un'occhiata al corso gratuito Vita da Coach.

Come avere fiducia nelle tue capacità di coach professionista

Oggi parliamo di coaching confidence, anche conosciuta come la fiducia in sé come coach. Di cosa si tratta? E soprattutto, come fare per migliorarla? È arrivato il momento di approfondire il tema e capire come coltivare la fiducia nelle tue capacità di coach (anche se sei alle prime armi).

Innanzitutto, il termine coaching confidence indica, più precisamente, la convinzione che tu stessa hai di quanto sei capace di fare coaching e determina se ti senti in grado o meno di svolgere al meglio il tuo ruolo di coach.

In realtà, a prescindere dai certificati che possiedi, nessuno dall’esterno può dirti se ne sei capace o meno, poiché non esiste un parametro fisso di riferimento in grado di rispondere alle tue paure. Si tratta perlopiù di una percezione, di una convinzione, che hai nel momento in cui ti esponi per trovare i tuoi clienti.

Quindi, come migliorare la fiducia in te stessa come coach? Continua a leggere per scoprirlo.


1. Cosa rende abile un coach

Una prima domanda da porsi riguardo la propria coaching confidence è: “Quali parametri uso per valutare me stessa e la mia capacità di riuscire a fare coaching?”.

A questo proposito è importante precisare che la capacità di un coach non sta nel trovare delle soluzioni o dare risposte, quello è il ruolo di un consulente o di un mentore, qualcuno che sa la materia e che conosce la soluzione. Le abilità e le competenze del coach sono tutt'altro.

Anche tra le competenze chiave definite da ICF, la Federazione Internazionale di Coaching, non risulta la necessità di trovare a tutti i costi una soluzione per il cliente. Il compito di un coach non è di dire al cliente cosa fare, o dare suggerimenti e consigli, bensì creare in primo luogo uno spazio sacro di ascolto che favorisce l'apertura, attraverso la presenza.

Coltivare la presenza, infatti, è una delle capacità fondamentali di un bravo coach, insieme alla competenza di evocare consapevolezza nel coachee. Ciò significa essere pienamente presente con il cliente, offrendo la tua abilità di ascoltare attivamente per capire che cosa ti sta dicendo (e non dicendo) e per aiutarlo a riflettere attraverso l'uso di domande potenti e ad andare oltre al suo modo attuale di vedere sé stesso e la situazione di partenza, così che possa trovare la sua soluzione.

Ma oltre a tutto questo, cosa rende un coach veramente bravo nel suo lavoro?

2. Mettere in atto una co-creazione

Avere fiducia delle tue capacità di coach non consiste (solo) nel possedere gli strumenti “tecnici” del mestiere. Un coach che mette tutto sé stesso e desidera essere di supporto agli altri porta qualcosa in più nella sessione.

Se sei totalmente focalizzata sui risultati e sulle soluzioni che puoi dare, forse dovresti ridimensionare la tua modalità e rivolgere i riflettori sul cliente, non su di te. Uno degli ostacoli maggiori che potrebbero impedirti di fare del buon coaching è appunto permettere al tuo Ego di prendersi la responsabilità del risultato della sessione. Se credi che l'esito dipenda solo ed esclusivamente da te, allora ti stai dando troppa importanza.

Può sembrare assurdo perché tutto parte dal desiderio di aiutare, quindi potresti sentirti in dovere di dare qualcosa di più all’altro. È vero che c'è un dare da parte del coach, ma si tratta di una co-creazione in cui entrano in gioco due persone, non di una creazione unilaterale.

Pertanto, è bene tenere a mente che non sei tu a creare il risultato, ma il tuo cliente. Il coach facilita, crea uno spazio sacro, di accoglienza e ascolto dove la trasformazione può avere luogo. Questo è molto diverso rispetto al voler creare la trasformazione del proprio cliente. Quando supporti il cliente a mettere in atto la sua trasformazione, i riflettori non sono più su di te come coach, ma sul cliente.

È quindi cruciale lasciare andare l'Ego e la paura di sbagliare o di non sentirti abbastanza.

3. Facilitare il processo

Quando ti trovi in quello spazio completamente a disposizione del cliente, si attiva la dimensione dell'intuito. Non è più la testa a dirti quale domanda fare o quale tecnica usare, ma ti lasci andare all'interno di un flusso, danzando con il cliente. Riesci così a supportare la co-creazione sulla base di quello che porta.

Per attivare l'intuito è essenziale stare con il tuo sentire, non con il pensiero o la mente razionale. L'intuito non è una facoltà che si può studiare, va praticato e richiede fiducia, per questo inizialmente può sembrare difficile da mettere in pratica.

Quindi, lascia andare il controllo e metti da parte l’Ego, facendo attenzione a non cadere nel ruolo della salvatrice. Il motivo per cui una persona decide di diventare coach, counselor o un'altra professione di aiuto, è generalmente il forte desiderio di aiutare gli altri. Quel desiderio però non deve farti sentire responsabile di risolvere tutti i problemi del mondo. Come abbiamo detto, non sei tu a dover risolvere il problema del tuo cliente. La responsabilità e il potere di cambiare resterà sempre nelle mani dell'altra persona.

Pur avendo le migliori intenzioni, se assumi il ruolo della salvatrice c'è anche il rischio che il tuo Ego si gonfi, rendendo di riflesso l'altra persona vittima della sua stessa vita. E se il cliente non si sente più in grado di salvare sé stesso gli stai togliendo la responsabilità di risposta e di azione, rendendolo dipendente da te.

Al contrario, un coach ha strumenti che permettono di facilitare un cambiamento. Non devi essere un’esperta del contenuto né è il tuo compito dare consigli; quello è il ruolo del consulente o del mentore, non del coach. Piuttosto, facilita il processo e rendi più autonomo il cliente durante le sessioni, così che riesca pian piano a camminare con le sue gambe e arrivare a poter fare a meno della tua presenza.

Così facendo, il coaching risulterà efficace proprio perché il cliente è diventato più autonomo e capace. Se invece ha sempre bisogno che tu gli dica cosa fare, non lo stai liberando e non gli stai dando l’empowerment, bensì lo stai legando a te.

4. Migliorare con la pratica

Per ottenere fiducia nelle tue capacità di coach professionista potresti pensare che prima di passare alla pratica si debba studiare la teoria per ore e ore, o potresti credere di dovere imparare qualcosa in più prima di passare all'azione e poterti definire coach a tutti gli effetti. In realtà, é proprio la pratica ciò che ti aiuterà a migliorare. Quindi man mano che impari gli strumenti di coaching, inizia subito a fare pratica e a mettere in atto gli strumenti appresi.

Chiaramente, all'inizio lo potrai fare in un contesto protetto con le compagne di corso, gli amici o i famigliari, e sempre specificando di essere ancora in formazione. Abbi l’onestà semplicemente di dirlo. Grazie a questo otterrai dei riscontri concreti, potrai imparare dall'esperienza e imparerai a stare nel flusso, coltivando così la fiducia in te stessa.

Se attendi di possedere quella determinata competenza o quell'ulteriore formazione aggiuntiva prima di iniziare, rischi di aspettare in eterno. Mentre impari gli strumenti di coaching, comincia subito a sviluppare i tuoi muscoli di coaching. Proprio perché sono dei muscoli, possono crescere solo se li alleni.

Bisogna fare pratica in questo processo e sapere che “It's not about you”, cioè la questione non è quanto sei brava o capace tu. Ricorda: sei nel processo di facilitazione, crei uno spazio sacro per la trasformazione dell'altro.


Questi sono alcuni suggerimenti che ti aiutano a migliorare la fiducia nelle tue capacità di coach. Anche se all'inizio ti sembra difficile e hai un po' di timori, sappi che è normale. Solo facendo pratica si migliora.

Tieni sempre a mente che il coach non è quella persona che deve sapere tutto, né avere tutte le soluzioni o dare consigli. Poi continua a focalizzarti e coltiva la presenza e la capacità di ascolto per usare meglio il tuo intuito e fare le domande più utili.

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