Fare spazio dentro e fuori con il coaching e l'organizzazione, con Laura Realbuto

Fare spazio dentro e fuori con il coaching, con Laura Realbuto

Organizzazione e crescita personale sono due compagne d’avventura che viaggiano tenendosi per mano. E aggiungendo anche un tocco di semplicità, allora sì che possiamo far brillare e risuonare l’essenza di ciascuna di noi.

La semplicità può essere coltivata ogni giorno, permettendoci di godere dello spazio e del tempo della nostra vita in modo sano e genuino, come un seme che ha bisogno di cura e dedizione per germogliare e regalare alla terra buoni frutti.

Allora, perché non iniziare a riscoprire il valore di ciò che ci circonda nel proprio spazio domestico?

Focalizzandoci sulla nostra casa e sui nostri spazi, possiamo imparare quanto sia importante e forte il potere curativo e trasformativo di questo “contenitore”.

Poi, se alle tecniche del decluttering e dell’organizzazione, aggiungiamo anche gli strumenti del coaching, il risultato può essere davvero sorprendente!

L’intervista precedente è stata tutta centrata sui temi legati a mindfulness e consapevolezza; in questo post, invece, ti raccontiamo come fare spazio dentro e fuori con il coaching e l’organizzazione.

Lo faremo con Laura Realbuto, la coach formata nella nostra scuola LUNA – Scuola di Coaching per l’Anima.


Benvenuta Laura!

1. Ci racconti chi sei e cosa fai?

Mi chiamo Laura e sono una Coltivatrice di Semplicità.

Nella vita mi occupo di accompagnare le donne a riappropriarsi del proprio tempo e a riscoprire il valore di ciò che le circonda nel proprio spazio domestico, utilizzando le tecniche del decluttering, l'organizzazione e gli strumenti del coaching.

Mi definisco Coltivatrice di Semplicità perché credo che le cose semplici amplifichino il valore di ciò che abbiamo intorno a noi, aiutando a riempire di significato profondo il nostro spazio e di conseguenza anche il nostro tempo.

Organizzazione e crescita personale sono due compagne d’avventura che viaggiano tenendosi per mano. Ecco perché credo che la semplicità abbia il dono di far brillare e risuonare l’essenza di ciascuna di noi.

Dal 2018 sono una professional organizer associata senior Apoi (Associazione Professional Organizers Italia). Il mio ambito di specializzazione è quello domestico. Ho sempre avuto un rapporto simbiotico con la mia casa e con i miei spazi e con il tempo ho imparato su me stessa quanto sia importante e potente il potere curativo e trasformativo di questo “contenitore”.

Questo mi ha spinta nel tempo ad approfondire sempre di più la tematica psicologica e simbolica legata alla casa, e successivamente ad integrare queste conoscenze con le tecniche del coaching per l’anima, al fine aiutare in maniera più completa e profonda le donne che decidono di affidarsi a me.

2. Cosa ti ha spinta a diventare coach?

Per rispondere a questa domanda racconterò un aneddoto che è stato rilevante nella decisione di intraprendere il percorso di formazione che mi ha portata a diventare una coach certificata.

Nel dicembre del 2019, sono stata contattata da una splendida donna che aveva la necessità di mettere ordine nel suo armadio. Tra noi c’è stato fin da subito una buona energia e dopo una chiacchierata e il sopralluogo degli spazi da riorganizzare, abbiamo iniziato il nostro percorso di decluttering e riordino.

La cliente possedeva moltissimi vestiti, troppi rispetto allo spazio che aveva a disposizione, e lo stato di confusione e disordine era diventato per lei ingestibile. L’ho aiutata così a fare un programma a più sessioni, in ciascuna delle quali ci si dedicava ad una parte specifica dell’armadio e ad una categoria di abiti.

Le prime sessioni sono andate abbastanza bene, senza particolari resistenze, e la cliente era ben disposta a lasciare andare gli indumenti che non utilizzava più, con consapevolezza e serenità.

Le sessioni si svolgevano in maniera sempre uguale: in genere, io mi occupavo di svuotare totalmente la zona dell’armadio oggetto della sessione, e la cliente si occupava di distribuire gli abiti sul letto. Dopo questa operazione aiutavo e supportavo la cliente nel fare le scelte sui capi da tenere e quelli da lasciare andare.

Capitò un giorno che la cliente vedendo la montagna di abiti che popolava il suo letto, ebbe un cedimento emotivo. Io cercai di mantenere la calma e di non farle percepire la mia preoccupazione cercando di tranquillizzarla come meglio potevo, ma mentre tornavo a casa mi chiedevo se l’avevo veramente aiutata a capire perché in quel momento si sentiva così. Forse avrei potuto fare qualcosa di diverso per non farle provare più quelle emozioni di disagio, paura e disorientamento?

Ecco, questa esperienza mi ha fatto capire che non esiste organizzazione senza crescita, e non esiste crescita senza organizzazione.

Riordinare una stanza o un armadio non si può ridurre al “mettere a posto i vestiti o gli oggetti”, ma al suo interno c’è molto di più. In primis, c’è una persona con un’anima che occupa quello spazio, uno spazio intriso di storia, pensieri, emozioni e percezioni uniche.

È proprio questa esperienza che mi ha spinta a intraprendere il percorso di formazione per diventare coach, per supportare meglio le donne a prendersi cura della propria casa, in particolar modo per aiutarle a prendere consapevolezza di ciò che la casa rappresenta per loro, fruttando il potere trasformativo e simbolico che rappresenta.

3. Prima di iniziare la scuola, quali erano le tue eventuali resistenze o paure e come le hai superate?

La paura del fallimento è sempre stato un cruccio per me. Fin da bambina ho avuto la tendenza a primeggiare. Se da un lato questa paura mi ha spinta ad ottenere sempre ottimi risultati nello studio e nel lavoro, dall’altra in molte occasioni non mi ha permesso di godere del viaggio per raggiungere gli obbiettivi che mi prefiggevo.

Fare un lavoro profondo su di me, attraverso la psicoterapia e il coaching, mi ha permesso di capire le motivazioni soggiacenti allo sviluppo delle mie dinamiche interiori e comportamentali. Inoltre, nel tempo ho compreso che sbagliare, non raggiungere un obbiettivo nei tempi prefissati oppure raggiungere un risultato diverso da quello sperato, non fa di me una fallita.

Dissociare i miei comportamenti da ciò che sono nell’anima è stata per me la chiave di svolta per capirmi meglio e per accettarmi con amore e compassione così come sono, indipendentemente dai risultati che ottengo.

Ho capito che le cadute, gli errori e i fallimenti sono solo tappe del nostro percorso di apprendimento, indispensabili per la crescita evolutiva.

Quando questa paura riemerge, cerco di canalizzarla, di tornare al mio centro ricordandomi chi sono davvero.

4. In che modo aiuti le tue coachee?

Cerco sempre di creare uno spazio simbolico accogliente in cui la cliente possa sentirsi pienamente a suo agio e libera di esprimersi.

Cerco di portare l’attenzione sullo spazio interiore della coachee e sulle sue emozioni. Credo che l’esplorazione delle emozioni attraverso la visualizzazione sia un ottimo strumento per aiutare la coachee a prendere contatto con il proprio spazio interiore e per rendere questo spazio un ecosistema più equilibrato.

Una volta creato il proprio spazio interiore, supporto la coachee ad occuparsi dello spazio esteriore, ovvero quello che la circonda, iniziando a piccoli e semplici passi, ad esempio un cassetto o un’anta dell’armadio.

In genere durante questa fase emergono delle resistenze o delle convinzioni, in questi casi facilito la coachee, utilizzando i metamodelli o altre tecniche di coaching, in base alle esigenze che il momento richiede.

La filosofia che accompagna i miei percorsi di coaching è quella che occuparsi della propria casa è un modo diverso per occuparsi di sé stessi. Indirettamente nella persona emergono profonde e nuove consapevolezze.

5. Quali sono stati gli ostacoli riscontrati lungo il cammino di coach e come li hai superati?

Un ostacolo che è venuto a bussare spesso alla mia porta durante questo periodo di formazione è stata la paura di non essere abbastanza per poter esercitare questa professione, e che prima di avere la facoltà di aiutare le persone fosse necessario liberarsi dei propri problemi interiori.

Fortunatamente durante tutto il periodo di formazione in LUNA Scuola di Coaching per l’Anima, si ha l’occasione di fare moltissimo lavoro su sé stessi. Il cerchio di sorellanza che si è creato nella scuola mi ha aiutata a ridefinire le mie convinzioni imparando che la perfezione non esiste e che il coaching si impara soprattutto esercitandolo con amore, passione e costanza.

6. Cosa consigli a chi desidera diventare coach?

Ho scoperto il grande potere dell’intuito grazie a LUNA Scuola di Coaching per l’Anima. Prima credevo fossero delle vocine nella mia testa e per un sacco di tempo le ho ignorate (mannaggia a me!!). Ora consiglio vivamente di non farlo.

Se quella vocina sta suggerendo che è l’ora di intraprendere questo percorso, vuol dire che è proprio così.

Diventare coach è un viaggio meraviglioso, fatto di alti e bassi non lo nego, ma che sicuramente vale la pena di vivere.

Puoi trovare Laura in questi canali:
– Sito: www.laurarealbuto.com
– Facebook: LauraRealbutoPO
– Instagram: @laura.realbuto
– Mail: info@laurarealbuto.com


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